Ho appreso di questa area leggendo i testi di Orazio, e veramente ben pochi ne conoscevano l'esistenza. Organizzare la gita-visita è stato più complicato del previsto perché i diversi siti internet, inclusi quelli istituzionali, riportano informazioni diverse o non aggiornate sulle aperture e sugli orari. Privi quindi di informazioni certe (i numeri di telefono riportati non rispondono o sono perfino staccati) siamo comunque andati ieri, Venerdì 2 febbraio, e la situazione è la seguente: Come effettivamente riportato sul sito del Ministero BC l'area archeologica della villa è chiusa. Se ho ben capito l'area della Villa è gestita dal Ministero e occorre prenotare la visita, ma i numeri riportati nel sito non sembrano attivi; quello "giusto" dovrebbe essere il telefono della Sovrintendenza competente (a Tivoli) ma mi hanno detto che ottenere l'apertura dell'area è molto difficile, soprattutto in questa stagione, forse in primavera con più richieste ci sono più chances. Comunque si può fare la passeggiata di una decina di minuti sulla stradina che sale dalla Strada Provinciale, proprio sotto il paese di Licenza, e arrivare alla Villa, dare un'occhiata e girare intorno alle cancellate; si vede abbastanza e del resto anche stando all'interno senza una guida che spieghi qualcosa non ci sarebbe gran ché in più, forse qualche pavimentazione a mosaico. Proseguendo sulla stradina si arriva poi presto al Ninfeo degli Orsini (un tempo feudatari di Licenza dove c'è ancora il palazzo baronale, un po' in abbandono diciamo). Il Ninfeo è all'aperto, evidentemente non è sotto custodia del Ministero e forse neppure del Comune, e in stato di quasi abbandono, senza recinzioni , invaso da erbe e muschi e il prato davanti alla vasca è un acquitrino. Peccato. In più ora, che non piove da mesi, è tutto in secca e scendono solo pochi rivoli. In paese, salendo al Centro Storico, c'è il Museo con i reperti degli scavi. Chiuso anche quello, però questo è di competenza del Comune e prenotare la visita è più semplice, ma bisogna telefonare al Comune di Licenza almeno un 3 giorni prima. Comunque il territorio è molto bello e si può ripiegare sugli aspetti naturalistici e fare qualche percorso o qualche tratto. Segnalo sulla strada che sale a Licenza, al ponte, questo "Centro Visita Macaruta" o Giardino dei 5 sensi, un'area attrezzata per attività ginnica e motoria, molto indicata per i ragazzini e le scolaresche direi, con un sentiero che porta a una piccola ma gradevole cascatella in 10-15 m ( salvo proseguire ovviamente). Un po' un peccato queste chiusure, ma del resto i visitatori devono essere veramente pochissimi, sul percorso "culturale" non abbiamo incontrato altri visitatori, mentre nell'area ginnico-naturalistica almeno un paio di persone le abbiamo incontrate. Certo si potrebbe valorizzare e pubblicizzare di più questo patrimonio archeologico ma la sensazione è che in paese non ci tengano più di tanto, amano la vita tranquilla e semideserta, come del resto Orazio che scappava qui per starsene...
Read moreLa Villa di Quinto Orazio Flacco si trova a Licenza in Provincia di Roma. Tra il 33 ed il 32 a.C., il famoso poeta latino si vide regalare, da parte di Mecenate, suo celebre amico e patrocinatore di artisti e letterati, vissuto durante il principato di Augusto, una villa sontuosa nella Bassa Sabina. Orazio, nel periodo che visse in questa villa, descrisse nelle sue opere la bellezza della natura circostante. Nelle poesie di Orazio e nelle chiose dei suoi commentatori, troviamo i riferimenti a numerosi luoghi vicini alla Villa (Varia odierna Vicovaro, Pagus Mandela oggi Mandela, il Digentia rivus/torrente Licenza, Ustica/Licenza stessa, il tempio di Vacuna presso Roccagiovine), luoghi che saranno meta di appositi percorsi di visita alla scoperta dei luoghi oraziani”, celebrati in opere di letterati e pittori come le “Dieci vedute” della casa in campagna di Orazio di Jacob Philipp Hackert (1780). Nel Rinascimento si aprirono dibattiti e discussioni sul probabile luogo ove si poteva trovare la villa di Orazio. Successivamente il ritrovamento di mosaici e vestigia di mura su una collina nei pressi di Licenza, fece concentrare le attenzioni in questo luogo. La presenza nei pressi di una cascata, la stessa che forse al poeta richiamava il Fons Bandusiae di Venosa, ha comportato la conferma del ritrovamento. Scavi archeologici iniziati nel 1911, e ripresi nel 1915 hanno fatto emergere i reperti visibili tuttora. Nel 1997-2001 sono ripresi nuovi scavi, tuttora in corso. L'edificio sorge su di un'area di 40 ettari, tra Mandela e Vicovaro, e di essa facevano parte anche un bosco, frutteti, oliveti e terreno per il pascolo. L'abitazione era a un solo piano, con le stanze disposte intorno all'atrio. Alcune di esse presentano una pavimentazione musiva con motivi geometrici in bianco e nero. Un grande quadriportico rettangolare con un giardino centrale, analogo a quello della Villa dei Papiri di Ercolano, costituiva l'elemento caratterizzante di questa villa. Alla fine del I sec. d. C., in età Flavia, la villa venne completamente ristrutturata con la realizzazione di un peristilio aperto sul panorama dei monti Lucretili e la trasformazione del piccolo balneum, di cui era dotata, in un vero e proprio impianto termale cui fu aggiunta una elaborata fontana. Il Sabinum dopo la morte di Orazio (8 a.C.) passò ad altri proprietari e in epoca tardo-antica tornò a far parte del patrimonio imperiale. Successivamente in alcune stanze si impiantò un monastero, quasi sicuramente benedettino, data la presenza di S. Benedetto nella valle dell’Aniene agli inizi...
Read moreSi trova nei pressi di Licenza, abbastanza facile da trovare, ma è uno svincolo stretto, fate attenzione. Considerando che sopra al sito romano ci hanno poi costruito nei secoli un' abazia ed è stata a lungo abbandonato, non stupisce che sono per lo più solo muretti ancora in piedi, però con alcuni mosaici. La parte delle terme private e dei bagni è più scavata e interessante. Doveva però essere una villa di campagna molto bella e grande, d'altronde il proprietario, Orazio era figura importante. La storia la trovate su internet. L'ingresso è gratuito e al gabbiotto c'era una ragazza veramente gentile e disponibile nonostante, fosse quasi l'ora di pranzo ha atteso che finissimo il giro. Mettete le scarpe da ginnastica perché il terreno è sdrucciolevole, ma piacevole nella parte boschiva. Chissà se scaveranno mai la parte ancora coperta dalla vegetazione, sarei curiosa di vedere cosa...
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