La chiesa di S. Pietro ad Oratorium fu edificata nella contrada detta di "Araturo" con nome derivante presumibilmente da un castello distrutto, da cui si originò successivamente il toponimo di Oratorium. La località si trova in uno degli angoli più pittoreschi d'Abruzzo, caratterizzato da molteplici testimenianze legate all'opera paziente dei monaci benedettini che l'abitarono fin dall'VIII secolo. Molti storici, considerando veritiera l'iscrizione apposta sull'architrave dell'ingresso ed autentico il precetto contenuto nel Chronicon Vulturnense, ritennero che Desiderio, re dei Longobardi, promosse la costruzione del monastero nel 722, in diretta dipendenza della casa madre benedettina di S. Vincenzo al Volturno. Altri considerarono invece che il complesso fosse stato fondato da papa Stefano II nel 756, pur sempre dipendente dal monastero volturnense. Il complesso benedettino di S. Pietro era composto in origine da un monastero e dalla chiesa, in un insieme di alto valore architettonico, artistico, stretegico e religioso. Nel corso del tempo il convento fu completamente distrutto, mentre la chiesa subì una radicale ricostruzione intorno al1100. La nuova fondazione fu consacrata nel 1117 da papa Pasquale II, e lasciata alla dipendenza di S. Vincenzo. L'architettura chiesastica che prese forma in Abruzzo fra l'XI e il XII secolo, derivata sostanzialmente dal modello cassinese e influenzata dalla solenne fondazione di S. Liberatore alla Maiella, consiste, per la maggior parte dei casi, in edifici longitudinali a tre navate terminanti in altrettante abside semicircolari, come nella ricostruzione romanica della chiesa di Capestrano. Qui le navi sono ritmate da pilastri sostenenti arcate a tutto sesto culminanti prospetticamente nel presbiterio, rialzato rispetto all'aula, e le pareti laterali mostrano una rastremazione verso la zona dell'altare maggiore, quasi che i costruttori volessero trasmettere ai fedeli la sensazione di avvicinarsi progressivamente a Dio. Nel corso degli anni la chiesa subì profondi rimaneggiamenti: le arcate furono murate e l'impianto ridotto alla sola nave mediana, che fu così isolata dalle navatelle laterali. I restauri attuati alla metà del '900 hanno in parte restituito alla chiesa l'originaria impostazione, con il recupero delle murature dei fianchi, delle tre piccole absidi e delle coperture lignee. Una menzione particolare meritano gli affreschi della zona presbiteriale, nati dalla volontà di coniugare la tendenza antichizzante di matrice cassinese con la spontanea creatività locale; essi sono considerati fra i più antichi documentati in Abruzzo, realizzati nel momento della ricostruzione romanica dell'edificio. La raffigurazione più importante è quella del Redentore fra gli Evangelisti e i ventiquattro vegliardi dell'Apocalisse, a cui si accompagnano figure di Santi e di Monaci: al di sopra dell'arco absidale è raffigurato Cristo benedicente alla greca (l'anulare ripiegato sul pollice, mignolo, indice e medio sollevati), attorno ci sono gli Evangelisti accompagnati dai loro simboli, due grandi Serafini ed i Seniori dell'Apocalisse rappresentati nell'atto di levare le coppe verso Cristo. Nel catino sono infine raffigurati Santi benedettini in preghiera, ognuno inquadrato da un'elegante nicchia dipinta che rammenta la decorazione plastica dei...
Read moreUno scrigno di storia ed elementi architettonici a cui spesso è difficile dare una spiegazione logica. Questa Chiesa si trova nella parte bassa del paese di Capestrano, in provincia dell'Aquila. Di antica costruzione, addirittura databile intorno all' VII sec. È un monumento nazionale dai primi del 1900 ed è visitabile tutti i giorni grazie all'amore per l'arte del Sig. Antonio che oltre ad essere un grande studioso conosce ogni pietra della chiesa. Il portale di ingresso, orientato verso Costantinopoli presenta decori floreali e un affresco di san Pietro. Sulla stessa facciata di posizionato, (?) il famoso quadrato del SATOR, con la scritta capovolta. L'interno a tre navate ha un presbiterio dove si trovano un altare ed un ciborio del XIII secolo. Nell'abside si conserva un ciclo di affreschi ed anche l'arco trionfale con un'immagine di Cristo con gli evangelisti ed i ventiquattro Vegliardi...
Read morePiccolo gioiello nel cuore della Valle ai piedi di Capestrano. Famosa per la presenza del "quadrato magico", ma con la particolarità (unica in Italia) dell'essere posto al rovescio, quest'ultimo nel costituisce solo una delle caratteristiche di un insieme ben più articolato di meraviglie. Sulla facciata si possono ammirare pietre, rilievi scultorei e fregi di recupero da vecchi templi pre-esistenti, entrando la vista è attratta dell'altare e dall'affresco retrostante che, grazie alla particolare posizione e al gioco di luce che si crea, lascia lo spettatore senza fiato. Solo una volta entrati, soprattutto se guidati, si possono cogliere altri bellissimi dettagli posti lungo le navate. L'abbazia e tenuta in vita e curata dalla ProLoco del posto e da splendidi volontari con la passione per la storia antica e fortemente innamorati del proprio territorio. Una visita decisamente da fare se...
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