Una delle tappe che mi ero prefissato di fare durante la mia visita nella Valle dei Templi era il Giardino della Kolymbethra. Avevo visto foto e letto tanto su questo posto magico, un'oasi di pace e natura che si annida in un punto nevralgico della storia antica di Agrigento. E che dire? L'esperienza è stata esattamente come me l'aspettavo, se non di più.
Fin dall'ingresso, si percepisce un'atmosfera diversa rispetto al resto del parco archeologico. La calura si fa meno insopportabile, l'aria diventa più profumata e il silenzio regna sovrano, interrotto solo dal cinguettio degli uccelli e dal fruscio delle foglie. È un vero e proprio salto indietro nel tempo, in un luogo dove l'agricoltura e la natura si fondono con la storia.
Il Giardino, gestito dal FAI, è un vero gioiello. Mi sono perso tra i sentieri che si snodano tra alberi di agrumi, mandorli e ulivi secolari. La cura con cui ogni pianta è tenuta è evidente, e si sente l'amore e la dedizione di chi si occupa di questo luogo. Le guide, seppur non sempre presenti, sono molto preparate e disposte a rispondere a ogni domanda, raccontando aneddoti e curiosità che rendono la visita ancora più interessante.
Il punto forte, a mio parere, è il sistema di irrigazione e i canali che portano l'acqua ai vari appezzamenti di terreno, una testimonianza tangibile dell'ingegneria idraulica dell'epoca. Si ha la sensazione di camminare in una sorta di giardino dell'Eden, dove l'acqua è il bene più prezioso e dove ogni pianta ha il suo spazio per crescere.
L'unica pecca di questa esperienza, e mi dispiace molto, è che le foto che ho scattato non sono venute bene. Non so se è stato un problema della fotocamera o se semplicemente la magia del posto è difficile da catturare in uno scatto, ma le immagini non rendono giustizia alla bellezza e alla serenità che ho provato in quel luogo. È stato un vero peccato non poter condividere con gli altri la vista dei templi che si intravedono tra gli alberi, o i colori accesi degli agrumi maturi.
Nonostante questo piccolo inconveniente, il Giardino della Kolymbethra rimane un luogo che consiglio a chiunque si trovi a visitare la Valle dei Templi. È un'esperienza sensoriale che va vissuta in prima persona e che ti fa apprezzare ancora di più la storia e la natura di questo luogo unico al mondo. Se vi trovate ad Agrigento, fatevi un favore e non perdetevi questo angolo...
Read moreIf you like ruins and history, this place is amazing. The ruins are in very good condition. Some have been reconstructed, but the main temple is the original as it was used as a church and thus not destroyed for its stone. If possible, I strongly suggest that you hire a local guide as there is so much rich history and so many stories with this area. We learned so much from our guide, Marco. He was very kind and took the time to really explain to my son the history and about archeology.
If ruins and temples are not your thing, then skip. However, if you are interested in seeing and learning about history from over 2400 years ago, this is your place. I’m glad we made the stop here and we also enjoyed a one night stay...
Read morePosto incantevole incastonato nells valle dei templi vicino al tempio di Castore e Polluce. Parcheggio ampio sulla statale a pagamento. Ad Agrigento la Kolymbethra è un angolo ombroso di paradiso dove olivi secolari prosperano generosi e dove gli agrumi inondano la Valle dei Templi coi loro profumi. Angolo di terra promessa e giardino per eccellenza dove la natura si fonde con la storia, questa piccola valle è parte significativa di Akragas, la città fondata dai Greci nel VI secolo a.C. Diodoro Siculo narra che nel 480 a.C. il tiranno Terone, per approvvigionare d’acqua la città fece progettare una rete di gallerie che si concludeva ai piedi dell’urbe in una grande vasca detta Kolymbethra “del perimetro di sette stadui”, presto adattata a vivaio di pesci e frequentata da cigni e volatili, ma soprattutto capace di trasformare l’arida terra siciliana in un giardino fiorente di piante mediterranee.
Questo vero “luogo di delizia” nei secoli successivi passò alla Chiesa che introdusse gli agrumi, mentre forse il periodo di massimo splendore lo vide a cavallo tra XIX e XX secolo, quando divenne una delle mete imprescindibili del Grand Tour. Negli ultimi decenni del Novecento, a causa della scomparsa dei vecchi contadini, la Kolymbethra cadde in abbandono sino all’intervento del FAI che la riportò al suo antico splendore. Ora il Giardino è il degno completamento alle emozioni della visita al Parco Archeologico, una totale delizia per i cinque sensi: dal profumo delle zagare al sapore delle mandorle, dall’argento degli ulivi all’umido della terra, al lieve rumore di sottofondo dell’acqua che scorre costante. Da non perdere i nuovi percorsi di visita degli ipogei, molto interessanti dal punto di vista archeologico, speleologico e...
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