Trattoria piccola ma caratteristica. Il proprietario ti accoglie da dietro al bancone mentre taglia i salumi e arrostisce la carne. Uomo di poche parole, per cui pochi convenevoli e tanto cibo facendoti capire fin da subito che non sei in nessun ristorante stellato e che non c'è alcuna intenzione di farsi pubblicità con le parole ma piuttosto con i fatti: fin da subito si ha la consapevolezza che da lì ne uscirai sicuramente con la pancia piena. Guardandosi intorno si notano decorazioni di ogni tipo ovunque: targhe, quadri di Polignano a Mare, vetrinette con gingilli e bomboniere e accesso alla cucina... se non si fosse ancora respirata l'aria domestica basta abbassare la testa sul piatto una volta seduti al tavolo per notare un centrino fatto all'uncinetto, di quelli che casa di tua nonna ne è zeppa. Appena seduti, la cameriera chiede se abbiamo allergie, intolleranze o ci sono alimenti che non possiamo mangiare o non ci piacciono e una volta rassicurata mi sale l'adrenalina all'idea di ciò che potrei mangiare. Ci arriva subito un cestino di pane caldo abbrustolito sulla griglia. Decidiamo di prendere come antipasto una sorta di degustazione per non perderci niente di quello che Nonna Rosa può offrire e ti arriva subito un'insalatina di orzo con ricotta e cialda di formaggio delicatissima e piena di gusto. Tagliere di salumi tipici, Verdure dell'orto , Carpaccio di Manzo con julienne di zucchine (delizioso), Formaggio primosale all'insalata. Avrei voluto maggiori delucidazioni sul tipo di salumi che mi sono stati presentati ma quando si mangia dai nonni si sa, non importa sapere cosa stai mangiando basta che mangi tutto senza lasciare niente. Avrei potuto chiedere ma l'atmosfera così rispettosa verso il cibo mi fa cambiare idea, ma mi è bastato allungare l'orecchio al tavolo vicino al mio per sentire il proprietario spiegare tutti i salumi e che gli stessi erano prodotti suoi e di piccoli fornitori dei paraggi e questo mi basta. Optiamo per un primo: ravioli di ortiche e ricotta con crema di formaggi tipici. Porzione abbondante che abbiamo diviso per lasciare spazio alla carne altrimenti tra l'antipasto e il primo si poteva subito chiedere il conto e tornare a casa soddisfatti. Il raviolo tirato bene e il ripieno dentro fresco e gustoso Arriva la scelta della carne: prendo una lombatina di vitello alla griglia, e che dire: la carne cotta benissimo si scioglieva praticamente in bocca e ricca di gusto, accompagnata da contorno di patate al forno e cicoria passata in padella. Per altri tagli di carne, il proprietario porta direttamente la griglia sul tavolo e ti taglia la carne (come nelle migliori bracerie) nel mio caso il taglio di carne piccolo e il tipo di cottura evidentemente non richiedeva questo tipo di accompagnamento ma i convenevoli poco importano quando lo stomaco è appagato. Durante la cena le cameriere, gentilissime, cambiavano piatti e posate ad ogni portata e ci riempivano il cestino del pane. Il tutto accompagnato da vino locale (un po' caldo devo ammetterlo), anche se il locale presenta una notevole carta dei vini. Il conto: mi aspettavo molto peggio leggendo recensioni varie e ascoltando i pareri degli altri. Insomma piatti pieni, carne buonissima, servizio veloce, il proprietario che passa la serata a tagliare prosciutto e salumi davanti al cliente per dimostrare la freschezza dei prodotti che vende, non si può mica pensare di mangiare con 15/20€ a testa. Per la mia esperienza il conto è stato abbastanza adeguato a ciò che ho mangiato, e poi basta girare per il paese o chiedere giù al lido che tutti ti indicano come primo ristorante per mangiare la carne "Nonna Rosa" e poi aggiungono "si spende qualcosina in più ma ne vale la pena..." E da oggi sarò anche io uno di quelli. Quindi ti alzi dal tavolo come un nipote soddisfatto e lasci il locale con la maliconia di chi saluta la propria nonna ma sa che tornerà presto a trovarla. Volendo trovare un difetto: mi aspettavo maggiore varietà nei piatti che offrono sia come antipasti che come secondi, non solo griglia ma anche...
Read moreDi ritorno da una fiera, in modo totalmente casuale, abbiamo seguito l'istinto per cenare da Nonna Rosa. Bhe, l'impatto all'entrata è travolgente, il calore familiare lo senti e lo vedi. Sei servito da signore attente, pochi i convenevoli, ma poi avevamo voglia di scoprire chi fosse Nonna Rosa e da qui un racconto che veniva dal cuore. Giuseppe ci ha fatto leggere la prima pagina del suo menù, una storia che narra della nonna e poi della mamma, una storia che ha come seguito la sua trattoria dal 1995. Ci ha emozionato. Ce n'è stato anche per il palato, anzi soprattutto, gli affettati pazzeschi, le verdurine squisite, la scamorza sulla brace: la Regina degli antipasti. Il carpaccio? Il Re! L'agnello, bhe, qui è dovuta una premessa, eravamo 4 a cena, tutti con una esperienza di cucina non indifferente, ma soprattutto tutti golosissimi di agnello. Il più buono di tutti, un profumo e un sapore che avrebbe ingolosito un vegano, semplicememte DA PAURA! Poi una fiorentina da un chilo e mezzo, patate e cicoria. I biscotti secchi, il passito, poi i dolci, il semifreddo al pistacchio, la mousse di mascarpone, il pasticciotto... cioè, ma dove siamo capitati? Il piacere delle tradizioni, l'amore per la cucina, l'emozione di un racconto, il gusto di prodotti autentici e genuini. Non scrivo spesso recensioni, ma ho voluto farlo in questo caso perché chi fa del tutto per fare bene merita quel pizzico di riconoscenza che incoraggia il risultato. E faccio un passo indietro. Mentre cercavamo un ristorante nei paraggi di Termoli abbiamo letto l'ultima recensione su Nonna Rosa, di un signore che elogiava la cucina, ma non sarebbe tornato per l'accoglienza. Forse proprio questa recensione ci ha spinto a prenotare e siamo stati premiati. Giuseppe ci ha parlato di quanto quella recensione lo avesse colpito. Ne ha parlato con rammarico, ed è comprensibile. In quella trattoria ognuno prepara qualcosa e lo serve al tavolo, chi griglia e arriva al tavolo rosso in viso dal calore e ti serve un arrosto da emozionare, magari non ti stampa un sorriso (spesso finto) a 32 denti, ma sta spendendo per te tutta la sua esperienza e passione per quel lavoro. I posti autentici vanno protetti,...
Read moreTralasciamo la tortuosa via crucis per raggiungere il posto e contestualmente trovare parcheggio, ci addentriamo finalmente nel lussuosissimo locale che assomiglia, molto suggestivamente, alla capanna di Betlemme. Tavoli attaccatissimi con i facinorosi clienti autoctoni che tra goliardia e linguaggi taberneschi hanno allietato la nostra impossibilità a comunicare perché credevano di essere simpatici e quindi dovevano farsi sentire da tutti, ma andiamo avanti. Siamo in tre, mangiamo un antipasto diviso 3, un primo a testa discutibilissimo nella realizzazione ed un piatto di agnello arrosto da dividere in tre, i prezzi sul menu non sono proprio accessibilissimi e come primo approccio ci teniamo cauti…e abbiamo fatto benissimo a giudicare dal gonfiatissimo conto che ci è arrivato con un servizio sghembo e confusionario. La voce acqua dove avevamo preso solo due bottiglie recitava euro 12. Coperto idem, e l’agnello era raddoppiato perché a dire del proprietario un piatto diviso tre era troppo poco. Mh. Nel frattempo i facinorosi accanto, amici del proprietario, andavano avanti a carpaccio e bistecche a pioggia che sul menu avevano prezzi da capogiro. Conto finale 85€ senza vino, abbiamo chiesto spiegazioni anche perché non siamo a Parigi ma in una bettola di Campomarino paese e sul menu ci sono i prezzi dove il nostro doveva raggiungere sui 65€ o giù di lì, che pochi comunque non sono. Si è scusato per l’errore togliendoci 8€ di acqua. Il cibo decantatissimo trova giustifica nella qualità della carne, ma i primi sembravano pasta condita con sughi pronti da supermercato e se così non fossero, mi preoccuperei per la cucina. Nulla mi toglie dalla testa che per i Campomarinesi c’è un prezzo per gli altri un altro che è terribilmente salato. Non...
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