Il locale ha una eleganza garbata e minimale, niente che possa mettere in difficoltà il meno avvezzo. La mise en place è altrettanto minimal, niente tovaglia. Bellissimi i bicchieri a doppia bombatura. Scegliamo un percorso degustazione chiamato "passo dopo passo", il più tradizionale che contiene tutti i grandi classici di chef Gorini, 7 portate a cui aggiungere entrée e pre-dessert. Da bere mia moglie desidera uno champagne, l'accontento senza farmi desiderare scegliendo una bottiglia che ho veramente gradito tanto, elegante ma anche inusuale: Christophe Mignon ADN De Meunier (meunier 100%), il ricarico è significativo ma ho visto di peggio. Una nota a latere lo merita il cestino dei panificati, tutto sommato semplice, composto da pane a fette grissini e cracker: ce lo hanno riempito... boh... 4 volte? Una droga.
Arriva la prima portata. Mi aspettavo una serie di amuse-bouche e invece arriva una entrée: foglie di piante aromatiche fritte con una leggera pastella, una salsina in cui intingerle e un bicchierino a base di succo di limone per pulire la bocca. Una esperienza interessante dal punto di vista sensoriale ma, sono sincero mi è mancato tantissimo il "divertimento" degli amuse-bouche tipico di tanti altri stellati. Peccato. A seguire arriva la battuta di cervo, cremosa e ben bilanciata dalle salse, buono. Poi è il turno del pomodoro al forno con tuorlo d'uovo e carbonella. Era un piatto che mi incuriosiva molto e le foto non rendono bene l'idea. Una giostra di sapori estremamente originale e godurioso: è il primo piatto "wow" che esalta il genio dello chef. Sono venuto quassù proprio per questo! La portata successiva è ancora un antipasto - sebbene l'espressione risulti desueta e riduttiva. Coniglio patate e nocciola. Eravamo impegnati in una piacevole discussione io e la mia commensale ma, dal primo boccone cala il silenzio, silenzio che resta tale fino all'esaurirsi della portata. Io chiudo gli occhi per non perdermi nemmeno una nota, una sfumatura. Un orgasmo. Secondo piatto "wow", forse il piatto della serata. Arriva il primo, risotto al finocchio con estratto di camomilla e pasta di agrumi. Non mi piace, nè la presentazione nè il sapore. Camomilla e finocchio non mi regalano buone sensazioni, anzi. E poi manca qualcosa. Piatto flop. Il secondo "primo" è composto da tortelli ripieni di cacciagione albicocche, salvia e vermut. Buonini, certo preferisco la pasta ripiena di Irvin Zannoni che ti si squaglia in bocca, questa è meno fine, il ripieno è molto buono, il vermut e l'albicocca boh... il problema è la salvia, è veramente forte e copre un po' tutto. Forse comincio ad essere pieno? Forse la bottiglia di champagne (finita) mi toglie lucidità? Forse ho mangiato troppo pane? Però tant'è. Arriva il piccione, piatto iconico di chef Gorini. Ne porto ricordi sontuosi. La cottura è al sangue, non è per tutti. Io lo apprezzo e lo accompagno con un calice di rosso (un buon nebbiolo), come apprezzo le sue interiora affumicate e alla brace. Ma sono pieno... Predessert fresco. Infine una golosissima zuppa inglese (ma il gelato non sa di molto). Piccola pasticceria ingurgitata a fatica. Ah, per il dolce prendiamo un calice di chenin blanc, buono e non troppo dolce o stucchevole. Caffè. Digestivo. Al momento del conto lo chef staziona all'ingresso e scambia qualche parola con noi, una cosa gradita. Conto importante ma ho smesso di pubblicare cifre e spero rispetterete la mia scelta. Una cena molto bella, con alti e bassi. Mi sono mancati gli amuse-bouche, ho trovato strepitosi gli antipasti, così così i primi piatti. Buono il dolce. Bella la carta dei vini, solo discreti i ricarichi degli champagne. Il servizio è garbato ma non mi ha entusiasmato: troppo impersonale. Quando spendo così tanto, mi piacerebbe uscire che il cameriere è il mio migliore amico: è successo da Uliassi, è successo da Ancóra, è successo da Magnolia, è successo in tanti posti analoghi. Non è successo ieri. Pazienza. Ne è valsa la pena? Sì. Ma c'è spazio...
Read moreSpecial occasion deserves a special restaurant. Da Gorini is amazing. All the staff was very kind and attentive.
We had the tasting 5 courses menu for 75€ pp which, considering the quality, is an INCREDIBLE deal. You get to choose any five courses from their menu. We opted for two starters (artichokes and char), risotto with tobacco-infused mushrooms, roast pigeon and two desserts. As soon as we placed our order we were offered some small appetizers, and after dessert we were offered some extra little pastries.
Even though I wasn’t in love with their pigeon (my partner loved it), I found everything else amazing.
I hear they’ve had one michelin star for nearly five years now and they have also a mention in 50 best restaurants.
Looking forward to...
Read moreMi sono recato in questo ristorante in occasione dell'anniversario grazie alla formula "offri una cena" gentilmente prenotata dalla mia compagna. Premetto che questa è stata la nostra prima esperienza in uno stellato (e aggiungo: spero la prima di tante data l'emozione vissuta). Partendo con ordine il locale si presenta molto bene, minimal nell'arredamento ma altrettanto curato nei piccoli dettagli quasi costruiti appositamente per gli spazi. L'intimità è assicurata da pannelli che rendono l'ambiente molto isolato e con un piacevole sottofondo musicale. L'esperienza è stata totalitaria, merito non solo delle pietanze a cui seguirà il plauso, ma anche della professionalità e cortesia del personale di sala e dal preparatissimo sommelier che spiegando accuratamente gli abbinamenti del bevering dai noi scelto ci narrava elementi storici caratterizzanti di ogni bevanda. Il menù proposto ci ha stupiti non tanto per gli ingredienti esotici che spesso si sentono in ristoranti di questa fascia ma dalla valorizzazione e ricercatezza di materie prime locali e soprattutto reperibili da tutti. Gli abbinamenti e le preparazioni la fanno da padrona rendendo ogni singolo alimento perfettamente distinguibile e sinergico con l'accompagnamento. Grande sorpresa il risotto cotto in brodo di funghi, tabacco e latte di mandorla così come l'agnello servito con anche le parti meno nobili di esso. Gradita sorpresa gli auguri dedicati nella piccola pasticceria e poi ripresi a voce all'uscita dello chef. Un ristorante in cui andare in giacca ma nel quale sentirsi a casa ( merito della gestione quasi famigliare e delle conviviali chiacchere con chef e staff a fine cena). Prezzo non solo in linea con la quantità e qualità della cena ma quasi leggermente sottostimato per l'offerta esperienziale. Torneremo sicuramente in altre stagioni per completare il menù alla carta ricco. Che dire, consiglio qualche cena fuori in meno a favore di queste esperienze uniche e...
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