La visita guidata a Palazzo Arese Borromeo a Cesano Maderno è una vera e propria immersione in un mondo incantato, fatto di giardini, angoli nascosti, decorazioni raffinate e splendidi affreschi, sospesi in una dimensione fiabesca e senza tempo. Durata della visita guidata: 105 minuti circa - Ritrovo: 15 minuti prima - Dove: davanti all'ingresso di Palazzo Arese Borromeo Biglietto di ingresso a Palazzo Arese Borromeo a Cesano Maderno (6,00 euro), Visita guidata condotta da uno storico dell'arte in possesso di regolare patentino abilitativo alla professione, tessera e bollino Milanoguida che consentono l'accumulo di bonus per ottenere una visita guidata gratuita. Tot. 16,00 euro L'ala nord del palazzo fu costruita nel cinquecento da Bartolomeo Senior, Giulio I Arese iniziò un ampliamento intorno al 1620, ma la parte preponderante di questa esemplare residenza nobiliare suburbana fu fatta costruire dal 1654 al 1670 circa dall'allora presidente del Senato di Milano, il conte Bartolomeo III Arese. A lui si deve il merito di aver trasformato la villa di campagna di Cesano Maderno nella sontuosa residenza odierna. A questa politica di prestigio familiare contribuirono anche le iniziative del Conte Arese, di benefattore e di mecenate nonché la costruzione della cappella di famiglia in San Vittore al Corpo a Milano, del monastero domenicano di San Pietro martire a Seveso, dell'imponente Palazzo Arese ora Palazzo Litta a Milano, affidato a Francesco Maria Richino inoltre al rinnovamento della Chiesa di Santa Maria alla Porta a Milano e la Chiesa di San Nicolao (Milano).[1] Anche se l'idea di costruire il palazzo di campagna a Cesano era stata del padre Giulio Arese, fu Bartolomeo a realizzarne il compimento. La residenza che ancora oggi è possibile ammirare fu il frutto delle sue scelte, dei suoi gusti, della sua cultura. Il progetto del palazzo va letto all'interno di un più complesso progetto urbanistico che aveva la funzione di dare il massimo risalto alla nobile dimora all'interno del borgo di Cesano. Il cuore del complesso è il palazzo, in stile tardo-barocco lombardo, ed intorno ad esso ruotano una serie di elementi che contribuiscono ad esaltarne la presenza, il valore simbolico oltre che architettonico. A partire dalla Piazza ad esedra, già concepita come in stretta relazione con il palazzo, ed agli inizi del Settecento perfezionata come una sfarzosa quinta scenografica e come luogo ove ambientarvi feste e intrattenimenti per gli ospiti. Successivamente quest'area venne destinata ad area di mercato ed ancora nel Novecento fu profondamente modificata. Solo a seguito dei restauri compiuti nel 1997 l'Esedra del palazzo ha riacquistato le forme e le funzioni originarie mettendo ben in luce le sue valenze di luogo scenico ispirato alla tipologia architettonica dei Teatri d'acqua. Verso ovest si allunga un viale rettilineo, ora corso Libertà, nel quale troviamo la chiesa di santo Stefano antica, ora sconsacrata, e quella nuova del 1937. Dalla parte opposta, ad est, si estende un vasto giardino, interamente recintato. Da notare l'asse prospettico che dalla loggia genovese del palazzo, va a terminare alla fontana e con una piccola deviazione con il grande portale del muro di cinta. Accenniamo brevemente ad un ambiente tutto speciale, ideale raccordo tra il palazzo e la natura del parco del Palazzo: il ninfeo, ricavato in un prolungamento a pian terreno dell'ala settentrionale del complesso. La decorazione musiva, l'acqua e le piante che un tempo arricchivano la struttura, ne facevano un luogo atto alla meditazione, alla contemplazione, in una ideale unione tra ragione e natura. Oltre il lato meridionale del palazzo si estende, sull'asse loggia-fontana, il giardino all'italiana e sul lato nord di questo aree prative del parco. Attualmente il palazzo è di proprietà...
Read moreUna bella sorpresa questo palazzo seicentesco nel centro storico, costruito su edifici precedenti (forse un castello?). Aperto tutto l'anno sabato e domenica. Il Giardino è pubblico e gratuito; il palazzo è proprietà comunale e ha un biglietto d'ingresso a costo diversificato a seconda che si scelga la visita libera (con QR code) o guidata. L'unicità di questa residenza seicentesca è quella di esserci pervenuta conservando gran parte dei suoi aspetti originari, senza alterazioni tali da poterli snaturare. Per questo si configura come un progetto unitario con significati architettonici, scultorei e pittorici nonchè filosofico-ermetici impressigli dal suo committente: il conte Bartolomeo III Arese (1590-1674). Figura importante nel panorama politico e culturale della sua epoca, nato a Milano e membro dell'Accademia della Regina Cristina di Svezia, costruì il suo Palazzo di Cesano Maderno con precisi e puntuali significati culturali che rispecchiassero la sua concezione ed esperienza di vita. Si percepisce, pur distante di secoli, la ferrea volontà di lasciare il "suo" pensiero ai posteri; visitando le sale sembra che ti parlino, non manifestando soltanto carattere, bellezza estetica (che è innegabile) e armoniosa grazia, ma il suo amore per la Natura, che era poi ricerca dei Segreti della Natura. Il conte infatti si dedicò al mondo dell'Alchimia. Egli si era fatto realizzare un piccolo appartamento "alla Mosaicha" (impropriamente poi denominato NInfeo) all'interno del Palazzo (normalmente questo tipo di ambienti si situano in angoli nascosti dei giardini o nei sotterranei). E' composto da quattro ambienti, di cui la prima sala è interamente ricoperta di mosaico fatto da sassolini di fiume bianchi e neri, disposti a formare disegni precisi. Sul soffitto tre ovali emblematici: Il Saggio e la Solitudine (un cartiglio in latino dice, tradotto: "il saggio non è mai meno solo di quando sia solo"); il secondo ovale mostra due figure femminili, la Natura e la Temperanza; nel terzo l'Intelletto o Ingegno, come recita il cartiglio "Nutrit Ingenium Quies" (la Quiete nutre l'Ingegno). E' raffigurato da un giovane vestito con un abito dorato, scettro in mano e corona in testa da cui escono fiamme (=il naturale desiderio di sapere); di fronte a lui siede su una pietra cubica una giovane donna in abito azzurro (la Quiete). Bartolomeo fu un uomo che pose come guida del suo agire la Conoscenza e la Cultura. Gestiva ricchezza e potere (possedeva entrambi) come necessari e opportuni strumenti per perseguire le proprie idee e convinzioni senza timori. Il limite che ho notato è che le innumerevoli sale sono visitabili per meno della metà perchè bisognose di restauri e messa in sicurezza (il percorso è corposo comunque ma per una visuale completa della "filosofia" del committente sarebbe opportuno effettuare il percorso "di lettura" come egli volle trasmetterlo). Alcuni ambienti del piano terra sono occupati dalle aule di una facoltà universitaria. Nel giardino si trovano alcuni elementi rilevanti come i due sorprendenti dromedari scolpiti e accovacciati a guardia della fonte sottostante (i dromedari compaiono nello stemma dei Borromeo). E' certo un caso più unico che raro trovarne in un giardino ma devo dire che sono coerenti con la filosofia di impostazione. Un bellissimo tempietto accoglie la statua di Fauno (Pan). A me il tutto è piaciuto molto. La visita doveva durare un'ora e mezza, eravamo gli unici visitatori e il paziente signore/custode, vista la mia passione, non ci ha avvisato del tempo superato e quando mi sono data un limite, erano passate due ore. L'ingresso è da Piazza Esedra, spettacolare e scenografica. Il Giardino ha diversi ingressi e ha regole prestabilite (non si possono introdurre animali, ad esempio), debitamente elencate a ciascuna entrata. Esistono parcheggi liberi e...
Read moreDeve essere stato molto bello e importante, ma oggi non si riesce a coglierne la bellezza e l’importanza per diversi motivi (soprattutto se lo si visita da soli).
E’ un enorme complesso costituito dal palazzo vero e proprio (con cortile d’onore, loggia, scuderie, …, un ninfeo) preceduto da una imponente esedra e affiancato da una torre, dotato di un oratorio, che si affaccia su un giardino cinto da mura, ornato da statue, con uccelliera e tempietto (del Fauno); all’interno del palazzo, decine e decine di sale con chilometri quadrati di affreschi realizzati tra il Seicento e il Settecento che ricoprono pareti e soffitti. Venne costruito a partire dalla seconda metà del Seicento da una delle famiglie più importanti per la storia della città di Milano: la famiglia Arese, imparentata con la famiglia Borromeo. E voleva dare un chiaro segno della potenza politica ed economica della famiglia.
Ma il percorso di visita non aiuta a comprendere il significato e il valore del palazzo, perché è decisamente illogico: al palazzo si accede lateralmente e non dall’esedra, su cui prospetta la facciata principale, come sarebbe sensato per cogliere l’imponenza e il significato di presenza dominante sul territorio; la visita alle sale comincia al pianterreno e per raggiungere il piano nobile si utilizza una scala di servizio - brutta e mal tenuta - e non lo scalone d’onore o scalone di ferro sulle cui pareti sta una interessante collezione di stemmi delle famiglie nobiliari.
Se a questo aggiungiamo il fatto che le sale (a parte gli affreschi, ben spiegati ma, al di là del gusto personale, non di grande qualità) sono o completamente spoglie o “arredate con mobilacci indegni, che alcune parti del palazzo non sono visitabili per diversi motivi (il ninfeo, ad esempio, per motivi di sicurezza; molte sale, perché devono essere ancora restaurate), che alcuni annessi interessanti come l’oratorio, la torre, la ghiacciaia sono visitabili solo durante specifiche visite guidate che seguono un particolare calendario si può capire perché - pur avendo dedicato un’intera mattinata alla visita di questo palazzo - non posso dire di aver vissuto un’esperienza soddisfacente; mi è rimasta molta curiosità, ma non so se sarò disposta a tornare per completare l’esplorazione.
Anche il giardino, che si estende per quasi un chilometro (era un giardino all'italiana), per quanto ben tenuto, mi è sembrato triste e spoglio: un grande parco alberato, circondato da alte mura, in cui gli elementi artistici (le statue, sparse qua e là) e architettonici (il padiglione degli uccelli o voliera e il tempietto del fauno, che presentano ancora tracce degli affreschi con cui erano abbelliti; la fontana dei dromedari, l’unica cosa che movimenta un po’ il giardino stesso) necessiterebbero di un bel restauro per poter...
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