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Fortress of Civitella del Tronto — Attraction in Unione dei Comuni della Val Vibrata

Name
Fortress of Civitella del Tronto
Description
Fortezza di Civitella del Tronto is a fortress in Civitella del Tronto, Province of Teramo.
Nearby attractions
Nina, museo delle arti creative tessili
Corso Giuseppe Mazzini, 75, 64010 Civitella del Tronto TE, Italy
Nearby restaurants
Ristorante Colle Santamaria
Via Generale Galvanigi, Via San Francesco, 64010 Civitella del Tronto TE, Italy
Nearby hotels
B&B La Collina Degli Ulivi
Via per Teramo/Contado 1/A, 64010 Civitella del Tronto TE, Italy
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Keywords
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Fortress of Civitella del Tronto
ItalyAbruzzoUnione dei Comuni della Val VibrataFortress of Civitella del Tronto

Basic Info

Fortress of Civitella del Tronto

Largo Vinciguerra, 64010 Civitella del Tronto TE, Italy
4.6(2K)
Open until 6:00 PM
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spot

Ratings & Description

Info

Fortezza di Civitella del Tronto is a fortress in Civitella del Tronto, Province of Teramo.

Cultural
Outdoor
Family friendly
attractions: Nina, museo delle arti creative tessili, restaurants: Ristorante Colle Santamaria
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Phone
+39 351 535 5800
Website
fortezzacivitella.it
Open hoursSee all hours
Fri10 AM - 6 PMOpen

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Reviews

Nearby attractions of Fortress of Civitella del Tronto

Nina, museo delle arti creative tessili

Nina, museo delle arti creative tessili

Nina, museo delle arti creative tessili

4.8

(57)

Open until 6:00 PM
Click for details

Things to do nearby

From olives to oil: experience the magic of the oil mill
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Fri, Dec 5 • 3:00 PM
63100, Ascoli Piceno, Marche, Italy
View details
SARA PELLEGRINI E GIUSEPPINA CIOTTI -  LINGUAGGIO E MOVIMENTO
SARA PELLEGRINI E GIUSEPPINA CIOTTI - LINGUAGGIO E MOVIMENTO
Sat, Dec 6 • 6:00 PM
5 Via Giovanni Vannicola, 63073 Offida
View details
KITCHEN TRIATHLON GASTRONOMIA TECNOBAR  GIULIANOVA| LAINOX  10/12/2025
KITCHEN TRIATHLON GASTRONOMIA TECNOBAR GIULIANOVA| LAINOX 10/12/2025
Wed, Dec 10 • 3:00 PM
18 Via Umberto Terracini, 63074 San Benedetto del Tronto
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Nearby restaurants of Fortress of Civitella del Tronto

Ristorante Colle Santamaria

Ristorante Colle Santamaria

Ristorante Colle Santamaria

4.6

(401)

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Reviews of Fortress of Civitella del Tronto

4.6
(1,990)
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5.0
4y

Come si può leggere in qualunque libro di testo scolastico, all’atto della proclamazione del Regno d’Italia mancavano ancora da riconquistare Roma e le Venezie. Tali testi però omettono di ricordare che, a quella data del 17 marzo 1861, mancava ancora da conquistare anche una fortezza abruzzese, l’ultimo lembo di Regno delle Due Sicilie su cui sventolava il vessillo bianco gigliato dei Borbone: Civitella del Tronto.

Si tratta di una pagina di storia pochissimo conosciuta: la vicenda di Civitella e della sua fortezza è quella relativa alla sua resistenza ad oltranza contro l’invasione delle truppe piemontesi verso il Regno delle Due Sicilie: l’ultimo baluardo della Cittadella venne distrutto con una potentissima carica di esplosivo solamente tre giorni dopo la proclamazione del regno d’Italia, senza che i suoi difensori si fossero arresi al feroce assedio. Civitella del Tronto, in verità era già stata protagonista di episodi di lealtà alla dinastia borbonica e di resistenze impensate, come quella del 1557 contro il Duca di Guisa, e del 1806 contro i francesi del Generale Gouvion St. Cyr. Quando agli inizi del 1860 il timore di un’invasione del Regno delle Due Sicilie cominciava a farsi più consistente, in Abruzzo Ulteriore venne inviata una colonna militare al comando del Generale Giuseppe Pianell. Nel momento in cui i garibaldini iniziavano a risalire la penisola, nella fortezza già si preparava la difesa, soprattutto in ragione del fatto che si paventava un’invasione piemontese dal nord, in quanto il forte era stato costruito sul fiume Tronto, il confine con lo Stato Pontificio. L’invasione arrivò il 15 ottobre 1860, e la cittadella si apprestò immediatamente alla difesa, ritenendosi giustamente obiettivo primario.Il comandante, maggiore Luigi Ascione, decise di proclamare lo stato d’assedio e rispose con ironia a una comunicazione proveniente da Teramo, con la quale il plenipotenziario aveva richiesto di uniformarsi alla resa. La fortezza contava su una guarnigione composta da 530 militari appartenenti ai vari corpi del Real Esercito Borbonico, e su di un parco di artiglieria piuttosto modesto, composto di ventuno cannoni, due obici, due mortai, e una colubrina in bronzo che però era troppo vecchia e non venne mai impiegata.

Il Generale Cialdini, che comandava il corpo di spedizione, sottovalutando il problema, decise di inviare contro la fortezza solamente un reparto di volontari, la cosiddetta Legione Sannita, che giunta sul posto iniziò le operazioni di assedio il 23 di ottobre. Il primo colpo di cannone venne sparato il 26 ottobre 1860, ma nonostante il quotidiano bombardamento da parte piemontese, la resistenza della guarnigione proseguiva soprattutto su impulso del capitano Giovine, del sergente di artiglieria Messinelli e del sacerdote Padre Leonardo Zilli, detto Campotosto dal suo paese di origine. Ferdinando Pinelli, già famoso per le atrocità commesse nel corso della guerra, ricevette sdegnati rifiuti da parte borbonica. Il 20 dicembre, gli assediati effettuarono anzi una sortita verso l’abitato di Meria, ove sconfissero e costrinsero alla ritirata un’intera compagnia di bersaglieri. A seguito di tali azioni, Pinelli richiese nuove truppe, portando il numero degli assedianti a 3.500, un numero pari cioè a sette volte quello degli assediati.A quel punto, la resistenza di Civitella del Tronto cominciava a divenire un problema molto serio per il governo sabaudo, anche da un punto di vista mediatico: l’esistenza del Regno borbonico, infatti, era legata alle tre fortezze che ancora resistevano: Civitella, Messina e Gaeta, dove gli stessi reali partecipavano alla lotta, ma che capitolò il 13 di febbraio con l’esilio di Francesco II a Roma. Il generale Pinelli emise alcuni durissimi bandi contro gli stessi civili, tali da suscitare da parte di stati esteri proteste così violente da costringere il governo piemontese a...

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4.0
3y

Costo visita molto contenuto, 6€, è permesso entrare praticamente ovunque. "Costruita a partire dal 1564 come baluardo di confine tra il viceregno di Napoli e lo Stato Pontificio, la fortezza è stata occupata fino al 1861, è una delle più grandi e importanti opere di ingegneria militare d'Europa caratterizzata da una forma ellittica con una estensione di 25.000mq e una lunghezza di oltre 500m. Il sistema difensivo del forte costruito sul versante ad est,quello più debole, si compone di tre posti di guardia, bastioni e piazze d'armi, per un controllo stratificato in altezza. All'interno è visitabile il museo delle armi e mappe antiche, queste ultime connesse alle vicende storiche di Civitella del Tronto".

"Sul bastione di San Giovanni era un tempo posta una colubrina in bronzo, un enorme cannone in bronzo oggi a Torino, la Campana Faro Maria Fedelissima simbolo di pace suona a ricordo dei caduti di tutte le guerre. Da qui l'ingresso della cosiddetta Falsabraga che tra le varie funzioni collegava il bastione alla polveriera posta alla fine della Fortezza".

"La splendida fortezza di Civitella del Tronto ospita ogni anno, in primavera, i Tradizionalisti cattolici in una manifestazione storico-rievocativa squisitamente sui generis che ottiene il patrocinio della Regione Abruzzo. La Fortezza della "Civitas Fidelissima" è una delle opere di ingegneria militare più imponenti sorte sul territorio italiano. Con i suoi 500 metri di lunghezza e i 25mila metri di superficie complessiva, è una delle piazzeforti più grandi d'Europa.

Il raduno dei Tradizionalisti si svolge da oltre 30 anni a Civitella, l'ultima roccaforte del Regno delle Due Sicilie ad arrendersi (ma non a capitolare!) e solo per volontà del sovrano Francesco, dopo una strenua resistenza durata mesi, alle truppe sardo-piemontesi non ancora "italiane", alla vigilia della proclamazione del Regno d'Italia. La manifestazione, come ogni anno, viene organizzata dalle riviste tradizionaliste "Controrivoluzione" e "La Tradizione Cattolica". Nei tre giorni di raduno sono previsti convegni, messe in rito romano antico e in rito tridentino, la sfilata dei figuranti in uniforme borbonica verso la fortezza, con l'alzabandiera del vessillo delle Due Sicilie e l'esecuzione dell'inno borbonico di Paisiello che sarà suonato dalla banda di Civitella."

Orari di Apertura Nov,Dic,Gen,Feb 10:00-17:00 Mar,Ott 10:00-17:00 (18:00 s,d,f) Apr,Mag,Set 10:00-19:00 Giu,Lug,Ago 10:00-20:00 Ultimo ingresso-30min dalla chiusura Adulto 6€ Ridotto...

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5.0
2y

La Fortezza di Civitella del Tronto, situata a 600 m. s.l.m. in posizione strategica rispetto al vecchio confine settentrionale del Viceregno di Napoli con lo Stato Pontificio, è una delle più grandi e importanti opere di ingegneria militare d'Europa caratterizzata da una forma ellittica con un’estensione di 25.000 mq ed una lunghezza di oltre 500 m...

La rocca aragonese, sorta su una probabile preesistenza medievale, fu completamente trasformata a partire dal 1564 da Filippo II d’Asburgo - re di Spagna - che, a seguito di un’eroica resistenza dei civitellesi contro le truppe francesi guidate dal Duca di Guisa, ordinò la costruzione della Fortezza, una struttura più sicura così come la vediamo oggi. Nel 1734, dalla dominazione degli Asburgo si passò a quella dei Borboni che operarono importanti modifiche alla struttura militare e si opposero valorosamente all'assedio dei francesi nel 1806 e a quello dei piemontesi del 1860/61. Dopo il 1861 la Fortezza venne lasciata in abbandono, depredata e demolita dagli stessi abitanti di Civitella del Tronto. Oggi la sua struttura è completamente visitabile, grazie ad un importate intervento di restauro curato dalla Sovrintendenza di L'Aquila (1975/1985). La visita si sviluppa attraverso tre camminamenti coperti, le vaste piazze d'armi, le cisterne (una delle quali visitabile), i lunghi camminamenti di ronda, i resti del Palazzo del Governatore, la Chiesa di San Giacomo e le caserme dei soldati. Notevole e suggestivo è il panorama che si gode dalla Fortezza a partire dal vecchio incasato sottostante con le singolari case-forti (Civitella del Tronto aderisce al circuito “I Borghi più belli d’Italia”), per proseguire con i massicci del Gran Sasso, della Laga, della Maiella, dei Monti Gemelli fino al Mare Adriatico. All'interno della Fortezza è visitabile il Museo delle Armi che si sviluppa su quattro sale dove sono conservate armi e mappe antiche, queste ultime connesse alle vicende storiche di Civitella del Tronto. Tra le armi si segnalano alcuni schioppi a miccia del XV secolo, pistole a pietra focaia, un cannone da campagna napoleonico e dei piccoli cannoni detti...

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joejoe
Come si può leggere in qualunque libro di testo scolastico, all’atto della proclamazione del Regno d’Italia mancavano ancora da riconquistare Roma e le Venezie. Tali testi però omettono di ricordare che, a quella data del 17 marzo 1861, mancava ancora da conquistare anche una fortezza abruzzese, l’ultimo lembo di Regno delle Due Sicilie su cui sventolava il vessillo bianco gigliato dei Borbone: Civitella del Tronto. Si tratta di una pagina di storia pochissimo conosciuta: la vicenda di Civitella e della sua fortezza è quella relativa alla sua resistenza ad oltranza contro l’invasione delle truppe piemontesi verso il Regno delle Due Sicilie: l’ultimo baluardo della Cittadella venne distrutto con una potentissima carica di esplosivo solamente tre giorni dopo la proclamazione del regno d’Italia, senza che i suoi difensori si fossero arresi al feroce assedio. Civitella del Tronto, in verità era già stata protagonista di episodi di lealtà alla dinastia borbonica e di resistenze impensate, come quella del 1557 contro il Duca di Guisa, e del 1806 contro i francesi del Generale Gouvion St. Cyr. Quando agli inizi del 1860 il timore di un’invasione del Regno delle Due Sicilie cominciava a farsi più consistente, in Abruzzo Ulteriore venne inviata una colonna militare al comando del Generale Giuseppe Pianell. Nel momento in cui i garibaldini iniziavano a risalire la penisola, nella fortezza già si preparava la difesa, soprattutto in ragione del fatto che si paventava un’invasione piemontese dal nord, in quanto il forte era stato costruito sul fiume Tronto, il confine con lo Stato Pontificio. L’invasione arrivò il 15 ottobre 1860, e la cittadella si apprestò immediatamente alla difesa, ritenendosi giustamente obiettivo primario.Il comandante, maggiore Luigi Ascione, decise di proclamare lo stato d’assedio e rispose con ironia a una comunicazione proveniente da Teramo, con la quale il plenipotenziario aveva richiesto di uniformarsi alla resa. La fortezza contava su una guarnigione composta da 530 militari appartenenti ai vari corpi del Real Esercito Borbonico, e su di un parco di artiglieria piuttosto modesto, composto di ventuno cannoni, due obici, due mortai, e una colubrina in bronzo che però era troppo vecchia e non venne mai impiegata. Il Generale Cialdini, che comandava il corpo di spedizione, sottovalutando il problema, decise di inviare contro la fortezza solamente un reparto di volontari, la cosiddetta Legione Sannita, che giunta sul posto iniziò le operazioni di assedio il 23 di ottobre. Il primo colpo di cannone venne sparato il 26 ottobre 1860, ma nonostante il quotidiano bombardamento da parte piemontese, la resistenza della guarnigione proseguiva soprattutto su impulso del capitano Giovine, del sergente di artiglieria Messinelli e del sacerdote Padre Leonardo Zilli, detto Campotosto dal suo paese di origine. Ferdinando Pinelli, già famoso per le atrocità commesse nel corso della guerra, ricevette sdegnati rifiuti da parte borbonica. Il 20 dicembre, gli assediati effettuarono anzi una sortita verso l’abitato di Meria, ove sconfissero e costrinsero alla ritirata un’intera compagnia di bersaglieri. A seguito di tali azioni, Pinelli richiese nuove truppe, portando il numero degli assedianti a 3.500, un numero pari cioè a sette volte quello degli assediati.A quel punto, la resistenza di Civitella del Tronto cominciava a divenire un problema molto serio per il governo sabaudo, anche da un punto di vista mediatico: l’esistenza del Regno borbonico, infatti, era legata alle tre fortezze che ancora resistevano: Civitella, Messina e Gaeta, dove gli stessi reali partecipavano alla lotta, ma che capitolò il 13 di febbraio con l’esilio di Francesco II a Roma. Il generale Pinelli emise alcuni durissimi bandi contro gli stessi civili, tali da suscitare da parte di stati esteri proteste così violente da costringere il governo piemontese a sollevarlo dall’incarico.
Davide FabiDavide Fabi
Costo visita molto contenuto, 6€, è permesso entrare praticamente ovunque. "Costruita a partire dal 1564 come baluardo di confine tra il viceregno di Napoli e lo Stato Pontificio, la fortezza è stata occupata fino al 1861, è una delle più grandi e importanti opere di ingegneria militare d'Europa caratterizzata da una forma ellittica con una estensione di 25.000mq e una lunghezza di oltre 500m. Il sistema difensivo del forte costruito sul versante ad est,quello più debole, si compone di tre posti di guardia, bastioni e piazze d'armi, per un controllo stratificato in altezza. All'interno è visitabile il museo delle armi e mappe antiche, queste ultime connesse alle vicende storiche di Civitella del Tronto". "Sul bastione di San Giovanni era un tempo posta una colubrina in bronzo, un enorme cannone in bronzo oggi a Torino, la Campana Faro Maria Fedelissima simbolo di pace suona a ricordo dei caduti di tutte le guerre. Da qui l'ingresso della cosiddetta Falsabraga che tra le varie funzioni collegava il bastione alla polveriera posta alla fine della Fortezza". "La splendida fortezza di Civitella del Tronto ospita ogni anno, in primavera, i Tradizionalisti cattolici in una manifestazione storico-rievocativa squisitamente sui generis che ottiene il patrocinio della Regione Abruzzo. La Fortezza della "Civitas Fidelissima" è una delle opere di ingegneria militare più imponenti sorte sul territorio italiano. Con i suoi 500 metri di lunghezza e i 25mila metri di superficie complessiva, è una delle piazzeforti più grandi d'Europa. Il raduno dei Tradizionalisti si svolge da oltre 30 anni a Civitella, l'ultima roccaforte del Regno delle Due Sicilie ad arrendersi (ma non a capitolare!) e solo per volontà del sovrano Francesco, dopo una strenua resistenza durata mesi, alle truppe sardo-piemontesi non ancora "italiane", alla vigilia della proclamazione del Regno d'Italia. La manifestazione, come ogni anno, viene organizzata dalle riviste tradizionaliste "Controrivoluzione" e "La Tradizione Cattolica". Nei tre giorni di raduno sono previsti convegni, messe in rito romano antico e in rito tridentino, la sfilata dei figuranti in uniforme borbonica verso la fortezza, con l'alzabandiera del vessillo delle Due Sicilie e l'esecuzione dell'inno borbonico di Paisiello che sarà suonato dalla banda di Civitella." Orari di Apertura Nov,Dic,Gen,Feb 10:00-17:00 Mar,Ott 10:00-17:00 (18:00 s,d,f) Apr,Mag,Set 10:00-19:00 Giu,Lug,Ago 10:00-20:00 Ultimo ingresso-30min dalla chiusura Adulto 6€ Ridotto 4€ Ridotto bambini 1€
Davide RispoDavide Rispo
La Fortezza di Civitella del Tronto, situata a 600 m. s.l.m. in posizione strategica rispetto al vecchio confine settentrionale del Viceregno di Napoli con lo Stato Pontificio, è una delle più grandi e importanti opere di ingegneria militare d'Europa caratterizzata da una forma ellittica con un’estensione di 25.000 mq ed una lunghezza di oltre 500 m... La rocca aragonese, sorta su una probabile preesistenza medievale, fu completamente trasformata a partire dal 1564 da Filippo II d’Asburgo - re di Spagna - che, a seguito di un’eroica resistenza dei civitellesi contro le truppe francesi guidate dal Duca di Guisa, ordinò la costruzione della Fortezza, una struttura più sicura così come la vediamo oggi. Nel 1734, dalla dominazione degli Asburgo si passò a quella dei Borboni che operarono importanti modifiche alla struttura militare e si opposero valorosamente all'assedio dei francesi nel 1806 e a quello dei piemontesi del 1860/61. Dopo il 1861 la Fortezza venne lasciata in abbandono, depredata e demolita dagli stessi abitanti di Civitella del Tronto. Oggi la sua struttura è completamente visitabile, grazie ad un importate intervento di restauro curato dalla Sovrintendenza di L'Aquila (1975/1985). La visita si sviluppa attraverso tre camminamenti coperti, le vaste piazze d'armi, le cisterne (una delle quali visitabile), i lunghi camminamenti di ronda, i resti del Palazzo del Governatore, la Chiesa di San Giacomo e le caserme dei soldati. Notevole e suggestivo è il panorama che si gode dalla Fortezza a partire dal vecchio incasato sottostante con le singolari case-forti (Civitella del Tronto aderisce al circuito “I Borghi più belli d’Italia”), per proseguire con i massicci del Gran Sasso, della Laga, della Maiella, dei Monti Gemelli fino al Mare Adriatico. All'interno della Fortezza è visitabile il Museo delle Armi che si sviluppa su quattro sale dove sono conservate armi e mappe antiche, queste ultime connesse alle vicende storiche di Civitella del Tronto. Tra le armi si segnalano alcuni schioppi a miccia del XV secolo, pistole a pietra focaia, un cannone da campagna napoleonico e dei piccoli cannoni detti "falconetti" da marina.
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Come si può leggere in qualunque libro di testo scolastico, all’atto della proclamazione del Regno d’Italia mancavano ancora da riconquistare Roma e le Venezie. Tali testi però omettono di ricordare che, a quella data del 17 marzo 1861, mancava ancora da conquistare anche una fortezza abruzzese, l’ultimo lembo di Regno delle Due Sicilie su cui sventolava il vessillo bianco gigliato dei Borbone: Civitella del Tronto. Si tratta di una pagina di storia pochissimo conosciuta: la vicenda di Civitella e della sua fortezza è quella relativa alla sua resistenza ad oltranza contro l’invasione delle truppe piemontesi verso il Regno delle Due Sicilie: l’ultimo baluardo della Cittadella venne distrutto con una potentissima carica di esplosivo solamente tre giorni dopo la proclamazione del regno d’Italia, senza che i suoi difensori si fossero arresi al feroce assedio. Civitella del Tronto, in verità era già stata protagonista di episodi di lealtà alla dinastia borbonica e di resistenze impensate, come quella del 1557 contro il Duca di Guisa, e del 1806 contro i francesi del Generale Gouvion St. Cyr. Quando agli inizi del 1860 il timore di un’invasione del Regno delle Due Sicilie cominciava a farsi più consistente, in Abruzzo Ulteriore venne inviata una colonna militare al comando del Generale Giuseppe Pianell. Nel momento in cui i garibaldini iniziavano a risalire la penisola, nella fortezza già si preparava la difesa, soprattutto in ragione del fatto che si paventava un’invasione piemontese dal nord, in quanto il forte era stato costruito sul fiume Tronto, il confine con lo Stato Pontificio. L’invasione arrivò il 15 ottobre 1860, e la cittadella si apprestò immediatamente alla difesa, ritenendosi giustamente obiettivo primario.Il comandante, maggiore Luigi Ascione, decise di proclamare lo stato d’assedio e rispose con ironia a una comunicazione proveniente da Teramo, con la quale il plenipotenziario aveva richiesto di uniformarsi alla resa. La fortezza contava su una guarnigione composta da 530 militari appartenenti ai vari corpi del Real Esercito Borbonico, e su di un parco di artiglieria piuttosto modesto, composto di ventuno cannoni, due obici, due mortai, e una colubrina in bronzo che però era troppo vecchia e non venne mai impiegata. Il Generale Cialdini, che comandava il corpo di spedizione, sottovalutando il problema, decise di inviare contro la fortezza solamente un reparto di volontari, la cosiddetta Legione Sannita, che giunta sul posto iniziò le operazioni di assedio il 23 di ottobre. Il primo colpo di cannone venne sparato il 26 ottobre 1860, ma nonostante il quotidiano bombardamento da parte piemontese, la resistenza della guarnigione proseguiva soprattutto su impulso del capitano Giovine, del sergente di artiglieria Messinelli e del sacerdote Padre Leonardo Zilli, detto Campotosto dal suo paese di origine. Ferdinando Pinelli, già famoso per le atrocità commesse nel corso della guerra, ricevette sdegnati rifiuti da parte borbonica. Il 20 dicembre, gli assediati effettuarono anzi una sortita verso l’abitato di Meria, ove sconfissero e costrinsero alla ritirata un’intera compagnia di bersaglieri. A seguito di tali azioni, Pinelli richiese nuove truppe, portando il numero degli assedianti a 3.500, un numero pari cioè a sette volte quello degli assediati.A quel punto, la resistenza di Civitella del Tronto cominciava a divenire un problema molto serio per il governo sabaudo, anche da un punto di vista mediatico: l’esistenza del Regno borbonico, infatti, era legata alle tre fortezze che ancora resistevano: Civitella, Messina e Gaeta, dove gli stessi reali partecipavano alla lotta, ma che capitolò il 13 di febbraio con l’esilio di Francesco II a Roma. Il generale Pinelli emise alcuni durissimi bandi contro gli stessi civili, tali da suscitare da parte di stati esteri proteste così violente da costringere il governo piemontese a sollevarlo dall’incarico.
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Costo visita molto contenuto, 6€, è permesso entrare praticamente ovunque. "Costruita a partire dal 1564 come baluardo di confine tra il viceregno di Napoli e lo Stato Pontificio, la fortezza è stata occupata fino al 1861, è una delle più grandi e importanti opere di ingegneria militare d'Europa caratterizzata da una forma ellittica con una estensione di 25.000mq e una lunghezza di oltre 500m. Il sistema difensivo del forte costruito sul versante ad est,quello più debole, si compone di tre posti di guardia, bastioni e piazze d'armi, per un controllo stratificato in altezza. All'interno è visitabile il museo delle armi e mappe antiche, queste ultime connesse alle vicende storiche di Civitella del Tronto". "Sul bastione di San Giovanni era un tempo posta una colubrina in bronzo, un enorme cannone in bronzo oggi a Torino, la Campana Faro Maria Fedelissima simbolo di pace suona a ricordo dei caduti di tutte le guerre. Da qui l'ingresso della cosiddetta Falsabraga che tra le varie funzioni collegava il bastione alla polveriera posta alla fine della Fortezza". "La splendida fortezza di Civitella del Tronto ospita ogni anno, in primavera, i Tradizionalisti cattolici in una manifestazione storico-rievocativa squisitamente sui generis che ottiene il patrocinio della Regione Abruzzo. La Fortezza della "Civitas Fidelissima" è una delle opere di ingegneria militare più imponenti sorte sul territorio italiano. Con i suoi 500 metri di lunghezza e i 25mila metri di superficie complessiva, è una delle piazzeforti più grandi d'Europa. Il raduno dei Tradizionalisti si svolge da oltre 30 anni a Civitella, l'ultima roccaforte del Regno delle Due Sicilie ad arrendersi (ma non a capitolare!) e solo per volontà del sovrano Francesco, dopo una strenua resistenza durata mesi, alle truppe sardo-piemontesi non ancora "italiane", alla vigilia della proclamazione del Regno d'Italia. La manifestazione, come ogni anno, viene organizzata dalle riviste tradizionaliste "Controrivoluzione" e "La Tradizione Cattolica". Nei tre giorni di raduno sono previsti convegni, messe in rito romano antico e in rito tridentino, la sfilata dei figuranti in uniforme borbonica verso la fortezza, con l'alzabandiera del vessillo delle Due Sicilie e l'esecuzione dell'inno borbonico di Paisiello che sarà suonato dalla banda di Civitella." Orari di Apertura Nov,Dic,Gen,Feb 10:00-17:00 Mar,Ott 10:00-17:00 (18:00 s,d,f) Apr,Mag,Set 10:00-19:00 Giu,Lug,Ago 10:00-20:00 Ultimo ingresso-30min dalla chiusura Adulto 6€ Ridotto 4€ Ridotto bambini 1€
Davide Fabi

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La Fortezza di Civitella del Tronto, situata a 600 m. s.l.m. in posizione strategica rispetto al vecchio confine settentrionale del Viceregno di Napoli con lo Stato Pontificio, è una delle più grandi e importanti opere di ingegneria militare d'Europa caratterizzata da una forma ellittica con un’estensione di 25.000 mq ed una lunghezza di oltre 500 m... La rocca aragonese, sorta su una probabile preesistenza medievale, fu completamente trasformata a partire dal 1564 da Filippo II d’Asburgo - re di Spagna - che, a seguito di un’eroica resistenza dei civitellesi contro le truppe francesi guidate dal Duca di Guisa, ordinò la costruzione della Fortezza, una struttura più sicura così come la vediamo oggi. Nel 1734, dalla dominazione degli Asburgo si passò a quella dei Borboni che operarono importanti modifiche alla struttura militare e si opposero valorosamente all'assedio dei francesi nel 1806 e a quello dei piemontesi del 1860/61. Dopo il 1861 la Fortezza venne lasciata in abbandono, depredata e demolita dagli stessi abitanti di Civitella del Tronto. Oggi la sua struttura è completamente visitabile, grazie ad un importate intervento di restauro curato dalla Sovrintendenza di L'Aquila (1975/1985). La visita si sviluppa attraverso tre camminamenti coperti, le vaste piazze d'armi, le cisterne (una delle quali visitabile), i lunghi camminamenti di ronda, i resti del Palazzo del Governatore, la Chiesa di San Giacomo e le caserme dei soldati. Notevole e suggestivo è il panorama che si gode dalla Fortezza a partire dal vecchio incasato sottostante con le singolari case-forti (Civitella del Tronto aderisce al circuito “I Borghi più belli d’Italia”), per proseguire con i massicci del Gran Sasso, della Laga, della Maiella, dei Monti Gemelli fino al Mare Adriatico. All'interno della Fortezza è visitabile il Museo delle Armi che si sviluppa su quattro sale dove sono conservate armi e mappe antiche, queste ultime connesse alle vicende storiche di Civitella del Tronto. Tra le armi si segnalano alcuni schioppi a miccia del XV secolo, pistole a pietra focaia, un cannone da campagna napoleonico e dei piccoli cannoni detti "falconetti" da marina.
Davide Rispo

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