BELLISSIMO MA TROPPI PANNELLI DA LEGGERE!! durante il mio viaggio in Abruzzo ho dedicato una giornata alla città di Chieti e ai suoi musei e questo è sicuramente il più interessante per i reperti esposti. veramente eccezionali alcuni di questi!!! il museo si trova leggermente spostato rispetto al centro storico, nella via dove c'è l'Università, in un piccolo parco pubblico suggestivo. la palazzina è molto elegante. il percorso si snoda attraverso 15 sezioni collocate su due piani. il periodo considerato è quello che va dall'epoca preromana - VI, VII secolo a.c. - al periodo romano. si copre all'incirca un millennio di storia abruzzese. i reperti provengono da tutta la regione. sono divisi per territorio e popoli che lo hanno abitato. la visita inizia al piano superiore, dove la prima sala è dedicata ai vestini tramontani, le successive tre ai vestiti cismontani, altre 4 ai peligni e le ultime due ai Marruccini e ai Carriccini. nelle vetrine sono esposti i ritrovamenti di numerose sepolture e alcune aree sacre che hanno restituito armi, anelli, collane, chiodi, suole di scarpe chiodate per affrontare le asperità del terreno - non avevo mai visto questo genere di reperti, sono particolari!! -, vasellame da cucina, statuette votive, ecc. alcuni oggetti sono bellissimi. ad esempio una scatoletta cilindrica che si trova nella sezione dei peligni ma soprattutto il piccolo ercole a riposo in bronzo posto nella teca prima delle ultime due sale. è un reperto assolutamente straordinario che merita di essere visto! particolari i due busti in pietra presenti nella penultima sala. l'esposizione, a parte qualche vetrina spenta, è molto suggestiva e il percorso interessante. l'aspetto negativo è purtroppo l'eccessiva presenza di pannelli che rallenta e annoia molto il visitatore. ciascuna vetrina è corredata da uno che spiega cosa vi è esposto. inutile visto che ci sono già le didascalie per ciascun oggetto. in più vi è un supporto informativo per ciascuna necropoli da cui provengono i reperti. le spiegazioni dicono tutto sommato poco o niente. secondo me sarebbe opportuno rimuoverne una gran parte, lasciando solo quelli che spiegano il popolo di riferimento e indicando sommariamente da dove vengono i reperti in modo che il visitatore possa concentrarsi di più sulla visione di quanto esposto senza dover leggere centinaia di informazioni di scarsa rilevanza. l'ultima saletta espone un paio di stupendi letti funebri. altri due si vedono, insieme a oggetti di corredo, sulle scale e un quinto campeggia in mezzo al salone del piano terra. anche questo genere di reperti non è solito a vedersi nei musei archeologici e merita la visita! al piano terra una sala, sotto alla scala, è dedicata ai sabini e ad un altro popolo. sulla sinistra appena si entra si trova lo scenografico allestimento realizzato dall'artista Mimmo Rotella, in cui è inserito il guerriero di Capestrano, sicuramente l'attrazione principale del museo. proviene da un sito in provincia dell'Aquila ed è un guerriero in pietra integro, del VI sec. a.C. la particolarità sta nel cappello che sembra un sombrero ma è in realtà uno scudo. raffigura un personaggio di rango. nel salone sono esposte una decina di statue romane. al fondo a destra due sale sono dedicate alla collezione Pansa mentre a sinistra si trovano le due sale con la collezione numismatica. qui i pannelli sono decisamente orrendi. le monete coprono tutto il periodo dalla prima monetazione - alcuni secoli a.c. - fino alla fine del periodo borbonico. nel complesso è un bellissimo museo, peccato per questa ridondanza di nozioni che appesantiscono molto la visita, che richiede, volendo leggere tutto, non meno di 3/4 ore. il personale è molto gentile e disponibile. il museo è aperto dalle 8.30 alle 19.30 dal martedì al sabato e la prima domenica del mese. negli altri festivi dalle 8.30 alle 14. il biglietto costa 4€ e da diritto al ridotto per il vicinissimo museo della Civitella e per la casa natale di D'Annunzio a...
Read moreIl museo ha sede a Chieti in una elegante villa neoclassica, progettata dall’architetto napoletano Errico Riccio per volere del barone Ferrante Frigerj nel 1830.
L’edificio domina un piccola altura, originariamente un terreno agricolo di proprietà della famiglia Frigerj localizzato all’esterno delle mura cittadine, a poca distanza da Porta S. Andrea, l’ingresso meridionale della città, ora non più esistente. Dalla sommità della collina si gode di un panorama mozzafiato e si possono ammirare sia la villa comunale con il profilo degli edifici del centro storico sia il maestoso massiccio montuoso della Majella con la vallata sottostante.
Nel 1864 l’immobile divenne proprietà comunale e fu sede scolastica. Nel 1959, grazie all’interessamento dell’allora soprintendente archeologo Valerio Cianfarani, è diventato museo archeologico nazionale e dal 2014 è stato assegnato al Polo Museale dell’Abruzzo.
All’esterno il visitatore può osservare il rivestimento delle facciate, in bugnato liscio di mattoni al pian terreno e in semplici mattoni nei restanti livelli. La facciata principale, rivolta verso la città, è coronata da un tempietto. All’interno, è esposta la più importante raccolta archeologica abruzzese, fruibile attraverso il nuovo percorso museale, allestito nel 2011 e ampliato nel 2014 seguendo criteri espositivi che privilegiano gli aspetti etnici e topografici delle antiche popolazioni della regione. Al piano terra il visitatore potrà approfondire le tematiche legate alla statuaria antica e, in particolare, potrà contemplare il famoso Guerriero di Capestrano, un capolavoro artistico del VI secolo a.C., al quale è dedicata la sala “Al di là del tempo”. L’allestimento della sala è stato curato dall’artista Mimmo Palladino, il quale afferma: “Ho voluto quasi depurare il Guerriero dal significato che lo determina storicamente e lo data. Chi lo guarda ne deve trarre suggestioni che vanno al di là della sua collocazione cronologica”. Al piano terra è presente anche una ricca sezione numismatica e la ottocentesca collezione Pansa, con oggetti eterogenei.
Al primo piano sono presentati i reperti ritrovati nei più rilevanti contesti archeologici abruzzesi datati tra le fasi protostoriche e quelle alto-medievali - soprattutto necropoli e santuari - e il visitatore potrà, quindi, andare alla scoperta della cultura materiale dei Vestini, dei Peligni, dei Marrucini e dei Carricini. Attraverso la scalinata monumentale si torna al piano terra e si prosegue la visita alla scoperta degli antichi popoli dell’Abruzzo osservando i manufatti dei Sabini, dei Frentani, degli Equi e dei Marsi.
L’offerta museale è completata da una biblioteca specializzata contenente circa...
Read moreIl museo ha sede a Chieti in una elegante villa neoclassica progettata dall’architetto napoletano Errico Riccio per volere del barone Ferrante Frigerj nel 1830. L’edificio domina un piccola altura, originariamente un terreno agricolo di proprietà della famiglia Frigerj localizzato all’esterno delle mura cittadine, a poca distanza da Porta S. Andrea, l’ingresso meridionale della città, ora non più esistente. Dalla sommità della collina si gode di un panorama mozzafiato e si possono ammirare sia la villa comunale con il profilo degli edifici del centro storico sia il maestoso massiccio montuoso della Majella con la vallata sottostante. Nel 1864 l’immobile divenne proprietà comunale e fu sede scolastica. Nel 1959, grazie all’interessamento dell’allora soprintendente archeologo Valerio Cianfarani, è diventato museo archeologico nazionale e dal 2014 è stato assegnato al Polo Museale dell’Abruzzo. All’esterno, il visitatore può osservare il rivestimento delle facciate, in bugnato liscio di mattoni al pian terreno e in semplici mattoni nei restanti livelli. La facciata principale, rivolta verso la città, è coronata da un tempietto. All’interno, è esposta la più importante raccolta archeologica abruzzese, fruibile attraverso il nuovo percorso museale, allestito nel 2011 e ampliato nel 2014 seguendo criteri espositivi che privilegiano gli aspetti etnici e topografici delle antiche popolazioni della regione. Al piano terra il visitatore potrà approfondire le tematiche legate alla statuaria antica e, in particolare, potrà contemplare il famoso Guerriero di Capestrano, un capolavoro artistico del VI secolo a.C., al quale è dedicata la sala “Al di là del tempo”. L’allestimento della sala è stato curato dall’artista Mimmo Palladino, il quale afferma: “Ho voluto quasi depurare il Guerriero dal significato che lo determina storicamente e lo data. Chi lo guarda ne deve trarre suggestioni che vanno al di là della sua collocazione cronologica”. Al piano terra è presente anche una ricca sezione numismatica e la ottocentesca collezione Pansa, con oggetti eterogenei. Al primo piano sono presentati i reperti ritrovati nei più rilevanti contesti archeologici abruzzesi datati tra le fasi protostoriche e quelle alto-medievali - soprattutto necropoli e santuari - e il visitatore potrà, quindi, andare alla scoperta della cultura materiale dei Vestini, dei Peligni, dei Marrucini e dei Carricini. Attraverso la scalinata monumentale si torna al piano terra e si prosegue la visita alla scoperta degli antichi popoli dell’Abruzzo osservando i manufatti dei Sabini, dei Frentani, degli Equi e dei Marsi. L’offerta museale è completata da una biblioteca specializzata contenente circa...
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