La seconda metà del secolo scorso vide la scomparsa del trasporto fluviale nei fiumi del Veneto orientale; lo sopraffecero gomma, benzina, asfalto e gasolio. Sino ad allora, dove i corsi d'acqua erano fiumi - canali di sufficiente larghezza e profondità, masse di merci erano mosse da specifiche imbarcazioni, come i burchi, a traino animale e qualche volta umano, al bisogno. Questo imponeva la presenza di una sorta di mulattiera, la restera, su cui cavalli o raramente buoi muovevano trainando i natanti. Il Sile, fiume di risorgiva dal corso ed andamento sufficientemente regolari, poteva essere risalito e disceso dalla Laguna (e qui si diramavano altri canali che aprivano a tutto il litorale veneto e giuliano) fin quasi a Treviso. Nel tempo sorsero borghi portuali come San Michele del Quarto, Casale sul Sile, Casier, Silea e Fiera. A Silea era usata la sponda orientale; su quella opposta, impraticabile ai tempi, erano portati all'incaglio i burci non più buoni al lavoro. Fu così che quel tratto di riviera, in comune di Casier, divenne il cimitero dei burci (qualcosa di simile al cimitero leggendario degli elefanti, ma reale, visibile e e tangibile). Qualche decennio orsono, quando si volle valorizzare il Sile costituendo un parco, si pensò di permettere una esperienza immersiva nel cimitero die burci, facendovi passare sopra un percorso pedonale su palafitte. Oggi, è uno fra i tratti più frequentati della ciclabile del Sile; e non manca di emozionare anche chi vi passa di frequente. Credo che il tempo migliore di una visita sia d'inverno o d'autunno, all'alba o prima del tramonto. Il percorso è agibile anche per persone con difficoltà motorie, in condizioni normali; la via d'accesso da Casier è per buona parte sterrata, e più presentare difficoltà...
Read moreOgni BURCIO parla......Basta lasciarsi trasportare mentalmente indietro con gli anni , quando queste grandi e robuste barche trasportavano merci, materiale vario attraverso i fiumi Bacchiglione , Sile , Brenta ,Po e altri ancora.....Mio nonno era uno di questi CAPOBARCA .Dietro ad ogni Burcio , c'era la famiglia che contribuiva ad aiutare.Percorsi contro corrente aiutati da cavalli a riva . Fatiche enormi con bambini a bordo, con remi 10 volte piu' grandi di loro ; quando non c'era corrente o vento a favore a riempire le vele per aiutare la navigazione. Finita la Seconda Guerra a poco a poco l'epopea dei burci declino' . L' avvento dei primi motori terrestri , lasciati qua' e la' dagli.alleati aiuto' qualche barcaro a riadattarli in motori marini ; ma ormai il destino era segnato e l'avvento.dei trasporti su GOMMA seppelli' definitivamente quello fluviale. Ora rimangono gli scheletri di questi burci , dove l'occhio attento vede ancora l'infinita riga di ordinate , timoni ciclopici quasi a voler dimostrare la TENACIA e la ROBUSTEZZA di allora . L' infinita distesa di CHIODI ZINGATI , specie quelli in coperta dove si notano ancora le varie sagomature in base all' utilizzano che avevano . Per chi interessa un bel Museo che Vi fara' toccare con mano questo periodo ormai storico dei Burci , si trova a BATTAGLIA TERME PD. adiacente le rive del fiume Bacchiglione : MUSEO CIVICO DELLA...
Read moreIl cimitero dei Burci è un sito archeologico che si trova a Casier, poco lontano dalla cittadina di Treviso, all'interno dell'area naturale protetta del Parco naturale regionale del fiume Sile. Si può parcheggiare in centro a Casier e poi a piedi o in bici si accede alla ciclabile che costeggia il fiume Sile e che raggiunge questo luogo suggestivo. I Burci erano delle imbarcazioni col fondo piatto, studiate appunto per la navigazione fluviale, che permettevano il trasporto commerciale lungo il tracciato del Sile ma erano usate anche in tutta la bassa valle Padana. La parte immersa nell'acqua era impregnata di pece di colore nero, i fianchi invece avevano colori vivaci e decori. Veniva condotta da 3 uomini: il paròn (capitano), il marinéro (marinaio) e il morè (mozzo). Era dotata di un alloggio. Quelle abbandonate in questo sito erano dell'armatore...
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