Visitato in uno dei giorni “bollenti” di questa rovente estate, il sito di Fordongianus, posto sulla riva sinistra del fiume Tirso, si è rivelato come una piacevole sorpresa per due motivi: per essere comunque posizionato in un’area verde ventilata e ben attrezzata con un fornito punto di ristoro/bar e bagni e per la presenza di rovine romane all’epoca dedicate alla funzione di terme grazie alla presenza di una polla naturale di acqua calda (circa 54° costanti - ndr) e di una condotta di acqua fredda necessaria per stemperare quella troppo calda, anche questa di costruzione romana di captazione di una vicina sorgente. La visita alle rovine delle antiche terme romane può essere del tipo con guida in accompagno secondo orari fissi predefiniti (pertanto, occorre prenotare od almeno telefonare per gli orari) od in autonomia con audio-guida od anche senza. Noi abbiamo scelto la visita guidata che sarebbe partita da lì a pochi minuti dal nostro arrivo ed in attesa della quale ci siamo rilassati e rinfrescati dopo un lungo viaggio di avvicinamento da Villasimius. Scelta che, come spesso accade, risulta vincente sia per i rapporti interpersonali ma anche per la quantità e qualità delle informazioni scambiate e condivise con la guida. Non mi dilungo sulle notizie storiche, reperibili su internet, limitandomi ad evidenziare che una polla naturale di acqua calda a 54° ha origine in epoche geologiche così lontane da dover dare per scontata la frequentazione del sito sin da epoca preistorica e fino a tempi recenti sia ai fini salutistici che ai fini religiosi. Le terme romane, quindi, costituiscono solo una parte, la parte più appariscente, della funzione attribuita allo sfruttamento della polla calda. Il complesso degli edifici, più volte rimaneggiato nelle varie epoche, giunge a noi con l’evidenza della funzione di alcune vasche per abluzioni, i loro canali di approvvigionamento e di scarico, e con i ruderi dei locali “classici” nelle terme romane; il frigidarium, il tepidarium ed il calidarium, tre ambienti contigui posti in serie e nei quali sono ancora rintracciabili le tecniche edilizie tipiche della civiltà romana per la gestione e funzionalità delle terme. Il complesso, in via di studio e di scavo per l’ampliamento delle ulteriori zone costituenti le terme, è anche dotato di ambienti di epoca imperiale ad uso privato seppur connesso con la frequentazione delle terme. I ruderi giunti fino a noi lasciano solo immaginare la maestosità e la rinomata ricchezza degli ambienti e dell’intero complesso che hanno ovviamente subito lo spoglio di materiali da costruzione e dei materiali di finitura per il riuso in epoche successive. Una grande scalinata lascia infine presupporre che il sito fosse connesso ad un abitato di discrete dimensioni e con la funzionalità di foro e centro amministrativo della zona (probabilmente celato sotto l’attuale abitato moderno – ndr). Quello che personalmente mi ha disturbato è stato l’apprendere che la polla eroga una notevole quantità di acqua calda che per circa il 95% è destinata alle terme private di un grande albergo sito sulla riva destra del fiume immediatamente sopra il sito archeologico. Non conosco e, peraltro non mi interessa conoscere il ritorno economico derivante all’albergo per lo sfruttamento della richiamata polla, ma credo che un uso civile e pubblico della vena a favore degli abitanti di Fordongianus (in termini di teleriscaldamento o di produzione energetica sfruttando il differenziale di temperatura dell’acqua ovvero energia geotermica – ndr) sarebbe stato il migliore utilizzo di un bene naturale a fini sociali. Un sentito ringraziamento al personale addetto alla biglietteria ed all’accompagnamento dei turisti in visita al sito ed alla simpatica e funzionale gestione del punto di ristoro posto poco più a monte del sito. DA VISITARE ENTRAMBI, l’uno per la grande valenza storica ed archeologica, l’altro per l’amenità di una...
Read moreLe terme furono edificate sulla riva del fiume Tirso, sul sito di Caddas, dove passava la Turr’ e Karalis, ovvero l’odierna S.S. 131 che collega Porto Torres con Cagliari. L’acqua che sgorga ad una temperatura di 54° e la sua posizione strategica hanno spinto i Romani ad insediarvisi diventando il più importante centro termale della Sardegna risalente al III° sec. d.C., costruito con tecnica mista di pietra alternata a mattone. Il nome originario risalente al I° sec. d.C. era Acquae Hypsitanae divenuto in seguito Forum Traiani nel momento in cui l’Imperatore Traiano, spinto dalla crescente importanza del sito, lo promosse a rango di forum trasformandolo in luogo del mercato, sede di scambi commerciali e amministrativi. Divenne così meta ambita per coltivare la salute fisica, mentale e nuovo centro di aggregazione grazie alla nascita di palestre, biblioteche e sale massaggio. In origine fu utilizzato per il culto dell’acqua e successivamente associato al culto della salute legato alle divinità di Esculapio (Dio protettore della medicina) e delle ninfee, Dee protettrici delle acque. Il sito fu scoperto dallo storico sardo G. Manno nel 1825 e nel 1860 G. Spano pubblicò la descrizione di Forum Traiani. I primi scavi furono eseguiti tra il 1899 e il 1902 dal Regio Commissario dei Musei e Scavi di Antichità in Sardegna. Taramelli lo illustrò nelle “Notizie degli scavi di Antichità” nel 1903 e gli scavi ripresero nel 1969. Il nucleo centrale delle terme è composto da frigidarium/tiepidarium e caldarium, costruito con blocchi squadrati di trachite locale. Si passava dal frigidarium al tiepidarium dove non vi era acqua ma solo aria calda scaldata dai forni posti al lato della piazza. Da qui si accedeva al caldarium, vasca perfettamente impermeabilizzata grazie all’utilizzo del coccio pesto, abbellita da affreschi, statue e mosaici oggi non più visibili. Il nucleo centrale è dato dalla grande natatio, una grande vasca contornata di 4 gradini, che ancora oggi presenta un grande porticato nel lato meridionale, in cui giungeva l’acqua calda mista alla fredda tramite canalizzazione che la faceva sgorgare da una protome leonina oggi trafugata, così come stucchi e marmi. Nel progetto di scavo dal 95’ al 99’ venne scoperto il Ninfeo, vasca del III sec. contornata da nicchie per l’esposizione delle statue e cippi votivi dedicati alle Ninfee, dove fu rinvenuta una importante iscrizione a loro dedicata, posta da un Governatore Romano, Antoninus, che chiedeva loro sollievo da una malattia. Furono recuperate due piccole statue che riproducono il Dio Bes, figura benefica e salutare assimilabile ad Esculapio. La seconda fase delle terme, vide l’aggiunta di nuovi ambienti verso sud: una domus dipinta composta da 5 sale, così chiamata per gli affreschi rappresentanti forme geometriche e zoomorfe di 2 cavallini in corsa e un fiore con candelabro stilizzato. I ritrovamenti di cibo e ceramiche fanno pensare ad una taverna. Al lato una grande piazza adibita a punto d’incontro alla quale si accedeva da una grande scalinata ancora integra. Nel medioevo l’intero sito venne abbandonato e smantellato per costruire chiese e...
Read moreLungo la riva sinistra del fiume Tirso, in corrispondenza del tratto che attraversa la regione storica del Barigadu e che, con un’ampia ansa, lambisce il centro abitato di Fordongianus, sorgono i maestosi resti di un vasto complesso termale costruito dai romani tra il I ed il III secolo d.C. In questo territorio di confine tra pianura e montagna essi edificarono un presidio militare per far fronte alle ribelli e bellicose popolazioni sarde. L’originario centro fondato nel I sec. a.C. con il nome di Aquae Hypsitanae, acquisì notevole importanza sotto l’impero di Traiano, che lo trasformò in un fiorente centro di commercio. Nacque così e prosperò per diversi secoli la città di Forum Traiani, ricca, popolosa e rinomata per le sue sorgenti d’acque curative.
Il primo nucleo termale risale al I secolo d.C. e si caratterizza per la grande piscina destinata ad immersioni nelle benefiche acque calde, che ancora oggi sgorgano nel sito alla temperatura di 54° C. La “natatio”, affiancata da due portici a sette luci, è ancora ben conservata, era coperta con una grande volta a botte e collegata con altri vani dotati di vasche e con un tempio, dedicato al culto delle Ninfe, le divinità femminili delle acque. Dal corridoio superstite, situato sul lato meridionale della piscina, si può raggiungere il secondo impianto, edificato tra il II e III secolo d.C. e dedicato ai percorsi igienico – curativi. Qui i bagnanti, dal frigidarium, dotato di vasca con acqua fredda, attraversavano un vano lievemente riscaldato (tepidarium) e raggiungevano il calidarium, sala molto calda dotata di vasca, per poi tornare indietro. Si conserva ancora un’ampia piazza, cisterne e canali per la raccolta e distribuzione di acque fredde e numerosi altri ambienti ad uso commerciale; uno di questi, conserva ancora tracce di un affresco del IV secolo, che, assieme a sporadiche tracce di marmi, rievocano la passata bellezza del complesso (A. Arru).
Coordinate: 39° 59' 49 N - 08° 48' 30"...
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