Arriviamo percorrendo una stradina mentre pensiamo “ci siamo persi e stiamo finendo nel nulla”. Appena entriamo ci sembra di varcare l’uscio di una casa e di entrare nella vita di una famiglia che ci accoglie con facce giovani e volti saggi. Ci portano nella sala principale è la sensazione di familiarità permane, il tutto confezionato in un arredamento anni 80. Ci sediamo felici e ci arriva subito un menù dalle pagine pesanti (solitamente un buon segno) dove per prima cosa ci spiegano la filosofia del ristorante: faci assaggiare la cucina altoatesina con prodotti locali - perfetta la lista dei fornitori a fine menù - e di stagione. Ordiniamo una zuppa di ortiche, un canederli in brodo, un filetto di maiale con funghi e un gulasch di cervo. È da qui è cominciato un viaggio BELLISSIMO e BUONISSIMO. Mentre la signora ci spiega che nell’86 si è sposata e ha cominciato a lavorare qui dove i suoni c’erano da quasi due decenni, verso di noi marcia un’entré. Una piccola piramide di pomodoro e basilico addensati con una virgola giallissima di peperone dolce. Un piatto che sembra uscire da gli anni in cui la signora ha cominciato a lavorare ma il sapore è tutt’altro che datato: fresco e delicato, con lo sprint del peperone che ci apre il palato alla cena. Arrivano quindi due scodelle belle e storiche (mi perdo con il pensiero a valutare quanti canederli quella singola porcellana abbia visto nella sua vita) una ripiena di una vellutata verde e l’altra con un piccolo lago dorato di brodo interrotto solo da sue magnifiche sfere di pane, carne e uova. Entrambi squisiti: la vellutata di ortica con un’umami fungineo spettacolare; i canederli perfetti nel loro essere belli umidi e al contempo bello teneri. È il brodo? Un tocco di amore che le nonne fanno ai nipoti la domenica: ricco e saporito, limpido e di un colore che sembra esser passato per le sapienti mani di re Mida. Ci troviamo quasi inconsapevolmente con il sorriso stampato sul viso a ridere e ricordare i tortellini in brodo delle feste con i parenti. Il secondo non tarda ad arrivare ed è bellissimo e molto generoso. In un piatto da portata con tanto di pomodorino tagliato e un rametto di prezzemolo, emergono tre iceberg di carne di maiale ben cotta e piastrata che navigano in un mare di finferli e porcini. Un sogno in stile Titanic condito da verdure sbollentate (perfettamente dolci e croccanti) e una zattera di patate al forno che avrebbe potuto salvare anche Jack. A differenza del film questo iceberg di carne si sono arresi alla fame del sottoscritto. Di fronte troneggiava un altro gigante della cucina della zona: gulasch di cervo tenerissimo con un fondo Bruno persistente e speziato, una colata di polenta, crauti rossi è composta di ribes e anche qui i protagonisti di questi giorni un po’ piovosi: finferli e porcini. Piatto squisito e tenerissimo che a vedere dalle quantità ha nutrito generazioni e generazioni di cacciatori e taglialegna locali. Finiamo tutto con la felicità è la fatica di chi si è incamminato per un pellegrinaggio culinario. Siamo pieni al punto da evitare il dolce ma non rinunciamo a un buon caffè e un distillato di albicocche. Tutto squisito, ci alziamo e ci diciamo che dovremmo fare una recensione su un posto così bello; paghiamo e nella notte buia e...
Read moreHo gestito un agriturismo per anni fino alla pensione ed ora me la godo in particolare quando mi reco nei miei luoghi del cuore, uno su tutti l'Alto Adige dove vengo almeno 15 giorni all'anno dal 1983. Quando lavoravo con i turisti che sapevo essere venuti nella mia azienda agricola per riposare nella natura, per me il loro soggiorno era sacro, vigeva il rispetto del silenzio prima di tutto, altrimenti la fuga dalla quotidianità a che sarebbe servita? Mi sono trovata di passaggio in Val Casies due giorni fa e sono voluta tornare in un posto che scoprimmo io e mio marito con mia figlia piccola oggi 31enne e che ci piacque molto tanti tanti anni fa, ne serbavamo un bel ricordo. Erano le 13,45 e chiedevamo un piatto freddo purché fuori, all'aperto e all'ombra, per godere della vista sui prati meravigliosamente verdi e di un piacevole venticello che stava a rinfrescare una giornata piuttosto calda. Ebbene al primo boccone, inizia ad un paio di metri da noi un assordante rumore di tosaerba con annessa puzza di miscela, il tutto durato per tutto il tempo della nostra sosta. Alle nostre rimostranze ci è stato detto che potevamo scegliere di sedere dentro quasi a significare che era colpa nostra la scelta sbagliata. Ora, io penso da ex operatrice turistica, che per altro non ha mai avuto alcuna lamentela dal suoi clienti ed ora capisco perché, che avrei dovuto avere il sacrosanto buon senso di comunicare al cliente al fastidio (inderogabile?) a cui sarebbe andato incontro oppure, ancor meglio, di dire al giardiniere di posticipare l intervento di un'oretta. Tanto sarebbe stato il tempo per consumare un piatto freddo, nella fattispecie un piatto di buoni ma non eccellenti salumi e formaggi accompagnati da pane piuttosto secco per non dire vecchiotto. Ci siamo sentiti trattati come all autogrill: vieni, mangia paga e "amaipurivederci". E così sarà....
Read moreIo e il mio ragazzo siamo appena stati a cena in questo ristorante, e posso solo dire che non potevamo desiderare accoglienza migliore per la nostra prima cena altoatesina. Bello all'esterno, con le spalle rivolte alla foresta, e delizioso all'interno, accogliente e curato nei dettagli. La crema di ortiche, delicata e piacevole, ha conquistato i nostri palati al primo assaggio. Buoni i canaderli in brodo. Decisamente ottime le pappardelle con ragù di capriolo e funghi e molto, molto buono il gulasch di cervo con marmellata di mirtilli rossi, accompagnato da canaderli, funghi e cavolo rosso. Abbiamo completato la cena con una coppa di gelato alla vaniglia e lamponi caldi: squisita! Assolutamente consigliato! Complimenti al personale, cortese e sempre disponibile. Torneremo sicuramente prima di...
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