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Rum 48 — Restaurant in Melissa

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Rum 48
Description
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Rum 48
ItalyCalabriaMelissaRum 48

Basic Info

Rum 48

via Nazionale, 15, 88814 Torre Melissa KR, Italy
4.6(306)
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attractions: Torre Aragonese, restaurants: Il Conte Di Melissa
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Apericena Rum 48
Stuzzichini più drink a scelta (campari, crodino, prosecco)
Patatine Fritte (Porzione)
Focaccina Bruschetta X 2 (6 Spicchi)
Focaccina Pane: Olio, Sale E Origano
Gnocchi Fritti Per Due

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Stefano BenvenutoStefano Benvenuto
"Oltre alle scuse altro non posso fare": in breve, in caso di problemi, oltre alle scuse del proprietario, non aspettatevi altro da questo locale. Domenica pomeriggio telefoniamo per prenotare un tavolo per 6 persone: prima delle 22 non c'era posto, accettiamo. Arriviamo alle 21.50 e scopriamo che il nostro tavolo era stato già riassegnato ad altri clienti. Iniziamo bene. In maniera molto caotica, tutto sommato riescono a riorganizzare due tavoli vuoti di fronte l'ingresso e alle 22.00 ci sediamo. (Tra l'altro, la posizione di questi tavoli blocca l'ingresso a sedie a rotelle) Notiamo che intorno a noi si moltiplicano le persone in piedi e visibilmente scocciate. Crediamo di essere fortunati. Intorno alle 22.10 passa il cameriere per le ordinazioni. Mio cognato chiede una Pizzolica, che dovrebbe essere la pizza di punta del locale, ma il cameriere gliela sconsiglia fortemente perché essendo "una pizza che richiede una particolare lavorazione, e visto anche l'afflusso di clienti, farà ritardare le altre pizze". Visto l'orario, decide di ordinare una semplice pizza bianca con pomodorini e un po' di crema di pistacchio. Per quanto riguarda le bibite, sempre lui chiede una Leffe alla spina, ma il cameriere gli segnala che il compressore di quella marca non è funzionante e deve cambiare. Conclusa l'ordinazione, nell'arco di 5 minuti arrivano le bottiglie di acqua e le birre. Dopo altri 40 minuti circa passa il cameriere al tavolo chiedendoci se ci avevano portato le pizze. Al nostro visibile disappunto per il ritardo, ci rassicura che se ne sarebbe occupato, sparendo nel nulla. Dopo 15 minuti decido di raggiungere il cameriere all'interno del locale, chiedo spiegazioni per il ritardo e una tempistica certa anche perché uno dei commensali doveva assumere dei medicinali e non poteva più permettersi di aspettare a lungo. Va in cucina e lo seguo fino al bancone, da lì scorgo quanto i cuochi fossero sotto pressione e indaffarati. Dopo qualche minuto mi rassicura che il mio tavolo (e quello dei nostri vicini) sarebbero stati serviti in 5 minuti. E così è stato. Dopo 1 ora e 26 minuti (tempistica confermata dallo stesso titolare) dalla ricezione dell'ordine ci hanno servito. Chissà quanto avremmo aspettato se mio cognato avesse ordinato quella pizza così complessa. Nota a margine, il tavolo di fianco al nostro, riceve le pizze poco dopo di noi e da parte di alcuni clienti di quel tavolo parte un applauso lievemente sarcastico, che ha di fatto generato una leggera discussione col cameriere (che era visibilmente esausto e sotto pressione) e che ha coinvolto il proprietario. Alle 23.41 ci spostiamo alla cassa per chiedere il conto. Ci serve il proprietario che ci chiede se volevamo un caffè o un amaro (non credo di aver capito se era offerto o meno), in ogni caso decliniamo e ci porge il contro di 84,50€ chiedendoci in maniera meccanica se è andato tutto bene, e a quel punto manifestiamo la nostra profonda delusione da parte del servizio. Da parte sua si scusa ed inizia a giustificarsi asserendo nell'ordine: - la mancanza di un lavapiatti - lui in prima persona si è dovuto occupare di lavare i piatti e servire ai tavoli - l'impasto quel giorno era difficile da stendere - hanno servito più di 300 (trecento) comande. Mi congratulo per il suo traguardo, ma gli faccio presente che anche la prima volta che sono stato al suo locale (tre settimane prima) sono stato servito un'ora dopo, e ciò non toglie che il nostro tavolo è stato comunque servito male. Ribatte che lui è "uomo di mondo" (cito sue testuali parole) e aspettare un'ora per essere serviti è piuttosto comune, e che la sua preoccupazione era la qualità delle sue pizze e che "oltre a porgere le scuse, altro non posso fare". Le pizze, benché al momento gradite, sono state di difficile digestione, anche a seguito di Diger-selz. Nessuna delle sue scuse ci sono parse realmente sentite e sincere. Paghiamo e dalla somma di 84,50€ ci ha scontato solamente 50 centesimi. 0,50€ di sconto che, visto il contesto, mi è parso un insulto al buonsenso e alla civiltà.
Alessandro CastrucciAlessandro Castrucci
Non sempre il nome d’un’osteria presagisce le delizie che la mensa potrà offrire, e tale è il caso del Rum48, dove né di rum né di spirito si fa gran vanto, ma di pizze cotte al giusto ardore e carni serrate in pan panato si può, con soddisfazione, render conto. Cominciamo, dunque, dalla pizza, regina della serata: impasto d’ispirazione partenopea, ben lievitato e saldo nel sostenere gli ottimi ingredienti, frutto evidente di scelta oculata e gusto raffinato. Non v’è nota stonata, anche là dove il nobile tartufo tende talvolta a soverchiare i suoi compagni: qui, invece, si fa parte dell’insieme, esaltato da burrata che tutto abbraccia in carezza gentile. Rosse o bianche che siano, le pizze mostrano sapienza di mano e armonia di pensiero. Lode, dunque, agli artefici dell’impasto e a chi dispone con senno il condimento. E non da meno i panini, che già alla lettura si fan desiderio. Carne podolica dal gusto intenso, salsiccia che ben si fa valere, e pan di sesamo fragrante e saldo. Tuttavia, qualche ombra affiora in tale quadro: una cicoria umida, non domata dal fuoco, indebolisce il morso; un guanciale che, pur visibile, fugge al gusto. Non errori gravi, ma occasioni sfiorate, che con lievi ritocchi potrebbero portar questi conviti tra gli astri del gusto. Ma, ahi noi, non tutto vien da lodare. Il luogo in sé è sobrio, fin troppo forse, privo d’anima nel suo arredamento neutro. E chi volesse mangiare all’aperto dovrà sopportar i clamori della via e le musiche scomposte che da un gelataio vicino giungono a turbare l’atmosfera. Ma il vero dolore vien dal servigio: disattento, lento, privo di quell’occhio vigile che fa sentire il viandante accudito. Nessuno si premura di scorgere mancanze, nessuno pare curarsi del benessere altrui. Paressem in famiglia, ma non quella accorta e sollecita, bensì in compagnia di parenti distratti, intenti al proprio piatto più che all’altrui comodo. E ciò fu vero non una, ma ben due volte, ché tornai in altro dì sperando in sorte diversa, e nulla mutò. Peccato, ché il gusto vi sarebbe, e la sostanza pure. Ma senza guida esperta che coordini e formi, tutto rischia d’andar disperso, come vento che passa su campo non mietuto.
Emanuele FalcoEmanuele Falco
Questa è la mia prima recensione che faccio sui social per quanto riguarda un locale e non posso far altro che ritenermi soddisfatto della serata trascorsa all'interno del locale RUM48. Ieri era il mio 21mo anniversario di matrimonio ed ho voluto provare insieme a mia moglie la pizza Gourmet. Appena entrato nel locale sono rimasto stupito per come è predisposto ... ho avuto subito una sensazione di intimo e di familiare e professionali, tanto è vero che mia moglie, che ha gusti molto particolari, ha iniziato a guardarsi intorno meravigliandosi della bellezza degli oggetti sistemati in sala. Il cameriere e le ragazze che lavorano con lui sono stati veramente molto gentili e professionali segno che dietro al personale c'è una gestione volta alla soddisfazione del cliente (sembra ovvia questa mia affermazione ma non lo è) .... passiamo alle pizze : da appassionato (faccio 2 volte a settimana la pizza) sono rimasto colpito dalla leggerezza della pizza ma soprattuto dall'abbinamento dei gusti ... si nota subito che dietro alle pizze c'è uno studio specifico sopratutto sul Tooping ... un conto è buttare tanti ingredienti sopra al disco di pasta per far sembrare la pizza decorata e un conto è studiare cosa possono emanare quegli ingredienti sul palato delle persone che l'assaggiano. Complimenti veramente al pizzaiolo per questo studio e per questa passione. Consiglio sicuramente RUM48 e mi sono promesso di ritornarci questa estate con tutta la famiglia.
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"Oltre alle scuse altro non posso fare": in breve, in caso di problemi, oltre alle scuse del proprietario, non aspettatevi altro da questo locale. Domenica pomeriggio telefoniamo per prenotare un tavolo per 6 persone: prima delle 22 non c'era posto, accettiamo. Arriviamo alle 21.50 e scopriamo che il nostro tavolo era stato già riassegnato ad altri clienti. Iniziamo bene. In maniera molto caotica, tutto sommato riescono a riorganizzare due tavoli vuoti di fronte l'ingresso e alle 22.00 ci sediamo. (Tra l'altro, la posizione di questi tavoli blocca l'ingresso a sedie a rotelle) Notiamo che intorno a noi si moltiplicano le persone in piedi e visibilmente scocciate. Crediamo di essere fortunati. Intorno alle 22.10 passa il cameriere per le ordinazioni. Mio cognato chiede una Pizzolica, che dovrebbe essere la pizza di punta del locale, ma il cameriere gliela sconsiglia fortemente perché essendo "una pizza che richiede una particolare lavorazione, e visto anche l'afflusso di clienti, farà ritardare le altre pizze". Visto l'orario, decide di ordinare una semplice pizza bianca con pomodorini e un po' di crema di pistacchio. Per quanto riguarda le bibite, sempre lui chiede una Leffe alla spina, ma il cameriere gli segnala che il compressore di quella marca non è funzionante e deve cambiare. Conclusa l'ordinazione, nell'arco di 5 minuti arrivano le bottiglie di acqua e le birre. Dopo altri 40 minuti circa passa il cameriere al tavolo chiedendoci se ci avevano portato le pizze. Al nostro visibile disappunto per il ritardo, ci rassicura che se ne sarebbe occupato, sparendo nel nulla. Dopo 15 minuti decido di raggiungere il cameriere all'interno del locale, chiedo spiegazioni per il ritardo e una tempistica certa anche perché uno dei commensali doveva assumere dei medicinali e non poteva più permettersi di aspettare a lungo. Va in cucina e lo seguo fino al bancone, da lì scorgo quanto i cuochi fossero sotto pressione e indaffarati. Dopo qualche minuto mi rassicura che il mio tavolo (e quello dei nostri vicini) sarebbero stati serviti in 5 minuti. E così è stato. Dopo 1 ora e 26 minuti (tempistica confermata dallo stesso titolare) dalla ricezione dell'ordine ci hanno servito. Chissà quanto avremmo aspettato se mio cognato avesse ordinato quella pizza così complessa. Nota a margine, il tavolo di fianco al nostro, riceve le pizze poco dopo di noi e da parte di alcuni clienti di quel tavolo parte un applauso lievemente sarcastico, che ha di fatto generato una leggera discussione col cameriere (che era visibilmente esausto e sotto pressione) e che ha coinvolto il proprietario. Alle 23.41 ci spostiamo alla cassa per chiedere il conto. Ci serve il proprietario che ci chiede se volevamo un caffè o un amaro (non credo di aver capito se era offerto o meno), in ogni caso decliniamo e ci porge il contro di 84,50€ chiedendoci in maniera meccanica se è andato tutto bene, e a quel punto manifestiamo la nostra profonda delusione da parte del servizio. Da parte sua si scusa ed inizia a giustificarsi asserendo nell'ordine: - la mancanza di un lavapiatti - lui in prima persona si è dovuto occupare di lavare i piatti e servire ai tavoli - l'impasto quel giorno era difficile da stendere - hanno servito più di 300 (trecento) comande. Mi congratulo per il suo traguardo, ma gli faccio presente che anche la prima volta che sono stato al suo locale (tre settimane prima) sono stato servito un'ora dopo, e ciò non toglie che il nostro tavolo è stato comunque servito male. Ribatte che lui è "uomo di mondo" (cito sue testuali parole) e aspettare un'ora per essere serviti è piuttosto comune, e che la sua preoccupazione era la qualità delle sue pizze e che "oltre a porgere le scuse, altro non posso fare". Le pizze, benché al momento gradite, sono state di difficile digestione, anche a seguito di Diger-selz. Nessuna delle sue scuse ci sono parse realmente sentite e sincere. Paghiamo e dalla somma di 84,50€ ci ha scontato solamente 50 centesimi. 0,50€ di sconto che, visto il contesto, mi è parso un insulto al buonsenso e alla civiltà.
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"Oltre alle scuse altro non posso fare": in breve, in caso di problemi, oltre alle scuse del proprietario, non aspettatevi altro da questo locale.

Domenica pomeriggio telefoniamo per prenotare un tavolo per 6 persone: prima delle 22 non c'era posto, accettiamo. Arriviamo alle 21.50 e scopriamo che il nostro tavolo era stato già riassegnato ad altri clienti. Iniziamo bene.

In maniera molto caotica, tutto sommato riescono a riorganizzare due tavoli vuoti di fronte l'ingresso e alle 22.00 ci sediamo. (Tra l'altro, la posizione di questi tavoli blocca l'ingresso a sedie a rotelle)

Notiamo che intorno a noi si moltiplicano le persone in piedi e visibilmente scocciate. Crediamo di essere fortunati.

Intorno alle 22.10 passa il cameriere per le ordinazioni. Mio cognato chiede una Pizzolica, che dovrebbe essere la pizza di punta del locale, ma il cameriere gliela sconsiglia fortemente perché essendo "una pizza che richiede una particolare lavorazione, e visto anche l'afflusso di clienti, farà ritardare le altre pizze". Visto l'orario, decide di ordinare una semplice pizza bianca con pomodorini e un po' di crema di pistacchio. Per quanto riguarda le bibite, sempre lui chiede una Leffe alla spina, ma il cameriere gli segnala che il compressore di quella marca non è funzionante e deve cambiare. Conclusa l'ordinazione, nell'arco di 5 minuti arrivano le bottiglie di acqua e le birre.

Dopo altri 40 minuti circa passa il cameriere al tavolo chiedendoci se ci avevano portato le pizze. Al nostro visibile disappunto per il ritardo, ci rassicura che se ne sarebbe occupato, sparendo nel nulla. Dopo 15 minuti decido di raggiungere il cameriere all'interno del locale, chiedo spiegazioni per il ritardo e una tempistica certa anche perché uno dei commensali doveva assumere dei medicinali e non poteva più permettersi di aspettare a lungo. Va in cucina e lo seguo fino al bancone, da lì scorgo quanto i cuochi fossero sotto pressione e indaffarati.

Dopo qualche minuto mi rassicura che il mio tavolo (e quello dei nostri vicini) sarebbero stati serviti in 5 minuti.

E così è stato. Dopo 1 ora e 26 minuti (tempistica confermata dallo stesso titolare) dalla ricezione dell'ordine ci hanno servito. Chissà quanto avremmo aspettato se mio cognato avesse ordinato quella pizza così complessa.

Nota a margine, il tavolo di fianco al nostro, riceve le pizze poco dopo di noi e da parte di alcuni clienti di quel tavolo parte un applauso lievemente sarcastico, che ha di fatto generato una leggera discussione col cameriere (che era visibilmente esausto e sotto pressione) e che ha coinvolto il proprietario.

Alle 23.41 ci spostiamo alla cassa per chiedere il conto. Ci serve il proprietario che ci chiede se volevamo un caffè o un amaro (non credo di aver capito se era offerto o meno), in ogni caso decliniamo e ci porge il contro di 84,50€ chiedendoci in maniera meccanica se è andato tutto bene, e a quel punto manifestiamo la nostra profonda delusione da parte del servizio. Da parte sua si scusa ed inizia a giustificarsi asserendo nell'ordine: la mancanza di un lavapiatti lui in prima persona si è dovuto occupare di lavare i piatti e servire ai tavoli l'impasto quel giorno era difficile da stendere hanno servito più di 300 (trecento) comande.

Mi congratulo per il suo traguardo, ma gli faccio presente che anche la prima volta che sono stato al suo locale (tre settimane prima) sono stato servito un'ora dopo, e ciò non toglie che il nostro tavolo è stato comunque servito male. Ribatte che lui è "uomo di mondo" (cito sue testuali parole) e aspettare un'ora per essere serviti è piuttosto comune, e che la sua preoccupazione era la qualità delle sue pizze e che "oltre a porgere le scuse, altro non posso fare".

Le pizze, benché al momento gradite, sono state di difficile digestione, anche a seguito di Diger-selz. Nessuna delle sue scuse ci sono parse realmente sentite e sincere.

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Non sempre il nome d’un’osteria presagisce le delizie che la mensa potrà offrire, e tale è il caso del Rum48, dove né di rum né di spirito si fa gran vanto, ma di pizze cotte al giusto ardore e carni serrate in pan panato si può, con soddisfazione, render conto.

Cominciamo, dunque, dalla pizza, regina della serata: impasto d’ispirazione partenopea, ben lievitato e saldo nel sostenere gli ottimi ingredienti, frutto evidente di scelta oculata e gusto raffinato. Non v’è nota stonata, anche là dove il nobile tartufo tende talvolta a soverchiare i suoi compagni: qui, invece, si fa parte dell’insieme, esaltato da burrata che tutto abbraccia in carezza gentile. Rosse o bianche che siano, le pizze mostrano sapienza di mano e armonia di pensiero. Lode, dunque, agli artefici dell’impasto e a chi dispone con senno il condimento.

E non da meno i panini, che già alla lettura si fan desiderio. Carne podolica dal gusto intenso, salsiccia che ben si fa valere, e pan di sesamo fragrante e saldo. Tuttavia, qualche ombra affiora in tale quadro: una cicoria umida, non domata dal fuoco, indebolisce il morso; un guanciale che, pur visibile, fugge al gusto. Non errori gravi, ma occasioni sfiorate, che con lievi ritocchi potrebbero portar questi conviti tra gli astri del gusto.

Ma, ahi noi, non tutto vien da lodare.

Il luogo in sé è sobrio, fin troppo forse, privo d’anima nel suo arredamento neutro. E chi volesse mangiare all’aperto dovrà sopportar i clamori della via e le musiche scomposte che da un gelataio vicino giungono a turbare l’atmosfera. Ma il vero dolore vien dal servigio: disattento, lento, privo di quell’occhio vigile che fa sentire il viandante accudito. Nessuno si premura di scorgere mancanze, nessuno pare curarsi del benessere altrui. Paressem in famiglia, ma non quella accorta e sollecita, bensì in compagnia di parenti distratti, intenti al proprio piatto più che all’altrui comodo.

E ciò fu vero non una, ma ben due volte, ché tornai in altro dì sperando in sorte diversa, e nulla mutò.

Peccato, ché il gusto vi sarebbe, e la sostanza pure. Ma senza guida esperta che coordini e formi, tutto rischia d’andar disperso, come vento che passa su campo...

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Abbiamo mangiato ieri in questo ristorante sotto consiglio di amici e ci siamo trovati molto bene. Il signor Pasquale ci ha accolto con molta cordialità nonostante non avessimo prenotato ed il locale fosse pieno. Una volta accompagnati al tavolo, Il cameriere si è prodigato subito per farci avere qualcosa da bere e per tutta la durata della cena si è dimostrato molto gentile ed attento alle nostre richieste. Io ho mangiato una tagliata primavera molto abbondante e dal gusto sublime, accompagnata da 2 calici di vino bianco molto buono, mentre il mio ragazzo ha mangiato un panino hamburger molto buono e particolare, accompagnato da 2 birre Magna Grecia molto gustose. Il particolare che ci è piaciuto molto era proprio il pane, che mi è stato servito anche accompagnato alla mia tagliata, che presumo sia di produzione propria data la sua bontà. Le ragazze che abbiamo visto dietro al bancone sono molto gentili e simpatiche, ci hanno offerto un amaro molto buono che abbiamo apprezzato molto, offrendoci anche il bis. Abbiamo parlato con una ragazza molto gentile e carina, che a mio parere assomigliava molto ad Elodie, che ci sorrideva sempre. Un servizio così efficiente e cordiale nemmeno a Milano lo abbiamo mai trovato, dove solitamente non perdono tempo neanche a sorriderti. Per il prezzo pagato e per l'esperienza positiva vissuta, posso dire che è diventato il mio posto preferito qui in Calabria. Ci tornerò sicuramente in questa, e nelle mie future vacanze qui a Strongoli. Ci vorrebbero più posti così, nel...

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