La genuinità, l'ospitalità e la semplicità allo stato dell'arte!
La trattoria 'U Ricriju (termine calabrese, che in italiano significa "Il piacere") è un posto speciale che evoca suggestioni antiche del palato, la cui definizione più calzante è data dalla parola composita "Trattorante". Già, proprio così, perché amici miei, qui stiamo parlando di un ristorante di prim'ordine travestito da trattoria. Lo Chef, nonché proprietario, Francesco Trichilo, vi accoglierà con un sorriso schietto e sincero non appena varcherete l'ingresso del suo locale, dove scoprirete presto che gli amici lo chiamano "Ciccio", che non è un improvvisato dei fornelli, che è un rappresentante calabrese della Slow Food International Association e che, soprattutto, trasuda una passione viscerale per la sua "cucina del territorio". Quel genere di cultura culinaria, tanto amata dai gastronomi francesi, meglio nota come la "Cuisine du terroir". In questo delicato compito si lascia aiutare da due fiori calabresi: sua moglie Gisella e sua cognata Marialuisa, entrambi brave, garbate e gentilissime. Questo genere di gestione familiare regala alla clientela un'atmosfera conviviale ed accomodante che permette a chiunque di ripercorrere gli antichi sapori della più tipica cucina calabrese: specialità quasi dimenticate e offuscate dal tempo. Tutto ciò, selezionando rigorosamente ogni ingrediente e manufatto a Km zero. Si, avete letto bene, perché ogni cosa che vi sarà presentata è prodotta dalla famiglia Trichilo! Dal pane alla pasta, dal latte alla carne, dalle verdure ai vini. Tutto! Inutile dirvi che le porzioni sono generose, come nella migliore tradizione di una famiglia calabrese. Da sottolineare invece che il rapporto qualità/prezzo è davvero, eccellente. Infatti, anche lo scontrino vi lascerà allibiti e soddisfatti. Non mi dilungherò ulteriormente per descrivervi ciò che abbiamo mangiato e in che quantità, ma vi lascio regalandovi due chicche:
In un angolo della taverna, c'è allestito un banco vendita, dove potrete acquistare i prodotti tipici di loro produzione o comunque prodotti locali a Km zero: formaggi, marmellata di cipolla di Tropea, miele, peperoncino, marmellata di bergamotto, marmellata di arance, insaccati ecc.
Non ultimo, sono abbastanza frequenti le performances musicali e canore dello stesso Ciccio. Il quale, oltre ad essere uno Chef raffinato ed accorto, sa anche suonare più di dodici strumenti musicali e, infatti, vi capiterà certamente di sentirgli suonare antiche tarantelle e madrigali calabresi con strumenti musicali antichissimi, quali la lira, il mandolino e la fisarmonica. Questo piccolo omaggio musicale del titolare è in grado, ogni volta, di creare un'atmosfera magica e coinvolgente.
Ci state ancora pensando? Questo "trattorante" è un esempio per tutti quei ristoratori che gettano fumo negli occhi dei loro avventori, senza restituirgli la stessa soddisfazione. Vi dico che...
Read moreUpdate August 2021: the restaurant still good, but experience less amazing than the past year. The owner didn't have enough time to explain dishes and their story, like in the previous experience. Maybe too much crowded now. Also not very good for kids, because the dinner can finish very late (and kids could not wait). Give it a try, but it's not anymore like it was. August 2020: Wonderful experience, Francesco is not only a chef, but also a great story teller. He knows everything about culture, history and food of this part of Calabria. He grows everything you eat at his restaurant, so you can be sure to eat great food with a great tradition in cooking. Just try it! Remember to book, because it's not...
Read moreMai giudicare un libro dalla copertina, questo mi sono detta uscita dal locale. L'ingresso trae un pò in inganno, sembra quello di una semplice trattoria senza arte né parte. Ma un cartello mi ha subito fatto ricredere: "club enogastronomico", e difatti appena entrati mi si è aperto un mondo. L'accoglienza calorosa ed amichevole mette subito a proprio agio. Il locale è accogliente, caldo ed intimo, non ci saranno più di 30 posti a sedere. Il titolare, si presenta come chef e ricercatore della cucina antico. Gentilmente ci ha fatto subito accomodare, anticipandoci l'assenza di un menù perché l'idea de U Ricriju è quella di far conoscere ai commensali le antichissime tradizioni culinarie calabresi attraverso un percorso gastronomico. Le portate tutte decise da lui sono composte da materie a chilometro 0, tutte prodotte da lui. Un antipasto composto da salumi, formaggi, composte, verdure, frittelle, abbondante e soddisfacente. Il primo di pasta, fatta con farina di un grano antico, era leggero ma gustoso, un gusto che le mie papille non avevano mai sentito prima. Il secondo era una stinco di maiale, cotto a bassa temperatura per molte ore, era tenero e cotto alla perfezione. I vari contorni di verdure mi hanno sorpresa tantissimo. Il tutto accompagnato da un buon vino della casa da diluire con una gazosa. Per me però il pezzo forte è stato il dolce: una crema bruciata al latte di capra, portata al tavolo con ancora la fiamma che ha creato una crosticina dolce racchiudendo una crema morbida e fresca, accompagnato da un bicchiere di enomiele, preparato secondo i dettami della tradizione calabrese L'ambiente familiare si è arricchito di musica suonata dal titolare con attrezzi antichi, canti tradizionali. Se siete interessati al prezzo, nonostante la quantità di cibo e di bevande, è assolutamente abbordabile. Usciti da U Ricriju sarete felici per aver passato una serata diversa, perché entrarci è una vera e...
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