Trascorrere un’oretta in un laghetto con i propri bambini e un paio di kayak alle porte di Milano è un’idea molto piacevole, la Polisportiva di Trezzano ha in gestione quest’attività. E a mio avviso, non dovrebbe. Le persone dovrebbero essere tutte gentili, caratteristica tipica di chi dedica parte della propria vita a sport sani, come in questo caso, la canoa. Tuttavia non ho potuto non sentirmi in qualche modo invaso quando, a causa di una bimba che in un pomeriggio di quasi estate si è pucciata nell’acqua a lato del proprio kayak fornito dalla Polisportiva per rinfrescarsi, sono stato avvicinato prima da un’addetta che mi ha indicato del divieto di balneazione, a cui ho confermato la ricezione della questione, nel frattempo la bambina, dotata come tutti di corpetto salvavita, era già risalita sul suo kayak, dopo pochi minuti raggiunto da un secondo "sorvegliante delle acque”, sempre di Polisportiva e ormai fuori luogo, che ricalcava il fatto del divieto assoluto di balneazione. In ultimo, una volta tornati al pontile, nuovamente altra addetta tornava sulla questione sottolineando la gravità del fatto. A quel punto, piuttosto provato da un metodo di comunicazione che rasentava la continua aggressione senza senso, ho deciso di puntualizzare la questione chiedendo il motivo di tanta pressione per qualcosa di banale e risolto già con il primo “richiamo”, tensione che inevitabilmente era stata trasmessa a dei bambini, in modo piuttosto invadente e immotivato. La risposta, come da facile previsione, è stata che non avendo il servizio di salvataggio non si può fare il bagno perché se succedesse qualcosa sarebbe un problema per la loro organizzazione, ma questo non giustifica la prepotenza recidiva subita nella comunicazione.. Catturato dalla bellezza della mente e del ragionamento ho chiesto allora cosa secondo la gentile signora, sarebbe potuto succedere considerando la presenza di un adulto a fianco della bambina, immersa fino alla vita a fianco al suo kayak, dotati tutti di salvagente, a venti metri dal pontile, e la risposta è stata un generico “Beh, non lo so”. Allora non posso non notare una questione importantissima, che mai avrei voluto far emergere se non avessi avvertito un panico incontrollabile da parte dei membri del personale di fronte a qualcosa che era uscita anche se solo per un minuto dalla loro zona di controllo, o per meglio dire, la percezione del controllo in quanto é meramente illusorio: l'ultima risposta “beh, non lo so” che si traduce nel compimento di gesti sociali automatici, senza conoscerne la ragione, e infine, rifiutando il confronto dileguandosi se l’altra parte vuole approfondire il tema. Ciò non rende onore alla tanto, dagli sportivi apprezzata massima: "mens sana in corpore sano". Mi sono sentito attaccato e in balia di persone che agivano per irrazionale paura esercitando su di me pressioni esagerate, fuori luogo, e innanzi a bambini, senza alcun motivo consapevole. Le stesse dinamiche che abbiamo iniziato a vedere pochi anni fa e su scala globale: mi sono sentito come allora. L’altra questione è dovuta alla forma comunicativa avuta da ben tre persone in pochi minuti sulla stessa questione che è stata impositiva, prepotente e imperativa. Una caratteristica che risalta la memoria storica di questo paese. In Inghilterra avrebbero detto “mi dispiace, dovrei chiedervi di non andare in acqua per cortesia” (una e una sola volta), In Spagna avrebbero detto “tesoro per favore non andate nell’acqua, fallo per me”. Ah...la legge 79 del 2022 impone l’obbligo del POS… ma non ce l'hanno... Un po’selettivo a piacimento questo fanatico amore per le...
Read moreIl laghetto è bello... da vedere... ma fare kayak quando c'è la polisportiva è stata un'esperienza pericolosa... affittano il kayak (pagamento rigorosamente in contanti... non hanno POS) mi sono voluto rinfrescare in acqua e sono stato immediatamente richiamato in malo modo. Sono allora subito risalito sul kayak e ancora, dopo qualche minuto, si avvicina un'altra persona della polisportiva e nuovamente (senza che io abbia piu'toccato l'acqua), mi assale. Una volta rientrato, e ridata l'attrezzatura, nuovamente un'altra della polisportiva, mi critica come se avessi fatto chissà cosa, con un livello comunicativo aggressivo all'esasperazione. Noto, uscendo, un cartello, sbiadito, e infestato da vegetazione, che indicava il divieto di balneazione. Un atteggiamento comunque ragionevolmente maleducato, sarebbe stato sufficiente avvisarmi prima, o rendere maggiormente visibile il cartello, e in ogni caso il livello comunicativo è stato totalmente inopportuno oltre che ingiustificatamente aggressivo. Mentre nulla viene detto ai loro agonisti che si allenano e che se non ci si sposta ti minacciano di venirti addosso come se il lago fosse tutto loro. Allora che senso ha affittare i kayak per far vivere momenti del genere a famiglie e bambini? Immagino sia solo una questione di profitto. Non ci andrò piu', non c'è pace. p.s. ragni sul kayak a decine, e colonie di zanzare che sembrano elicotteri....
Read moreAndato per fare un po'di kayak, ma, ahimè, era il giorno in cui era la polisportiva a gestire l'iniziativa al lago. Ciò si è tradotto in un panico e ansia assoluti perchè mio figlio di 11 anni si è buttato in acqua (40 gradi in agosto) senza che io abbia visto il cartello di "divieto di balneazione", un po'cancellato, posto prima della struttura. Mi hanno quindi avvisato e ho provveduto a risolvere. Dopo 5 anni, arriva altro operatore della polisportiva richiamandomi per l'accaduto quasi fosse un poliziotto, dopo altri 10 minuti nuovamente altra addetta, ricalcando la questione, e non per una presunta questione di "sicurezza", ma semplicemente perchè altrimenti non avrebbero piu'permesso a loro di gestire la fonte di attività. 3 volte sono tornati sulla questione ormai risolta, avrebbero potuto evitare decisamente, anche perchè stiamo parlando del nulla. Però nulla dicono agli agonisti della stessa polisportiva che vanno forte e senza alcun criterio sfiorando i kayak di famiglie e bambini quasi il laghetto fosse loro. Quando il buon senso... non và d'accordo con il profitto... una stella per l'incapacità comunicativa, la prepotente arroganza, la mancanza...
Read more