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Giants' grave of S'Ena'e Thomes — Attraction in Durgali/Dorgali

Name
Giants' grave of S'Ena'e Thomes
Description
The giants' grave of S'Ena'e Thomes is a nuragic-era archaeological site located in the municipality of Dorgali, in the province of Nuoro, Sardinia. The tomb, dating back to the Bronze Age, has a dolmen structure with a central stele.
Nearby attractions
Tomba dei giganti s’ena ‘e thomes
SP38, Km 19, 08020 Dorgali NU, Italy
Nearby restaurants
Su Nuraghe - Dorgali (NU) turismo rurale
SP38 Chilometro, 18, 08022 Dorgali NU, Italy
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Giants' grave of S'Ena'e Thomes
ItalySardiniaDurgali/DorgaliGiants' grave of S'Ena'e Thomes

Basic Info

Giants' grave of S'Ena'e Thomes

Strada Provinciale 38, Km 19, 08020 Dorgali NU, Italy
4.4(415)
Open 24 hours
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spot

Ratings & Description

Info

The giants' grave of S'Ena'e Thomes is a nuragic-era archaeological site located in the municipality of Dorgali, in the province of Nuoro, Sardinia. The tomb, dating back to the Bronze Age, has a dolmen structure with a central stele.

Cultural
Outdoor
Scenic
Off the beaten path
attractions: Tomba dei giganti s’ena ‘e thomes, restaurants: Su Nuraghe - Dorgali (NU) turismo rurale
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Tomba dei giganti s’ena ‘e thomes

Tomba dei giganti s’ena ‘e thomes

Tomba dei giganti s’ena ‘e thomes

4.4

(70)

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Sat, Dec 6 • 10:00 AM
08022, Dorgali, Sardegna, Italy
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Su Nuraghe - Dorgali (NU) turismo rurale

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Reviews of Giants' grave of S'Ena'e Thomes

4.4
(415)
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5.0
4y

La Tomba dei Giganti S’Ena e Thomes è situata nella valle dell’Isalle, lungo la strada Dorgali-Lula oltre il bivio per Orosei. Il monumento funebre, già noto all’inizio del secolo, fu scavato e restaurato a causa del suo pessimo stato di ritrovamento nel 1977 da Francesco Nicosia, l’allora Soprintendente Archeologico di Sassari e Nuoro. Il sepolcro si erge in tutta la sua maestosità nel cuore della vegetazione: con struttura dolmenica, largo complessivamente 16, 20 mt ed integralmente costituito da granito. Centralmente si trova la stele centinata monolitica che chiude la camera sepolcrale, con una cornice in rilievo, più spessa nella parte inferiore. Essa è alta 3,65 mt, larga 2,10 mt, spessa 0,40 e pesante ben 7 tonnellate. Alla base vi è il piccolo portello d’accesso simboleggiante il passaggio dal mondo dei vivi a quello dei morti (alt. m 0,50; largh. m 0,48). Ai lati della stele vi sono lastroni infissi nel terreno a grandezza decrescente che vanno a formare il recinto a semicerchio che costituisce l’esedra, avente una corda di 10,20 mt e una freccia di 4,20. Il retro della tomba è composto dal corridoio funerario lungo 10,90 mt, largo 0,80 e alto 1,50mt. È composto da ortostati sormontati da un filare di pietre di piccole e medie dimensioni sui quali poggiava direttamente la copertura di grandi lastre a piatta banda: tre erano ancora nella posizione originaria e altre due erano rovesciate sul fianco della tomba. Il pavimento doveva essere a lastrine ma ormai non se ne ha alcuna traccia a causa dei saccheggi dei clandestini. Il sito è stato danneggiato anche dalla presenza di un esteso villaggio romano perdurato sino all’alto medioevo (dal III sec. a. C. al VI – VII secolo d. C.). Sono stati rinvenuti diversi materiali come 2 monete sardo/puniche, un bronzetto di Costantino, uno spillone bronzeo e frammenti di ceramiche romane e altomedievali. Una particolarità di questa meravigliosa opera è la sua disposizione che, a differenza delle altre Tombe dei Giganti, è orientata a sud e non a est o sud-est verso il sole nascente, forse in relazione al sorgere del sole nel periodo degli equinozi. Una ricerca dell’Istituto Nazionale di Astrofisica ha evidenziato come questa tomba, come quella di Goronna a Paulilatino e quella di Baddu Pirastru a Thiesi, siano orientate verso la stella Aldebaran, della costellazione del Toro.

Dalla SS 131 prendere l’uscita per Nuoro/Olbia e percorrere la SS 131 DCN per circa 70 km. Prendere l’uscita per Dorgali/Orosei e percorrere la SP 38 per circa 4 km. Troverete una piccola piazzola sulla sinistra e il sito è ben segnalato dai cartelli turistici. Aprire il cancello (senza lucchetto per garantire l’accesso a chiunque voglia visitarla, con la raccomandazione di chiuderlo una volta andati via) e proseguire per circa 400/500 metri seguendo il sentiero che...

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5y

Tra i più intriganti enigmi della storia della nostra Isola vi è senza dubbio quello relativo alle tombe dei giganti. Uno degli esempi più suggestivi di queste antiche costruzioni è quello di S’Ena e Thomes, che si trova nel territorio di Dorgali ed è considerato uno dei più bei monumenti dolmenici della Sardegna nuragica. Conservato in un ottimo stato, il complesso di S’Ena e Thomes si presenta possente e maestoso, molto simile a come doveva essere migliaia di anni fa. La sua esedra, il cui semicerchio rappresenta probabilmente le corna di un toro, ha una larghezza superiore ai 10 metri e la sua stele centrale è alta quasi 4 metri, con un peso di circa 7 tonnellate. Le dimensioni ciclopiche fanno ben presto capire il motivo per il quale questo monumento, e più in generale tutti i monumenti funerari dei nostri antenati nuragici, siano chiamati “tombe dei giganti”. Forse a causa della grande carica di arcaicità e spiritualità che questo luogo sprigiona, nel corso del tempo si sono inoltre susseguite numerose leggende che ne attribuivano l’utilizzo da parte di esseri mitologici. In realtà queste costruzioni erano adibite a sepolture collettive e, secondo gli studi effettuati, sarebbe da escludere che esse fossero dei veri e propri cimiteri, mentre è più probabile che l’onore della sepoltura all’interno delle tombe dei giganti non fosse riservato a tutti i defunti del popolo nuragico ma soltanto a pochi eletti delle...

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4.0
2y

Worth a brief visit once you are in the area to finish an archaeological themed day. Wonder how they came up with the reading of the three legged men when everything screams "very evident female feature" and Mother Nature in your face (this is a term used by the Pregistoric Museum of Balzi Rossi in Ventimiglia - Google does not allow the physiological correct name)

And then...

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Ilaria CardellaIlaria Cardella
La Tomba dei Giganti S’Ena e Thomes è situata nella valle dell’Isalle, lungo la strada Dorgali-Lula oltre il bivio per Orosei. Il monumento funebre, già noto all’inizio del secolo, fu scavato e restaurato a causa del suo pessimo stato di ritrovamento nel 1977 da Francesco Nicosia, l’allora Soprintendente Archeologico di Sassari e Nuoro. Il sepolcro si erge in tutta la sua maestosità nel cuore della vegetazione: con struttura dolmenica, largo complessivamente 16, 20 mt ed integralmente costituito da granito. Centralmente si trova la stele centinata monolitica che chiude la camera sepolcrale, con una cornice in rilievo, più spessa nella parte inferiore. Essa è alta 3,65 mt, larga 2,10 mt, spessa 0,40 e pesante ben 7 tonnellate. Alla base vi è il piccolo portello d’accesso simboleggiante il passaggio dal mondo dei vivi a quello dei morti (alt. m 0,50; largh. m 0,48). Ai lati della stele vi sono lastroni infissi nel terreno a grandezza decrescente che vanno a formare il recinto a semicerchio che costituisce l’esedra, avente una corda di 10,20 mt e una freccia di 4,20. Il retro della tomba è composto dal corridoio funerario lungo 10,90 mt, largo 0,80 e alto 1,50mt. È composto da ortostati sormontati da un filare di pietre di piccole e medie dimensioni sui quali poggiava direttamente la copertura di grandi lastre a piatta banda: tre erano ancora nella posizione originaria e altre due erano rovesciate sul fianco della tomba. Il pavimento doveva essere a lastrine ma ormai non se ne ha alcuna traccia a causa dei saccheggi dei clandestini. Il sito è stato danneggiato anche dalla presenza di un esteso villaggio romano perdurato sino all’alto medioevo (dal III sec. a. C. al VI – VII secolo d. C.). Sono stati rinvenuti diversi materiali come 2 monete sardo/puniche, un bronzetto di Costantino, uno spillone bronzeo e frammenti di ceramiche romane e altomedievali. Una particolarità di questa meravigliosa opera è la sua disposizione che, a differenza delle altre Tombe dei Giganti, è orientata a sud e non a est o sud-est verso il sole nascente, forse in relazione al sorgere del sole nel periodo degli equinozi. Una ricerca dell’Istituto Nazionale di Astrofisica ha evidenziato come questa tomba, come quella di Goronna a Paulilatino e quella di Baddu Pirastru a Thiesi, siano orientate verso la stella Aldebaran, della costellazione del Toro. Dalla SS 131 prendere l’uscita per Nuoro/Olbia e percorrere la SS 131 DCN per circa 70 km. Prendere l’uscita per Dorgali/Orosei e percorrere la SP 38 per circa 4 km. Troverete una piccola piazzola sulla sinistra e il sito è ben segnalato dai cartelli turistici. Aprire il cancello (senza lucchetto per garantire l’accesso a chiunque voglia visitarla, con la raccomandazione di chiuderlo una volta andati via) e proseguire per circa 400/500 metri seguendo il sentiero che porterà alla tomba.
Alberto LilliuAlberto Lilliu
Tra i più intriganti enigmi della storia della nostra Isola vi è senza dubbio quello relativo alle tombe dei giganti. Uno degli esempi più suggestivi di queste antiche costruzioni è quello di S’Ena e Thomes, che si trova nel territorio di Dorgali ed è considerato uno dei più bei monumenti dolmenici della Sardegna nuragica. Conservato in un ottimo stato, il complesso di S’Ena e Thomes si presenta possente e maestoso, molto simile a come doveva essere migliaia di anni fa. La sua esedra, il cui semicerchio rappresenta probabilmente le corna di un toro, ha una larghezza superiore ai 10 metri e la sua stele centrale è alta quasi 4 metri, con un peso di circa 7 tonnellate. Le dimensioni ciclopiche fanno ben presto capire il motivo per il quale questo monumento, e più in generale tutti i monumenti funerari dei nostri antenati nuragici, siano chiamati “tombe dei giganti”. Forse a causa della grande carica di arcaicità e spiritualità che questo luogo sprigiona, nel corso del tempo si sono inoltre susseguite numerose leggende che ne attribuivano l’utilizzo da parte di esseri mitologici. In realtà queste costruzioni erano adibite a sepolture collettive e, secondo gli studi effettuati, sarebbe da escludere che esse fossero dei veri e propri cimiteri, mentre è più probabile che l’onore della sepoltura all’interno delle tombe dei giganti non fosse riservato a tutti i defunti del popolo nuragico ma soltanto a pochi eletti delle classi altolocate.
Ivan CanaveraIvan Canavera
La Tomba dei Giganti S’Ena e Thomes, una delle più belle del nostro territorio, è situata nella valle dell’Isalle, lungo la strada Dorgali-Lula oltre il bivio per Orosei. Arrivarci è relativamente facile e dopo una passeggiata di pochi minuti la vedete spuntare da dietro la macchia. Arrivati al parcheggio sterrato troverete il cancello da richiudere immediatamente per evitare che il bestiame al pascolo possa scappare. Appena iniziato il percorso troverete le frecce disegnate con le pietre locali e basta seguirle per circa 1 km per arrivare facilmente alla tomba. Il percorso e abbastanza facile da seguire ma non è adatto a persone che per la loro disabilità necessitano di una sedia a rotelle. Vi trovate in mezzo al nulla perciò, soprattutto in piena estate, meglio munirsi di acqua e cappellino e l’accesso non prevede ticket e guide perciò passeggiata libera. Come tanti nostri siti storici vale la pena visitarlo anche senza una guida che possa raccontarne la storia e le leggende
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La Tomba dei Giganti S’Ena e Thomes è situata nella valle dell’Isalle, lungo la strada Dorgali-Lula oltre il bivio per Orosei. Il monumento funebre, già noto all’inizio del secolo, fu scavato e restaurato a causa del suo pessimo stato di ritrovamento nel 1977 da Francesco Nicosia, l’allora Soprintendente Archeologico di Sassari e Nuoro. Il sepolcro si erge in tutta la sua maestosità nel cuore della vegetazione: con struttura dolmenica, largo complessivamente 16, 20 mt ed integralmente costituito da granito. Centralmente si trova la stele centinata monolitica che chiude la camera sepolcrale, con una cornice in rilievo, più spessa nella parte inferiore. Essa è alta 3,65 mt, larga 2,10 mt, spessa 0,40 e pesante ben 7 tonnellate. Alla base vi è il piccolo portello d’accesso simboleggiante il passaggio dal mondo dei vivi a quello dei morti (alt. m 0,50; largh. m 0,48). Ai lati della stele vi sono lastroni infissi nel terreno a grandezza decrescente che vanno a formare il recinto a semicerchio che costituisce l’esedra, avente una corda di 10,20 mt e una freccia di 4,20. Il retro della tomba è composto dal corridoio funerario lungo 10,90 mt, largo 0,80 e alto 1,50mt. È composto da ortostati sormontati da un filare di pietre di piccole e medie dimensioni sui quali poggiava direttamente la copertura di grandi lastre a piatta banda: tre erano ancora nella posizione originaria e altre due erano rovesciate sul fianco della tomba. Il pavimento doveva essere a lastrine ma ormai non se ne ha alcuna traccia a causa dei saccheggi dei clandestini. Il sito è stato danneggiato anche dalla presenza di un esteso villaggio romano perdurato sino all’alto medioevo (dal III sec. a. C. al VI – VII secolo d. C.). Sono stati rinvenuti diversi materiali come 2 monete sardo/puniche, un bronzetto di Costantino, uno spillone bronzeo e frammenti di ceramiche romane e altomedievali. Una particolarità di questa meravigliosa opera è la sua disposizione che, a differenza delle altre Tombe dei Giganti, è orientata a sud e non a est o sud-est verso il sole nascente, forse in relazione al sorgere del sole nel periodo degli equinozi. Una ricerca dell’Istituto Nazionale di Astrofisica ha evidenziato come questa tomba, come quella di Goronna a Paulilatino e quella di Baddu Pirastru a Thiesi, siano orientate verso la stella Aldebaran, della costellazione del Toro. Dalla SS 131 prendere l’uscita per Nuoro/Olbia e percorrere la SS 131 DCN per circa 70 km. Prendere l’uscita per Dorgali/Orosei e percorrere la SP 38 per circa 4 km. Troverete una piccola piazzola sulla sinistra e il sito è ben segnalato dai cartelli turistici. Aprire il cancello (senza lucchetto per garantire l’accesso a chiunque voglia visitarla, con la raccomandazione di chiuderlo una volta andati via) e proseguire per circa 400/500 metri seguendo il sentiero che porterà alla tomba.
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Ivan Canavera

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