La cucina dello Chef Simone Lezzerini a N’uovo Vino e Cucina si distingue per sensibilità, misura e consapevolezza.
Il percorso degustazione da sette portate è pensato con logica narrativa: ogni piatto dialoga con il successivo in una progressione di sapori e consistenze che dimostra una visione chiara e un’estetica compiuta.
Gli entrée, serviti come apertura del percorso, raccontano immediatamente la cifra stilistica dello chef: piccoli assaggi di grande equilibrio, precisi nei contrasti e armoniosi nei sapori. Un preludio elegante che prepara il palato con intelligenza e misura.
Nulla è lasciato al caso: la sequenza dei sapori è studiata con maestria, le texture dialogano in perfetta sinergia e l’equilibrio complessivo tra acidità, dolcezza e sapidità rivela una mano sicura e una visione chiara di cucina contemporanea.
Si parte con un uovo alla brace ( Da qui il nome del Ristorante ) che riassume l’idea di concretezza dello chef: affumicature eleganti, cremosità controllata, profumi di sottobosco e un equilibrio preciso tra intensità e delicatezza.
L’animella di vitello, morbida e setosa, gioca invece sul contrasto tra dolcezza e acidità, con note fruttate e leggere sfumature lattiche che le conferiscono una straordinaria armonia.
I ravioli allo zafferano sono un omaggio al territorio, con un ripieno di pecorino liquido che si fonde con la struttura gentile del coniglio marinato: piatto tecnico, raffinato e dal sapore pieno ma mai invadente.
Segue la pasta aromatica, dal respiro agrumato e balsamico, in cui ogni ingrediente — limone, sedano, alloro — trova la propria collocazione in un perfetto bilanciamento tra freschezza e rotondità. Lo Chef ci ha raggiunti personalmente in sala per completare la preparazione del piatto, gesto di grande eleganza che racconta il legame autentico tra cucina e ospitalità.
Il percorso prosegue con un agnello di rara finezza: tenero, profumato di erbe e sostenuto da note dolci e balsamiche che ne valorizzano il carattere senza coprirlo.
Il manzo frollato per venti giorni, invece, rappresenta il vertice del percorso: struttura impeccabile, burro di cacao e acidità floreale in un equilibrio magistrale che lascia il palato avvolto da un ricordo lungo e pulito. Il piatto ci è stato presentato con competenza e cortesia dal maître di sala, figura di grande eleganza e professionalità.
Chiude il tutto il fico velato, dessert di sorprendente equilibrio, che gioca sulle diverse consistenze del frutto, con il profumo dello zafferano di Nepi e la morbidezza di una ricotta locale dal gusto pieno e delicato.
La panificazione merita una menzione a parte — fragranza, alveolatura e profumo di rara precisione — e l’assaggio di burro è semplicemente straordinario: un gesto semplice ma denso di significato, segno di una cucina che pensa e sente.
La piccola pasticceria, servita con cura e gusto impeccabile, completa l’esperienza con eleganza, e la possibilità di degustarla davanti al camino acceso aggiunge un valore emotivo raro: un momento di calore autentico che chiude il percorso nel segno della bellezza e dell’accoglienza.
La carta dei vini è ben costruita, ampia e coerente con la filosofia della cucina: etichette selezionate con criterio e attenzione. Il sommelier, cortese e professionale, ha guidato la scelta con competenza. Noi abbiamo optato per uno Champagne Moët & Chandon, che ha accompagnato e sostenuto con eleganza l’intero percorso di sette portate, esaltandone ritmo e profondità.
Un ringraziamento particolare al cameriere di sala, sempre gentile, attento e impeccabile per tutta la durata del pranzo.
Unica osservazione, detta con rispetto e spirito costruttivo: il servizio di sala, già cortese e attento, trarrebbe grande beneficio da un miglior bilanciamento tra dimensioni dei piatti e spazio effettivo del tavolo, oltre che da una presenza leggermente più costante ai tavoli, per rendere l’esperienza ancora più fluida e armoniosa.
Sono dettagli, certo — ma è proprio in quei dettagli che nasce l’eccellenza.
A presto, torneremo con grande...
Read moreUn bellissimo pranzo in un ambiente bucolico ed elegante, che vuole raggiungere nuove altezze: pro e contro di questa nuova scoperta. Siamo venuti per un pranzo fuori porta seguendo ciò che la guida Michelin offriva nella Tuscia. Ogni pietanza è stata di nostro gradimento, tutti i piatti buonissimi a partire dagli antipasti con le zucchine, un piatto fine, elaborato e fresco, delizioso e l’uovo, dai sapori caserecci e boschivi, vicini alla terra; i primi a loro volta buonissimi, sia i tortelli al coniglio ma soprattutto il riso, una prelibatezza che avrebbe meritato un ulteriore assaggio, non a caso signature del ristorante. Buonissima la faraona, ottima anche in rapporto alla quantità, il suo fondo una crema godibilissima così come il pesto di nocciole nelle sue diverse consistenze. Buonissimo il dolce, spazzolato via quando sembrava non esserci più spazio, bene l’utilizzo delle nocciole e l’esaltazione di essa come elemento territoriale puro. Sottolineo la cura e la calda accoglienza anche verso il nostro cane, una bellissima coccola, non scontata nonostante era già previsto che gli animali fossero ammessi, in particolare da parte di Alessandro, discreto e gentilissimo ad ogni portata. Ho trovato poco centrati, quasi strani, i candelabri con le candele accese sulle finestre, li ho trovati fuori contesto, forse di notte fanno un effetto diverso, così come l’assenza di una tovaglia o di un semplice strato di tessuto che evitasse rumori eccessivi nello spostare elementi sul tavolo, sia chiaro, pensieri del tutto soggettivi; si vede che il ristorante che punta alla stella è una parte ancor poco centrale di tutto il borgo, o meglio quella più in divenire, non era chiaro dove fosse l’entrata, non era segnalato nulla e ci siamo fatti un giretto in un posto comunque bucolico e perciò gradevole, sicuramente bellissimo per grandi cerimonie. Ho trovato di cattivo gusto segnare la maggiorazione per la divisione del dolce, non è nulla per carità, non la paghiamo nei ristoranti fino a 3 stelle, ho trovato strano dal punto di vista concettuale pagarla, in quanto non segnalata nella carta dei dolci e del resto nel concreto non effettuata, poiché il dolce l’abbiamo diviso noi semplicemente mangiandolo. Speriamo di tornare perché il posto trasmette enorme serenità e si mangia...
Read moreIn Italië moet je je best doen om slecht te eten. Alle restaurants die we deze vakantie zijn tegengekomen waren goed. Maar dit restaurant is fantastisch. Er zijn niet genoeg positieve woorden om onze ervaring te omschrijven.
Ik wil beginnen met het personeel een groot compliment te geven. Deze mensen verstaan hun vak en dragen hun kennis met passie en trots uit. Alles klopte: de mis-en-place, hun uitleg, humor, timing. De sommelier spande voor mij de kroon met zijn prachtige, gebalanceerde en verrassende wijn keuzes. Echt perfectie. Hij wist trouwens ook heel veel over bier, en hun bieren uit Perugia vielen ook zeer in de smaak!
Het eten was ronduit fantastisch, elk gerecht was lekkerder dan die ervoor, de opbouw was ontzettend mooi gedaan. Mijn omschrijvingen bij de foto's doen absoluut geen recht aan de prachtige smaken. Lokale producten staan centraal in de keuken, waardoor alles enorm vers is. Ook streven ze zero waste na, waardoor er in onze gerechten bijvoorbeeld meerdere keren abrikoos zat. Dat geeft ook het gevoel dat de hele maaltijd een groot geheel is, fantastisch gedaan.
Ik wilde naar dit restaurant, omdat ik heel nieuwschierig was naar hoe fine dining in Italië eruit ziet. Het is écht een ander niveau dan alle restaurants waar we tot nu toe zijn geweest en dit restaurant was voor ons dan ook een unieke ervaring.
Een absolute aanrader voor iedereen die voor een geweldige culinaire...
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