Non è male, ma le ordinazioni si fanno attendere veramente tanto. Appena seduti chiediamo delle birre che, sebbene il locale fosse ancora semivuoto, arrivano dopo più di un quarto d'ora... Per le pizze, poi, servita la prima, abbiamo visto servire un altro tavolo, l'asporto e quando i primi commensali avevano quasi finito, ecco arrivare le altre... mah... Ancora lunga attesa per un ulteriore bicchiere di birra e ancora per il dolce... anzi, assaggio di dolce. Poco più grande di un mignon, il rapporto qualità/quantità/prezzo non regge proprio. Forse in un pranzo o cena gourmet fatta di assaggi, ma in versione pizzeria no. Ovviamente questa è la mia opinione. Ad altri potrebbe andar bene questa dimensione, vedi foto allegata (diametro più piccolo dei rebbi di una forchetta)
----edit---- Leggo la sua risposta e non riesco a trattenermi... Intanto la ringrazio per aver elencato gli ingredienti del dolce. "original american cream chese"? Sulla più famosa rivista di cucina americana si legge che il miglior ingrediente per la cheesecake è il Philadelpia (che ha lo stesso prezzo), perché ha proprio i sapori che intendeva William Lawrence 150 anni fa. "salsa al caramello salato". Non mi è sembrato di leggere che la produciate voi, quindi potrebbe benissimo essere uscita da un qualsiasi barattolino industriale. "cristalli di sale maldon", già, un pizzico di scenografia. "arachidi pralinate", che sulla mia porzione era solo mezza e neanche pralinata (vedi foto) "cioccolato belga fondente al 70%". Che le praline di cioccolato belga siano rinomate è vero, ma che anche il fondente sia meglio di quelli nostrani è discutibile (dagli incontri eurochocolate di questi giorni)... Ma io non sono qui per discutere sulla ricetta o sul costo degli ingredienti del vostro dessert. Ho solo osservato che il prezzo di 5€ per un dolce in pizzeria è più adeguato ad una bella fetta di cheesecake, oppure tre palline di pasta choux, ripiene di crema chantilly ricoperti da una glassa al cioccolato, piuttosto che un "assaggio" da cena gourmet. E' solo una mia opinione, condivisibile o meno, ma dopo pizza e birra, la trasgressione del dolce finale necessita quando non di abbondanza, almeno di normalità!
Se in una pizzeria le portassero una pizza da 100 grammi invece dei classici 250, semplicemente elogiando farine e condimenti particolari, credo che anche a lei non farebbe piacere. Diverso se all'ingresso leggesse il cartello "pizze gourmet da 100g". Credo che entrerebbe e le gusterebbe consapevolmente.
Comunque le tre stelle sono per le inutili lunghe attese per le bevande e per aver mangiato allo stesso tavolo in tempi diversi. Il dolce è solo la "ciliegina" sulla torta (:D) Ma se questo concetto non è nelle sue corde, me ne dispiace.
Spero di avere occasione di tornare a cena da voi, certo che mi darete modo di aggiungere le due stelle...
Read moreDelusione totale. Mai vista una gestione della sala così caotica e arrogante.
Arriviamo alle 13:10. Ordiniamo subito: due antipasti (arrivati rapidamente), tre secondi, vino e acqua.
Dopo un’ora dagli antipasti, nonostante i nostri solleciti, ancora nulla. Intanto, ai tavoli arrivati dopo di noi continuavano ad arrivare portate su portate.
Chiediamo spiegazioni al responsabile. Nessuna scusa: solo vaghi riferimenti alla “rotazione delle comande” e un “tra cinque minuti escono”. Passano dieci minuti, poi altri dieci. Nulla.
Finalmente vediamo uscire una frittura di pesce: non è nostra, ma di un tavolo arrivato dopo. Alla nostra (educata) richiesta di chiarimenti, la risposta è surreale: “I signori hanno ordinato la frittura come antipasto. Se lo facevate anche voi, l’avreste già mangiata.” Tono altezzoso, zero empatia.
Decidiamo di alzarci per pagare e andare via, così come un altro tavolo in situazione simile. A quel punto, il ristoratore ci accusa — di nuovo — di aver sbagliato noi: “Facciamo uscire prima tutti gli antipasti, poi i primi, poi i secondi. È normale che abbiate aspettato.”
No, non è normale. In un ristorante alla carta, ogni tavolo va servito secondo ciò che ha ordinato, non secondo una “scaletta” imposta unilateralmente e mai comunicata.
Locale bello, cucina buona, ma gestione dilettantesca e maleducata. La ristorazione richiede umiltà, ascolto e rispetto. Tutte qualità...
Read moreCoraggioso il proprietario nell'intraprendere questa avventura in una "città difficile" come Foggia. La filosofia "handmade" che si respira in questo posto trasmette genuinità e bontà di cose fatte come una volta. Tutto qui, a detta loro, è cotto e prodotto in casa, dal pane alle pietanze più complicate. Ingredienti freschi e selezionati uniti allo stile un po' vintage con richiami in legno ne fanno un locale originale per lo standard foggiano. Siamo in due, ordiniamo un peperitivo, un panino e due calici di vino, non prima di assaggiare le patatine fritte con cacio e pepe. L'aperitivo è vario, genuino, gustoso e giusto nelle porzioni, si assaporano cose diverse nello stesso piatto alcune pregevoli, come gli scagliozzi con salsa alla cipolla! Il panino che scelgo è l'unico vegetariano, cime di rapa con pomodori secchi, davvero buono. Il dolce è uno yogurt fatto in casa con noccioline americane e caramello. Tutto al prezzo di € 34,00, considerando gli ingredienti usati e due calici di vino può andar bene. Unico appunto che mi sento di fare, tra l'altro già fatto notare in sede allo stesso proprietario, la pochezza di scelta per vegetariani o vegani, un solo panino, si può ovviare con primi piatti e antipasti certo, ma resta povera la scelta se non si vuole essere obbligati a mangiare pasta o pizza. Sono convinto che si può fare di meglio, intanto è un...
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