Capolavoro architettonico degli anni 70 del 900 (1968-1975) che è possibile visitare grazie ad Openhouse, solo in alcune giornate (la casa è privata). Vederlo così, in pessimo stato conservativo, è davvero un peccato. Il proprietario, figlio di Giuseppe Perugini, ha fatto qualche intervento in questi ultimi periodi, ma resta poco in confronto a quanto servirebbe effettivamente. Sicuramente dai disegni progettuali, facilmente reperibili in rete, e dalle numerose foto (a cui le mie si sommano) si evince l'originalità della casa. In particolare, la "simmetria orizzontale" della struttura, la libertà in pianta e sezione che crea un unico ambiente in cui la divisione tra le piattaforme definisce zone senza soluzione di continuità, la smaterializzazione degli angoli (grazie alle vetrate), la quasi totale assenza di arredo mobile perché armadi e contenitori sono inglobati nel progetto delle tamponature esterne, la cura nei dettagli come quelli dell'illuminazione artificiale con una fascia di punti luci che corre, in alto, attorno a tutte le pareti esterne.... nulla è lasciato al caso. Le uniche "porte" sono quelle dei bagni e consistono in un cerchio con cerniera centrale. I bagni e la sfera esterna alla casa mi hanno davvero colpito, in particolare per come sono state realizzate: si è usata la sabbia del lotto come cassaforma a perdere.
Vi sembra inabitabile? Giuseppe Perugini, la moglie Uga de Plaisant e il figlio Rainaldo (di cui abbiamo sentito la testimonianza ad inizio della visita) hanno detto di averci passato numerose estati, disegnando e suonando. Tanto pulirla è facile: grazie ai buchi presenti in ogni "piattaforma", l'acqua usata per lavare i pavimenti veniva riversata direttamente in piscina, che il prof Perugini aveva destinato anche ad ospitare una piccola barca regalatagli da...
Read moreÈ anche nota come Casa Sperimentale e non è facile trovare un esempio più eclatante secondo questo termine. Il progetto venne realizzato fra il 1968 ed il 1971 dalla famiglia di architetti Giuseppe e Raynaldo Perugini affiancati da Uga De Plaisant, rispettivamente moglie e madre dei primi due. La sperimentazione ha riguardato non solo la forma molto particolare ma anche i materiali, soprattutto l'impiego del calcestruzzo grezzo in facciata. E ne è venuto fuori quasi un "nido" sospeso sugli alberi, su quest'ultimi si vuole nascondere un'originale orditura di pilastri e travi a vista. G. Perugini era infatti un cultore della piena visibilità del materiale utilizzato per le sue costruzioni: niente intonaco o rivestimenti. Materiali utilizzati: praticamente solo cemento armato, vetro ed acciaio. Al dunque, una casa ospitata entro gusci in calcestruzzo, a quote diverse. Assolutamente da vedere, sperando che i fondi messi a disposizione siano ben presto accessibili per gli interventi di...
Read moreArchitettonicamente molto originale ed interessante, sicuramente da vedere. Noi siamo andati ieri grazie all'associazione OPEN HOUSE ROMA e abbiamo visitato la struttura principale e la sfera; i cubetti non erano invece accessibili. Sarebbe interessante aggiungere dei pannelli che spiegassero come l'architetto se ne immaginava la vivibilità in termini di spazi e arredamento ... o se è stata usata, vedere le foto d'epoca. C'è un ampio giardino che potrebbe essere sfruttato per eventi e raccogliere fondi per una sistemazione complessiva ... infatti purtroppo la struttura è maltenuta considerando persino che è un luogo dove vengono fatte delle visite: vetri sporchi e sbeccati, ferri arrugginiti e scrostati, acqua della piscina lercia, graffiti e segni di atti vandalici, giardino non curato e in alcuni punti accatastate cose varie. Peccato, sarebbe da...
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