Materiaprima was an experience we always looked forward to during every visit to Italy, but our dinner at MP the other night was disappointing to say the least. The arrogance of having earned a Michelin star permeated the restaurant, but in the hype of receiving this recognition all of the details (including the hospitality) that made this place so special were completely lost this time around. A spaghetto cooked in beer came highly recommended. It was so extremely bitter and completely unbalanced it was actually disgusting and inedible. When the server came to collect the plates (all three plates were virtually untouched), she told us people either love the dish or hate it. If you served that pasta to 100 people, I find it hard to believe even one person would like it. The lumache were sandy and my husband almost cracked a tooth on a tiny shell that found its way into his dish. You could have broken your teeth on the bread, the crust was too thick and dense and not pleasant to eat. Lots of dental work needed after this meal. Every other dish following the beer pasta, including the pre dessert, was terribly bitter and totally unbalanced / unpleasant. But truthfully, what was most disappointing to me was not the food itself - they have been closed for several months, maybe they needed a minute to get back up and running, and sometimes it’s an off night…happens to everyone. What was disappointing was the hospitality, or lack there of. Multiple dishes went back virtually uneaten, and NOT ONE PERSON came over to ask if everything was ok. They were completely clueless or simple just didn’t care. Sure the bitterness of that dish will haunt me for a while, but it’s the fact that there was no attention to details and that we were not taken care of the way we had been in the past that is the will reason we...
Read moreQuest’estate ho curato gli affetti, anche gastronomicamente. Pochi capricci, tante certezze. Un’eccezione sola mi sono concesso, e ve la voglio raccontare: Materia Prima, una gemma dove non diresti, dove meno te lo aspetti: a Pontinia, quindicimila anime in un bel paesotto incastonato al centro dell’Agro Pontino, orgogliosamente agricolo e graziosamente razionalista.
Non te lo aspetti, di trovarci uno stellato a Pontinia, ma a ben pensarci è tutto lì: l’orgoglio agricolo porta materie prime imbattibili: le zucchine carnose, le insalate croccanti, i pomodori pieni di sole, ovviamente la bufala. E il grazioso razionalismo lo trovi nella tecnica dei cuochi, una brigata giovane e intrepida, ma ordinata.
E allora da Materia Prima trovi l’insalata più buona che io abbia mai mangiato, un mix di mela e ceci e ricciola (ché Ponza è vicina) e foglie saporite e prezzemolo.
Trovi tenui richiami extra-bonifica (il lardo gusto-porchetta che richiama i castelli romani, e il tortolo di Terracina che guarda a sud) e orgogliose estrazioni identitarie, come la tartare di bufala e quel ristretto di erbe della duna di Sabaudia che, per chi ama il “mare agricolo” di quaggiù è commovente.
E siccome la cucina è capace - li puoi vedere all’opera dai tavoli con vista - trovi risotti golosissimi cucinati a puntino (l’anno scorso ne mangiai uno col piccione), e carni sapientemente cotte, saporitissime perché a fondo pasto non puoi più contare sulla fame dell’ospite, ma solo sulla tua capacità di sedurlo: e allora colombaccio alla cacciatora, coi sapori forti dei briganti laziali, o ancora agnello e melanzane locali che diventano un inno al fumo della brace.
Se nei piatti si celebra la ricchezza dell’Agro Pontino, nei bicchieri si spazia: la sommelier, brava quanto lo chef e maestra di cerimonie in sala, ama i vini laziali ma sa che non bastano. Per questo spazia in Italia e fuori, con scelte sempre coraggiose.
Brutto chiudere sui soldi? No. Perché in una terra dove si esce da agriturismi improbabili pagando 50 euro a cranio per una pasta con le vongole, qui a Pontinia la stella Michelin non fa schizzare le quotazioni: con 50 euro hai un menu degustazione entry level che va benissimo per conoscere il posto. E infatti oltre a qualche gruppetto di turisti romani che si sono spinti fuori dal cono d’ombra gastronomico del monte Circeo, ci sono anche tavoli di ragazzi locali. Bene così, bravi, torneremo. Anche perché siamo al terzo appuntamento e il trend...
Read moreInizio la recensione rappresentando che non sono nuovo ad esperienze stellate, pertanto posso con serenità riconoscere che il giovane chef Verrelli D'Amico ha pienamente soddisfatto le aspettative di chi si aspetta una degustazione stellata. Il locale è raccolto e accogliente, con una luce fioca che si accompagna ad una mise en place apparentemente semplice, pulita e giovanile. Giovanile è sicuramente l'aggettivo che meglio si addice anche al servizio, in cui brilla l'attenzione, la gentilezza ed il garbo con la quale vengono presentate le proposte e vengono accolti gli ospiti. Particolarmente apprezzato il classico rabbocco del calice del vino e soprattutto - differentemente da tutti gli altri ristoranti stellati provati - la cura del ripiegare il tovagliolo una volta che un commensale si alza. Come spesso accade in un ristorante stellato, difficilmente si riesce a descrivere la sensazione che si prova ad osservare, annusare e assaggiare ogni piatto, indi per cui, nel limitarmi a consigliarlo assolutamente come esperienza, cercherò di essere conciso. I piatti presentati dallo chef e dalla sua brigata sono molto intensi, forti, ricchi di sapori e sfumature di quest'ultime, indi per cui soprattutto per chi vuole provare un pranzo o una cena stellata, è da considerare come preferibile quale prima esperienza. I piatti sono puliti, essenziali, senza troppi fronzoli ma con qualche chicca nella presentazione - si annoti la sfera di cacio e pepe inserita nel ramoscello di mirto selvatico. I sapori sono decisi e si ha sempre la sensazione che il prossimo piatto sarà migliore del precedente...e così avviene. Senza dilungarmi ulteriormente, da provare assolutamente la cucina del giovane chef che per qualità/prezzo resta la migliore, al momento, del litorale laziale e non solo. Complimenti davvero per la scelta di valorizzare il territorio e la "mater1apr1ma" per l'appunto.
P.S. lo chef al termine del pranzo si è presentato al tavolo raccontando la sua filosofia e la sua scelta nell'improntate la degustazione sulla base dei propri...
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