Se volete trascorrere una giornata davvero speciale, non potete perdervi il sito archeologico di San Vincenzo a Volturno. Distante appena un’ora e un quarto da Napoli e due ore da Roma, l’area insiste nei Comuni molisani di Rocchetta Volturno e Castel San Vincenzo, in provincia di Isernia. Sarebbe sufficiente il contesto ambientale incontaminato a ripagare il vostro viaggio, con le magnifiche sorgenti del fiume Volturno, lo scenario dei monti delle Mainarde con vette che superano i 2000 metri, il lago bellissimo di Castel San Vincenzo e l’appartenenza al Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise, caratterizzato da una fauna e una flora impareggiabili. Presso gli scavi restano tangibili tracce della Basilica maior, che con i suoi 60 metri di lunghezza e 30 di larghezza aveva le dimensioni della Basilica romana di Santa Maria Maggiore e si innalzava anche grazie a 30 robuste colonne di granito egizio. Qui nel IX secolo i frati Benedettini avevano fondato un ricco e imponente centro monastico. Si era nel tempo perduta ogni traccia dell’insediamento e solo il caso ha consentito di riportarne alla luce i resti: nel 1832 un contadino, mentre si apprestava a piantare una vite, sprofondò nel terreno e si ritrovò all’interno di una caverna sotterranea che poi si rivelò una Cripta affrescata (detta dell’Abate Epifanio) Nel 1979, un equipe archeologica inglese diretta da Richard HODGES ( attuale Presidente dell'American University of Rome ) giunta sul posto per studi, scoprì il più importante insediamento archeologico alto medioevale d’Europa. Mi fermo qui, non vi racconto tutto, avrete modo di conoscere sul posto un luogo che ha subito molte alterne vicende: fucina di arte ed artigianato, distrutto con il fuoco dai feroci Saraceni, visitato da Carlo Magno e molto altro ancora. Venite in questo posto, qui è passata la Storia e non a caso, si è...
Read moreL’abbazia si presenta come un luogo carico di spiritualità e storia, immerso in un paesaggio suggestivo alle pendici delle Mainarde, vicino alle sorgenti del fiume Volturno. Fondata nell’VIII secolo da monaci benedettini, divenne uno dei centri religiosi e culturali più potenti del Medioevo, soprattutto sotto la protezione dei Longobardi. L’architettura racconta una stratificazione di epoche diverse: i resti dell’antico complesso altomedievale convivono con la ricostruzione barocca più recente. Particolarmente preziosi sono gli affreschi scoperti nella cosiddetta “cripta di Epifanio”, che rappresentano uno dei cicli pittorici più importanti del IX secolo in Europa, con colori vividi e una forte espressività che richiama l’arte bizantina e carolingia. Visitare l’abbazia significa fare un salto indietro nel tempo, in un luogo dove il silenzio e la natura circostante amplificano la sensazione di misticismo e di raccoglimento. Oggi l’abbazia, con il suo parco archeologico e il museo annesso, è una testimonianza fondamentale del monachesimo occidentale e della cultura longobarda nell’Italia centro-meridionale. Anni addietro quando scoprii questo luogo decisi di comprare un casale poi un altro e un altro ancora era la contaminazione storica della luce delle mainarde che naturalmente mi fece scegliere questo luogo come luogo ideale per il convivio con la natura la storia l’atmosfera mistica ideale per chi ama leggere...
Read moreIi 12 settembre ho visitato il sito archeologico dell'abbazia benedettina atomedievale di San Vincenzo al Volturno sul territorio del comune molisano di Rocchetta a Volturno, papabile sito Unesco. Credo sia il piu' ampio e complesso intervento di scavo, ancora in divenire, che copre un ventaglio di secoli che vanno dall' VIII al XV, e non solo, dell'intero territorio italiano. Ne sono rimasto profondamente deluso. Eccezionale l'ambiente naturale circostante ma avvilente il modo in cui si mostra oggi l'amplissimo e articolato sito di scavo. Le coperture dei vari ambienti risultano ormai obsolete e ampiamente superate da soluzioni decisamente meno invasive (ad esempio quella utilizzata per la villa romana presso il Santuario della Madonna del Canneto) e la selva di tubi metallici impedisce spesso la comprensione dei singoli locali. Inoltre i pannelli esplicativi, pur negli intenti di ottima concezione, soprattutto quelli esposti agli agenti atmosferici sono letteralmente illeggibili. Mi risulta infine vi sia un'immensa quantita' di reperti di scavo di notevole valore storico-artistico ancora da catalogare e che giacciono silenti in un non lontano magazzino. Le potenzialita' di tutto il complesso sono enormi, l'attuale fruizione gli fa un...
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