Questo maniero rappresenta una memoria storica d'eccellenza per la città, coprendo varie epoche (dal XIII al XX). Oltre alle vicende e ai protagonisti illustri che lo hanno abitato per secoli, ospita il Museo Civico, che raccoglie cimeli della terza guerra d'Indipendenza italiana (1859), ritrovati nell'area. Il castello incarna due aspetti principali: quello di fortificazione medievale (motivo per cui nacque) e quello di residenza nobiliare (dal XVI secolo). La struttura fortificata è apprezzabile soprattutto nelle due possenti torri angolari! sono inoltre ancora visibili il fossato e il ponte (in origine levatoio, ora in muratura) a cavaliere sul fossato stesso. Il visitatore che arriva da piazza Vittoria ha quindi davanti a sé la parte più antica sopravvissuta, con la muratura perimetrale in mattoni pieni. In alto, sotto il tetto, sono visibili le merlature di tipo guelfo. È possibile effettuare liberamente il giro delle mura, entrando anche nel fossato; il parco castellano è ad uso pubblico. Esplorando gli esterni si capisce che l'edificio è a corte e assume oggi l'aspetto di una U: in origine la pianta era quadrangolare, con torri a ciascun angolo ma ne restano soltanto due (le altre due furono distrutte, come tutta l'ala sud). Distinguiamo un'ala destra (più corta e non utilizzata, in attesa di restauro); un'ala sinistra (più lunga) e anch'essa non utilizzata (da restaurare) e un corpo centrale, che è la parte restaurata e visitabile. Il castello fu posto a Melegnano a controllo della via Emilia, protetto in modo naturale da un lato dal fiume Lambro. Qui si incrociavano diverse direttrici (per Milano, Pavia e Pandino nel cremasco) e il castello si inseriva nel sistema difensivo- militare realizzato dai Visconti nella pianura. Nella sua storia primitiva spiccano i nomi di Matteo I e Bernabò Visconti, che intorno al 1350 conferì la pianta quadrilatera. Nel castello morirono due personaggi illustri della casata: nel 1402 Gian Galeazzo, che si era rifugiato qui per sfuggire alla peste ma invano, e nel 1468 Bianca Maria Visconti (moglie di Francesco Sforza). Nel 1532, terminato da tempo il possesso visconteo, fece la sua comparsa Gian Giacomo Medici (1488-1555), un abile condottiero detto il Medeghino. Divenutone proprietario, trasformò il complesso in una raffinata dimora signorile a due piani (egli acquisì il titolo di marchese di Melegnano), facendo affrescare le varie sale con temi che esaltassero il proprio prestigio, ottenuto attraverso molte prove e vittorie. Troviamo la grande sala di rappresentanza chiamata dell'Imperatore, dotata di un monumentale camino sulla cui cappa sta la figura solitaria del nocchiero che sta governando una nave sotto un cielo minaccioso: è un'allegoria di Giangiacomo Medici, fautore della fortuna della sua casata. Seguono la Sala delle Stagioni, delle Battaglie, la Sala di Ercole, quella degli Stemmi, la saletta di Pio IV (che appartenne al casato dei marchesi) con "Le metamorfosi di Ovidio" e le allegorie delle arti. Si conclude con la sala degli "Argonauti alla ricerca del Vello d'Oro"; era lo studio privato del marchese di Melegnano. L'intero tema della lotta per l'ottenimento del vello d'oro può essere ripensata come la vita di Giangiacomo Medici il quale, sul letto di morte, ebbe l'onore di essere insignito della prestigiosa insegna imperiale dell'Ordine del Toson d'oro. Assai suggestiva la "scala dei cavalli", interna, che dall'androne porta al piano superiore La famiglia Medici tenne il castello fino al 1981, quando lo vendette alla Provincia di Milano, che ne detiene ancora una significativa parte. Il resto è proprietà comunale. Ringrazio profondamente la guida, Alessandro, dotata di passione e assertività non comuni. Il tempo sembrava...
Read moreIl castello mediceo è l'unico incanto che questa misera provincia possiede, eppure è abbandonato a se e al suo lento disfacimento. Non vengono mai fatte ristrutturazioni e l'interno e inagibile se non per due ridicole stanzette risicatamente decorate. È triste vedere tale ignavia a cotanta bellezza, tanta accidia nei riguardi di un qualcosa di così preminente e potenzialmente inarrivabile per ricchezza culturale e appetenza del luogo stesso. Il castello mediceo è formalmente un bene pubblico, e questo bene va salvaguardato e valorizzato; potrebbe benissimo essere un monumento museale fuori la porta dei cittadini di Melegnano, invece è solo un oggetto simbolico, indicativo della piazza e nulla di più. Un trattamento indecoroso nei riguardi dell'arte e della storia, la principale fonte della cultura e dell'acume, che esempio si dà se tale materia viene ignorata in primis da chi ci rappresenta. Tipico comportamento da Italietta che non siamo ancora...
Read moreIl Castello di Melegnano è un fantastico excursus nella storia del territorio compreso tra il milanese e il lodigiano, crocevia di eventi significativi anche a livello mondiale. La visita, che può essere prenotata nel weekend scrivendo una mail alla Proloco, dura un'ora e mezza circa, condotta da una guida preparatissima e in grado di catturare l'attenzione. Il visitatore può così osservare il ciclo di affreschi delle diverse sale e apprezzarne il contenuto, collegandolo con le vicende storiche che hanno avuto il castello stesso come protagonista. Per esempio, forse non tutti sanno che una importante battaglia della Seconda Guerra d'Indipendenza italiana fu combattuta proprio a Melegnano, tra gli zuavi assoldati dai francesi e la guarnigione austriaca di stanza...
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