Ristorante il vecchio circolo — Restaurant in Unione dei comuni Lombarda Prealpi

Nuova gestione: In 2:40 due antipasti, due primi, acqua dal rubinetto e un vino annacquato. Totale? 61 euro.

Arriviamo al locale per le 12:20 del giorno di Pasqua dopo una lunga camminata, pronti per degustarci un bel pranzetto in famiglia. Leggendo anche il cartello fuori dal locale che indica una nuova gestione e vedendo un menù alquanto allettante, ci prepariamo ad un grande pranzo. Ci sediamo ed essendoci una sola cameriera e una barista in tutto il locale la nostra comanda viene presa a più riprese (per essere precisi 3), poiché nel mentre ci interrompeva per andare  a portare i piatti agli altri tavoli. Dopo 40 minuti arrivano 2 antipasti (a loro detta molto abbondanti), composti da qualche fetta di affettato, delle palline di formaggio fritto, dei sotto aceti e del pane; Non male ma qualcosa in più non avrebbe ferito nessuno. Finiti gli antipasti arrivano dopo 20 minuti i 2 primi ordinati. Molto buoni con un ragù di cinghiale non affatto male. Dopodiché il buio totale. Tutto il locale completamente spazientito dalle lunghe attese e la cucina visibilmente in confusione. Dopo 1 ora e 40 arrivano al nostro tavolo degli altri primi da noi non ordinati e cogliendo l'occasione chiediamo il tempo di attesa per avere i 3 secondi e ci viene detto che sono in arrivo. Fatto sta che dopo un'altra bella attesa di altri 40 minuti decidiamo di alzarci e andarcene. Ci viene portato il conto e il prezzo è di 61 euro per 2 antipasti, 2 primi, un vino annacquato e dell'acqua del rubinetto. Nessuna capacità di organizzazione per gestire una ottantina di coperti e una cucina visibilmente non all'altezza per la gestione di un "ristorante". La cucina é accettabile, ma da evitare come posto sotto le festività o se si nota che nella sala ci sono più di 10 persone. Assolutamente sconsigliato se non avete intenzione di rimanere a  tavola per...

Il ristorante bar “Il Vecchio Circolo”, rappresenta una tappa obbligata per chi volesse trattenersi per pranzo o per cena a Monteviasco dopo aver affrontato l’ardua impresa di percorrere il sentiero di oltre 1.400 (!) gradini, che porta dall’area di parcheggio di Curiglia/Monteviasco all’abitato. Qui potrete gustare un bel piatto di pizzoccheri (e non solo…) preparati secondo le tradizioni con ingredienti scelti e di ottima qualità. Il prezzo è oltremodo giustificato e ragionevole visto le porzioni più che abbondanti. Oltre a un primo, sarete tentati di assaggiare anche un antipasto di formaggi e salumi, sempre freschi e squisiti o (perché no?) un piatto di “Sciatt”, altra specialità della casa. Vi avvertiamo però: riprendere il cammino sarà dura, dopo aver mangiato tutto quel ben di Dio. A fare da contorno ai vostri pasti la simpatia e la cordialità di Barbara e del resto del personale, che vi faranno sentire parte della famiglia. Al termine di questa piacevole sosta, ci hanno intrattenuto in una piacevole chiacchierata offrendoci una grappa preparata dallo chef con ingredienti di stagione: come finire...

Piccolo ristorante a conduzione famigliare. La proprietaria valtellinese doc in sala e il marito originario di Monteviasco in cucina. Il risultato è strepitoso. Forse non ci si aspetta di mangiare valtellinese da queste parti ma i pizzoccheri che ho mangiato (pasta fatta in casa e tagliata al coltello!) sono tra i migliori che abbia mai assaggiato, anche perché i formaggi usati arrivano dalla Valmalenco e sono ottimi, tanto che abbiamo preso anche un tagliere di quelli e uno di salumi, fantastici anch'essi ( la pancetta si scioglieva in bocca). Nota di merito anche per gli sciatt, altro piatto tipico valtellinese, abbondanti e buonissimi. Devo assolutamente tornare per provare la polenta concia e la pasta sempre fatta a mano con ragù bianco di selvaggina. Il servizio è davvero cortese e Barbara ti fa sentire a casa, anzi, ti apre le porte di casa sua e ti invita alla sua tavola, che è ancora meglio. Peccato solo, mentre si chiacchierava a fine pasto, che il cuoco in preda all'entusiasmo, ci abbia suggerito la lettura del libro di Vannacci. È davvero meglio che si dedichi alla cucina, in...