Ieri sera, alle nove, siamo andati al ristorante La Sogliola di Seccagrande, famoso sui social per il suo menu XXL, che attira clienti da tutta la Sicilia. Appena entrati, ci siamo resi conto che muoversi tra i tavoli era un’impresa: il locale era così affollato che anche andare in bagno richiedeva agilità da contorsionista.
Siamo stati accolti da una signora gentile, che ci ha chiesto se volevamo i menu XXL e se avevamo intolleranze. Acqua e vino sono arrivati subito, e non appena il cameriere ha visto il nostro tavolo libero, è iniziata la corsa degli antipasti.
Sei commensali e sei mini-porzioni per antipasto:
Conchiglia con cocktail di gamberi: quattro minuscoli gamberetti, un po’ di insalata e tanta salsa rosa.
Crudo di pesce: due alici marinate e un gamberetto.
Polpo arrostito: un cucchiaino di purè con un piccolo quartino di tentacolo.
Crostino al salmone con marmellata di cipolla rossa: pane nero rinsecchito, formaggio spalmabile, pezzettino di salmone e marmellata appiccicosa che invade tutto il piatto.
Gli antipasti continuano con le zuppiere:
Zuppiera di cozze, caldissima, lanciata sul tavolo dal cameriere per non scottarsi, con salsa che si mescola alla marmellata.
Polpo murato, piccolo e immerso in salsa.
Caponata di pesce, enigmatica e viscida, in salsa abbondante.
Baccalà in agrodolce, generoso e dolceamaro.
Frittura di pesce, sei anelli di calamaro e qualche pesciolino.
Arancine e tempura di baccalà, in quantità ridotta.
Già sazi dagli antipasti, ci siamo trovati intrappolati nella frenesia: tutto veniva lanciato sul tavolo a velocità supersonica, obbligandoci a mangiare in fretta. Molti ospiti portavano i primi a casa in vaschetta.
I primi sono arrivati subito: una pirofila di riso e vongole più brodosa che cremosa e le busiate pistacchio e aragosta, sei pezzi di aragosta, uno a testa, con tanto pepe.
Alla fine dei primi, già pieni, ci siamo accorti che non avevamo mangiato pesce vero, solo crostacei, mentre il pesce lo vedevi e non lo vedevi nemmeno con un cannocchiale. Tutto veloce, frenetico, e alla fine eravamo stracolmi.
La cena si è conclusa con un sorbetto al limone servito in bicchierini di plastica con cannuccia. Il conto? 35 euro a testa. La vera star della serata era Piero la Sogliola, che girava tra i tavoli come un ospite d’onore internazionale, sempre gentile e sorridente, pronto a fare foto e due chiacchiere senza mai disturbare il caos di zuppiere e marmellata.
Tra corsa, portate lanciate e marmellata appiccicosa, Piero restava il punto fermo della serata: gentile, simpatico e capace di rendere speciale la confusione.
Il pesce era fresco, ma non c'era nulla di XXL potevano chiamarlo menù degustazione, sono uscito dal locale chiedendomi: ma alla fine cosa ho mangiato? Con in bocca un gamberetto dovevi subito prenderti l'altra portata per agevolare il cameriere, troppa velocità per far spazio ai clienti del turno successivo. Siamo entrati alle 9 e alle 10 eravamo fuori. Marketing fatto bene sui social delusione reale al ristorante. Probabilmente non è un posto che fa per me: sono abituato a gustare il cibo con calma, assaporando ogni boccone, e non a strafogarmi immischiando I sapori, con fretta mentre tutto...
Read moreFaccio raramente recensioni negative, ma in questo caso è giusto farlo. Le aspettative non erano alte, trattandosi di un locale di massa, ma seguendolo sui social e apprezzandone l’impostazione simpatica, pensavo almeno di trascorrere una serata piacevole. Invece, l’accoglienza è mancata quasi del tutto: il proprietario si è limitato a comunicarci il numero del tavolo e abbiamo dovuto cercarlo da soli. All’interno si avvertiva un forte odore di cucina, che è rimasto persino sulle scarpe. I camerieri si sono mostrati svogliati, fatta eccezione per Adriana, l’unica gentile e cordiale. Antipasti abbondanti ma nella media, mentre il sugo (polipetti alla luciana ecc) era eccessivamente dolce e i primi avevano poco sapore, con la pasta completamente scotta. Quando il proprietario ha chiesto come fosse andata, ho evitato di sollevare critiche: forse a loro piace così, ma io non l’ho mangiata. Sono arrivato tardi (21:40), e comprendo la possibile stanchezza, ma non giustifica il tono sgarbato di una cameriera quando ho chiesto di spegnere un ventilatore puntato sulla schiena (“spegnilo tu”). Anche il confezionamento della pasta avanzata è toccato a me, cosa che in genere fa il personale. Infine, alla cassa ho dovuto attendere parecchio perché la signora era impegnata a chiacchierare con i camerieri. Una delusione. Il mio consiglio al proprietario, che dimostra di tenere molto al locale, è di formare meglio lo staff (Adriana esclusa). Il sugo deve sapere di sugo, non di zucchero, e la cortesia dovrebbe essere parte integrante del servizio, anche a fine serata. Nessuno pretende un trattamento speciale, ma il rispetto sì. complimenti comunque al proprietario per l’impegno nella promozione e visibilità del locale. Spero che questa recensione venga accolta come uno spunto costruttivo...
Read moreUn incubo. Cibo tutto sommato buono e così lo ricordavo nelle tante volte che son stata con Amici. Decido di portarci per la prima vola il mio compagno 10 giorni fa, ci stava un caldo asfissiante e lo scegliamo anche perché al chiuso e con la bella scritta in mostra "LOCALE CLIMATIZZATO". Beh, si boccheggiava invece, i climatizzatori erano spenti e le porte spalancate. Dunque chiediamo di accenderli e il cameriere quasi a volerci convincere che " tanto farebbe caldo cmq, anzi peggio" . Morale della favola, mi sento quasi male e coi capelli intrisi di sudore, ci sbrighiamo a far fuori la carne , bottiglia di vino a metà lasciata sul tavolo. Un sacrificio immane. Così al momento del conto mi permetto di dire alla proprietaria che forse non era il caso di lasciare i condizionatori spenti...lei come se non avesse nemmeno udito la mia voce rimane con gli occhi bassi tutto il tempo ignorando in maniera maleducata il mio appunto mosso con estremo garbo e che evidentemente riguardaca tutti gli ospiti quella sera, dato che le donnw tenevano le mani i capelli alzati per il caldo e sentivo Tutti lamentarsi dai tavoli vicini. Al di là del fatto in sé che sarebbe potuto capitare (che ne so pee un guasto ai climatizzatori ad esempio) ma la risposta del cameriere come se fosse il più fuebo del mondo e la estrema riluttanza della proprietaria mi hanno lasciata basita: un ristorante non deve curare solo ciò lasci arrivare ai commensali nel piatto ma si deve preoccupare anche del loro stare bene in quella ora di cena. Mi spiace ma nob credo abbiate capito niente della ristorazione... Forse vi converebbe darvi allo street food, su strada proprio...
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