La terza stella perché almeno ci hanno provato. Prenotato in questo ristorante una cena con mia moglie dietro consiglio di altre persone che vi erano state in precedenza. Iniziamo dall'ambiente: climatizzato, nel senso che ci sono un paio di split in sala, ma che non si capisce che ruolo abbiano in quanto le finestre erano aperte e il "display" segnava 30, circa come i gradi che c'erano fuori (che speriamo non fosse la temperatura impostata altrimenti sarebbe stato quasi ridicolo). Forse facevano solo "girare" l'aria. Calda. La vista dalle finestre non è nemmeno poi così appagante (strada stretta da un lato e cortile interno dall'altro...). Non affollato, nonostante la festa di paese, pertanto a misura di cena tranquilla durante cui si può dialogare senza dover urlare. Distanza fra tavoli appena essenziale. Servizio: cordiale e abbastanza professionale. La cosa poco gradita, sperando che si sia trattato di un "incidente" è che sullo scontrino battuto il prezzo del vino risultava maggiorato rispetto al prezzo su listino. Ovviamente me ne sono accorto a casa, ma è un dettaglio a cui ho fatto caso dato che ero indeciso fra due vini che combinazione avevano lo stesso prezzo... per cui me lo ricordo bene. Se è stata una "distrazione" questo sicuramente abbassa il livello del servizio, non voglio pensare che non lo sia stata. Attese medio-lunghe, non avevamo certo fretta e questo non ha disturbato la nostra cena ma, in generale e specie se si hanno bambini a seguito, questo potrebbe non essere un buon aspetto. Abbiamo cenato a base di pesce. Buoni gli antipasti, e anche i primi sono stati discreti, nulla di memorabile, ma comunque gradevoli e saporiti. Abbiamo assaggiato anche una frittura che è stata particolarmente buona, ben fatta. Sul mangiare nulla da dire. Altra nota dolente il dolce: la zeppola di San Giuseppe era tutto tranne che fresca. Fredda, si, ma fresca no. Dura, da faticare a romperla. Peccato perché sul finale è proprio uno scivolone inappropriato. Riguardo ai prezzi: direi che sono tendenzialmente alti e non proprio adeguati al livello complessivo del ristorante. La buona qualità delle portate non è sempre sufficiente a...
Read moreWonderful food. Reasonable prices. Great service. Went there again yesterday. Asked Giuseppe, the owner/chef to prepare a starter for 3 people "hors menu". And he didn't disappoint, as you can see in the pictures. The strawberry on top of smoked salmon on a bed of asparagus was a revelation. The tuna on top of finely cut fennel was of a sublime palate cleansing contrast. The gamberoni were mouthwatering and that not only in looks. We skipped the first dish, and went straigth to fish (baccala, branzato, fried calamari and shrimps) which would deserve a post on their own. Desserts were a beauty to behold and delicious to savour. This place deserves a...
Read moreRistorante: Dal Ponte – Villanova Canavese Una sera che sa di mare, nel cuore silenzioso delle Valli del Canavese.
Il locale è piccolo, ma accogliente come una casa di ricordi felici. Tovaglie che ricordano il mare, onde disegnate con grazia, e un’atmosfera che sussurra “rallenta, qui si assapora”.
Il nostro viaggio comincia con un Plateau Royal: un trionfo del mare in festa, ostriche carnose che sanno di vento e profondità, limoni di mare brillanti come perle rare, capesante che si sciolgono come sussurri, gamberi rossi dal gusto intenso e fiero, tartare di salmone e tonno, crude delicatezze che accarezzano il palato come poesia liquida.
Poi, come un colpo di scena inatteso, arrivano i gamberi al gorgonzola – un’armonia audace, cremosa, inebriante: un abbraccio tra mare e terra, che resta nella memoria come una canzone ben scritta.
Il cuore della cena è un branzino dal sapore sincero, cotto alla perfezione, morbido e fragrante, adagiato su una crosta croccante di patate , che avvolge il piatto in una carezza tiepida.
E infine, il dolce: una sfera di cioccolato che si apre come un segreto, rivelando morbidezza e intensità, e un pasticciotto salentino alla crema – non troppo dolce, solo il giusto: una coccola autentica, tra tradizione e leggerezza.
Ad accompagnare il tutto, una bottiglia consigliata dalla splendida signora Miriam: un Kikè siciliano, profumato, avvolgente, che ha danzato con i piatti come se sapesse già tutto.
Alta la qualità, più che onesto il prezzo – una combinazione rara, che fa sorridere il cuore.
Il personale è gentile, autentico, presente. E la signora Miriam, con garbo e intelligenza, è stata bussola preziosa tra i sapori.
E poi c’è il signor Pino – cuoco, titolare, anima discreta e vera di questo luogo. La sua cucina parla da sé: racconta attenzione, esperienza, rispetto per la materia prima e un desiderio sincero di far star bene chi si siede a tavola.
Insomma, una bella scoperta. Un luogo da cui si esce sazi… anche di bellezza. Torneremo. Con piacere, e...
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