Il sito di Eraclea Minoa non è famoso come i vicini siti di Selinunte e di Agrigento, e certamente non ne è all'altezza nel complesso; tuttavia trovo che ne condivida il fascino, la sensazione che infonde nei visitatori; somiglianza sicuramente favorita dalle forme e dai colori del paesaggio, giallo ocra, verde e blu. Abbiamo visitato il sito nel tardo pomeriggio, l'ora che amo di più, sia per il caldo meno opprimente che, soprattutto, per i colori, che si tingono di quella doratura giallo ocra meravigliosa che si trova nella terra della Sicilia. Per una descrizione di cosa si può vedere, i siti internet sono abbastanza completi. Il piccolo museo è ricco di reperti ottimamente conservati. Il personale è gentilissimo. Purtroppo il sito non è affatto valorizzato e la sua conoscenza è lasciata sostanzialmente all'immaginazione del visitatore. Non c'è un bar né un punto di ristoro ( per i quali occorre scendere nella sottostante località balneare omonima, peraltro bellissima, che si trova ai piedi di una stupenda costa strapiombante di marna bianca) -però c'è una fontana di acqua potabile-. Non ci sono cartine né spiegazioni approfondite. Non so se sia possibile avere una guida. È notevole l'aspetto paesaggistico: c'è la possibilità di fare un ampio giro ad anello che offre scorci di panorami stupendi, sia verso la costa che verso l'interno ( la vallata del fiume Platani è verdeggiante di coltivazioni e il profilo dei monti lontani è molto suggestivo). Dietro il teatro greco, ricoperto da una struttura recente, sicuramente utile ma decisamente brutta, c'è un sinistro bunker della seconda guerra mondiale, a testimonianza dell'eccezionale vista che si gode da lassù. Il parcheggio è gratuito e il giro completo dura un'ora e mezza circa, se fatto con calma. NB: nella penultima foto, la scogliera bianca in fondo è quella del promontorio su cui si trova il sito; la visuale è dalla spiaggia di Bovo Marina. Nell'ultima foto, la piantina della riserva naturale della foce del fiume Platani, nella quale, in basso, si vede l'ubicazione del sito...
Read moreIncorniciate quasi alla fine, risalendo verso NW, di quel lungo tratto di costa a strapiombo sul mare e caratterizzato dal biancore stratificato di marna e calcare della più famosa "Scala dei Turchi", le rovine di Eraclea Mìnoa si raggiungono alla fine di un breve diverticolo stradale (SP30) che si stacca dalla SS115 35 km a NW di Agrigento e che nell'ultimo tratto è a picco sulle alte falesie, La prima sorpresa è costituita dall'accoglienza numerosa e cordiale del personale presente nel giorno di Pasqua e la seconda è il piccolo ma perfettamente organizzato Antiquarium che raccoglie interessanti reperti provenienti dagli scavi del luogo accompagnati da chiari ed esaurienti cartelli informativi. ...poi iniziano le delusioni! Il vicinissimo teatro scavato nella roccia e malamente coperto da una oscena struttura di tubolari da ponteggio e pannelli traslucidi (bisognava pur limitare il dilavamento delle gradinate della cavea scavate nella tenera roccia marnosa! Ma c'è modo e modo, se la struttura deve avere un carattere permanente!) rimane praticamente invisibile dietro una recinzione che denuncia la sua presenza da troppi anni e dietro un'alta siepe di erba incolta! Non un cartello didascalico e informativo! Eppure i supporti in acciaio inox, perfettamente uguali a quelli di altri e meglio mantenuti siti, ci sono! L'unico cartello (in formato A4!) reperibile nelle vicinanze indica che siamo di fronte al teatro: peccato che siamo invece all'inizio del tratto rettilineo che sulla piantina viene definito delle mura ovvero di un muro di sostegno di un terrazzamento! Anche il piccolo edificio in muratura, che dovrebbe proteggere i ruderi di due presunte abitazioni di riuso, si è uniformato allo stato dei ruderi che contiene. Solo il paesaggio che si gode dall'altura riesce in parte a mitigare la lunga serie di delusioni...
Read moreConnected the 500BC to 100BC archaeology with the geological context clearly. There's a nice short walk around the site where you can see how the ancient village fits into the landscape and its salt/sulphorous riches. There was a lot of wind damage preventing access to the ampetheatre but guess this will get repaired soon. Some signs have english translations but none in the museum. Luckily google translate worked very well. A beautiful place to have lived that has been strongly...
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