La storia del Castello e la città di Carrù Le prime notizie relative al Castello di Carrù risalgono intorno all’anno 1.000 quando un “castrum” è menzionato assieme alla cappella di San Pietro. I luoghi carrucesi fanno parte della contea di Bredulo e passano in seguito ai Vescovi d’Asti che li cedono in feudo ai Signori di Manzano. Nel 1250 Carrù viene ceduta al comune di Mondovì che nello stesso giorno vende il Castello e il territorio ai Bressano; costoro stringono alleanze prima con gli Angiò e in seguito coi Principi d’Acaja sino ad arrivare al 1370 dove il feudo passa nelle mani di Amedeo VI di Savoia che investe i Marchesi di Ceva della titolarità del feudo.
Nel 1418 il conte Ludovico Costa, tesoriere e luogotenente del Principe d’Acaja e poi consigliere di Amedeo VIII di Savoia, viene investito del feudo di Carrù in aggiunta a quelli già posseduti (Carrù, Benevagienna, Trinità).
Nel 1427 muore Ludovico Costa e gli succede il figlio Giovanni Luigi. Dopo un periodo di occupazione (prima francese poi spagnola), di pestilenze e carestie, la restituzione di gran parte del Piemonte a Emanuele Filiberto di Savoia dà inizio al periodo di riorganizzazione dello stato sabaudo. L’edificio del ’400 viene, nel corso dei secoli, più volte rimaneggiato: nel XVII secolo si fanno grandi interventi, il Castello diventa dimora di piacere e di caccia di Gerolamo Maria della Trinità e di sua moglie Paola Cristina del Carretto. I loro discendenti tra cui Vittorio Amedeo (viceré di Sardegna del XVIII secolo) continueranno ad arricchire l’antica dimora di famiglia. Nel 1796 Carrù diventa quartier generale di Napoleone Bonaparte e il 23 aprile dello stesso anno trascorse la notte nella casa dell’avvocato Pietro Antonio Massimino.
L’800 ridefinisce alcune decorazioni e arredi dell’antica costruzione che diviene luogo di villeggiatura della Contessa Costanza di Rorà (moglie di Paolo Costa della Trinità) che vende nel 1872 il Castello e la proprietà ai Curreno: il generale Giuseppe, appartenente ad una distinta famiglia di proprietari terrieri, ottiene il titolo di Conte di Santa Maddalena. In seguito, nel 1977, il Castello viene venduto alla Cassa Rurale e Artigiana di Carrù, ora Banca Alpi Marittime Credito Cooperativo Carrù. E’ sede della Banca che conta sul territorio...
Read moreIl Castello di Carrù, sede centrale della BCC Alpi Marittime, è un gioiello storico della provincia di Cuneo: le sue origini risalgono a un “castrum” medievale menzionato già nell’XI secolo, con successive trasformazioni, restauri settecenteschi e neogotici.
Acquisito nel 1977 dalla Cassa Rurale e Artigiana di Carrù (oggi Banca), il castello ospita sale ricche di dipinti di scuola piemontese e genovese, saloni decorati con motivi floreali, volte lignee e una “camera dell’alcova” d’eleganza barocca. È qui che si racconta la leggenda della Dama Blu: pare che nelle notti silenziose appaia uno spettro che ricerca un antico torto perduto.
Il castello domina il borgo su un promontorio, offrendo scorci verso le Langhe e un cortile maestoso di accesso con prato. Il progetto di riuso della banca ha saputo coniugare conservazione architettonica ed adeguamenti moderni: ad esempio sono stati installati 150 infissi su misura, modello “Seta 2.0”, per migliorare isolamento termico senza alterare l’estetica originaria.
Carrù, “Porta della Langa”, è da sempre legata a figure storiche e istituzionali, e il sindaco e la comunità locale collaborano attivamente alla valorizzazione del territorio. Questo edificio non è solo sede bancaria: è custode di memoria, cultura e identità locale.
In sintesi: il Castello di Carrù non è mera sede operativa, bensì un simbolo vivo della banca e del territorio, degno di essere onorato, protetto e valorizzato con...
Read moreIl castello di Carrù è senz'altro uno dei più belli della provincia di Cuneo. Sorge su un promontorio leggermente staccato dall'abitato vecchio del paese e da un lato ha un bellissimo panorama sulla Langa, dall'altro un cortile di accesso con prato. L'edificio è sede della Banca Alpi Marittime ma è visitabile in alcune giornate. Della sua esistenza si hanno notizie fin dall'anno mille e nel tempo è passato in mano a diverse famiglie nobili. E' ricchissimo di arredi, quadri, mobili barocchi e molte decorazioni ben conservate. Vale la pena...
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