Un vero (stranissimo) gioiello dell’architettura romanica, anche se non particolarmente ricco dal punto di vista della decorazione; in uno spettacolare angolo della val Camonica.
Fondata presumibilmente tra la fine dell’XI secolo e l’inizio del XII (il campanile è stato aggiunto nel XV secolo), la pieve – costruita con conci di pietra locale – presenta esternamente una struttura semplice con un corpo a tre navate di diversa altezza che si concludono con tre absidi semicilindriche (poste a Est); la particolarità è che non ha una vera facciata e il corpo dell’edificio emerge dalla montagna stessa.
Si accede all’interno da un portale collocato sul lato Sud; un portale molto ricco, con cornici e lesene di marmo intagliato, colonne con capitelli in cui sono raffigurati animali fantastici (sirene, simbolo di falsità e di lussuria, da un lato; anfisbene – serpenti con la testa ad ogni estremità, simbolo del male che si autodistrugge, dall’altra) e, alla base, due animali particolarmente significativi (un leone, simbolo dell’autorità, e un agnello, simbolo della mansuetudine). Spettacolare la lunetta, con richiami all’Apocalisse, ricomposta con frammenti rinvenuti solo agli inizi del Novecento.
All'interno la navata centrale è rialzata rispetto a quella posta a sud e delimitata da colonne e pilastri con capitelli romanici o preromanici di reimpiego; ad est il presbiterio con l’altare è ulteriormente rialzato rispetto al livello della navata centrale; sulla parete di fondo a ovest (dove avrebbe dovuto esserci la facciata e dove è collocato un imponente crocifisso ligneo) una serie di gradoni che, secondo la tradizione, dovevano servire da sedile ai catecumeni in attesa del battesimo (il fonte battesimale dalla tipica forma a tino è collocato nella navata Nord). Sulle pareti, resti di affreschi quattrocenteschi: pochi, ma interessanti; altri resti di affreschi (sovrapposti) sono visibili nella cripta cui si accede dalla navatella su e in cui è mantenuta – grazie a colonne con capitelli decorati - la suddivisione in tre navate terminanti...
Read moreLa fondazione è stimata a cavallo dell’XI e del XII secolo. Probabilmente su una preesistente struttura romana che, come spesso avviene, a sua volta insisteva su una ancor più antico luogo di culto. Il campanile verrà aggiunto in occasione della visita di San Carlo Borromeo.
Agli inizi del secolo scorso ed a meta circa dello stesso, due restauri ripristino tetto ed altre parti ammalorate.
Un portale riccamente decorato introduce allo spazio interno scandito da tre absidi di cui il centrale come il presbiterio e la navata sono rialzati. La cripta necessiterebbe di una decisa opera di pulizia e di un leggero restauro. L’orientamento est ovest permette di vedere il fondovalle dalla cripta che viene illuminata dai primi raggi del sole. La struttura è di indubbio valore e merita assolutamente una visita. Dai gradoni siti sulla parete ovest si accede a campanile e sagrestia. Varrebbe la pena di riportarvi il polittico del Maestro Paroto datato 1447, attualmente a Brescia in Santa Maria della Carità. Troppe volte si spoglia un sito per arricchirne un altro, il polittico è stato eseguito per questa pieve e ne è...
Read moreesempio straordinario di chiesa medievale incastonato su uno sperone di roccia. E' un peccato che sia aperta solo nel fine settimana (solo la mattina o il pomeriggio non ricordo). Meglio contattare prima la Pro-Loco di Capo di Ponte (0364 42080) ed eventualmente richiedere l'apertura (15€) o la visita guidata. Per fortuna mentre stavamo guardandola dall'esterno è arrivato un gruppo e la Pieve ha aperto le sue porta anche a noi perché l'interno presenta ulteriori elementi interessanti. Particolarissima l'assenza della facciata, che è incollata alla parete di roccia e sul cui interno è stata costruita una gradinata...
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