Sono rimasto entusiasta. Peccato che Federico ( il piccolo ) ancora non avesse l' eta' per apprezzare appieno la piccola grande Jesi. Il museo e' bellissimo ed ottenuto ristrutturando dal gia' esistente (come sempre dovrebbe essere obbligatoriamente e per legge, anziche' occupare nuovo suolo acquisibile per incoscente acquisto) trasformando un edificio storico trascurato ed in condizioni deplorevoli, in un luogo dove la cultura e' graziosamente a proprio agio. In particolare trovo intelligente e suadentissima la ricettivita' APERTA verso l' esterno per una massima luminosa accoglienza dei visitatori, con al primo punto prima ancora della copertura della spesa in bilancio per lo straordinario nella turnazione del custodi, IL FUNZIONAMENTO EFFETTIVO REALE E CONTROLLATO DA UN RESPONSABILE REPERIBILE, DELL' IMPIANTO DI CONDIZIONAMENTO ESTIVO, senza scuse o differimento di sorta. L' ingresso del museo e' stato concepito come una elegante hall di albergo a cinque stelle, in maniera che se il turista prova a fare capoccella dalle vetrate pulite sulla piazza rovente, egli si senta irresistibilmente risucchiato nella gradevole piacevolezza di una attenzione progettuale creata per lui e per un suo inevitabile ritorno. Intanto e' apprezzabile l' accortezza con cui si sono salvate anzi evidenziate le preziose strutture precedenti, su su per i piani. Naturalmente, numerosi sono gli ascensori, TUTTI FUNZIONANTI, a norma e disponibili: non esiste il solito cartellino kolto plurilingue "riservato" o "fuoriservizio". Le valvole ed i bocchettoni dell' impianto antincendio sono tutti dotati di NON impolverate schede rosse di controllo cronologico. I led verdi indicanti l' operativita' delle telecamere di controllo sono TUTTI ACCESI .. e nella sala h/24 opera continuativamente un numero sempre idoneo di personale specializzato opportunamente incentivato da indennita' finalizzate, spero vivamente a discapito di inutili straordinari e indennita' e premi e maggiorazioni che mensilmente rendono gli introiti della varie caste gerarchiche dei funzionari (e' per via dei futuri rotschild sindacali che non se ne parla mai ?) assai simili a quelli dei nostri onestissimi parlamentari. Numerose le sale di proiezione, piccole interessanti arieggiate e scorrevolmente inserite secondo argomento e cronologia nel transito continuo del visitatori. Tutti i faretti a consumo limitato sono accesi e tutti sono funzionanti, orientati con risultati visivi ed ottici diversificati di ultima generazione : l'esempio opposto delle consuete migliaia di vetrine museali semivuote prive di allarme impolverate con le targhette trascurate e illegibili e le lampadine fulminate, bonariamente a fronte di spese gestionali assurde. SENZ'ALTRO tralascero' altre belle meraviglie, di un Museo Pilota (???) forse mandato (come altro ...p.es. un Federico II) dalla Divina Provvidenza, in un paese (non Jesi che e' una grande citta') che, finalmente (!!!) non ha piu' un Credo ma cio' in meraviglioso kolto cambio di ben poche e cupe prospettive di un qualche cupo futuro, ma ora suppongo di non avere piu' altro spazio. E suppongo, avendo infangato l' apparato kulturale di Stato, di prendere come google-voto .. un bel "37". in fede, mi...
Read moreIl Museo Federico II, allestito nello storico Palazzo Ghisleri, è il primo museo al Mondo in cui si possono ripercorrere la vita e l'opera dell'Imperatore "Stupor Mundi". È ubicato nel luogo della piazza, dove in una tenda, la madre (Costanza d'Altavilla, discendente dei Normanni, conquistatori di Sicilia e fondatori del Regno di Sicilia) lo mise alla luce il 26 dicembre 1194. Il padre Enrico era figlio di Federico Barbarossa e, quindi, sovrano di Germania. Sono presenti 16 sale tematiche, con installazioni interattive, per vivere in prima persona le tappe delle vicende umane dell'imperatore che ha cambiato la Storia e conoscere i suoi castelli. Giustamente Federico è noto con l'appellativo "STUPOR MUNDI"(= Stupore del Mondo): aveva una personalità poliedrica e una grande curiosità intellettuale, era colto, ricco di interessi di vario genere (filosofia, matematica, astrologia, algebra, medicina, scienze naturali ecc.), scrisse vari manuali tra cui i famosi sulla falconeria e sull'economia. Contribuì a far nascere la letteratura italiana con la Scuola siciliana, alla quale si deve l'invenzione del sonetto e che poi influenzò la lirica toscana. La sua grande apertura mentale lo portò a circondarsi di collaboratori competenti, non preoccupandosi della loro provenienza o fede religiosa. La meritocrazia fu adottata da Federico alla sua corte. Resta un Uomo moderno per il suo amore per la cultura in tutti i suoi aspetti, l'accettazione della diversità e l'avversione per le guerre, soprattutto religiose. IL 5 GIUGNO 1224, ISTITUÌ, A NAPOLI, LA PRIMA UNIVERSITÀ DEGLI STUDI, QUELLA CHE HO AVUTO IL PRIVILEGIO DI FREQUENTARE! Fu la prima statale e laica della storia d'Occidente, in contrapposizione all'Ateneo di Bologna, nato come associazione privata di studenti e docenti e poi finito sotto il controllo papale. Una visita interessante e per me molto emozionante perché Federico II è uno dei personaggi storici che...
Read moreÈ un percorso conoscitivo su Federico II di Svevia ben strutturato, con un alto grado di comunicatività e apprezzabilmente rigoroso. La modalità multimediale non è ridotta a esuberante show, ma è funzionale ad una trasmissione più efficace dei tanti contenuti. Ho apprezzato come la figura del sovrano non sia stata resa attraverso una pedissequa narrazione biografica - cronologica, ma inserita nella comprensione più ampia del contesto storico, delle vicende dinastiche, del tormentato equilibrio-disequilibrio tra i poteri universali, di un'Europa crocevia di culture e civiltà. Dalle sedici sale si comprende il significato storico della figura del sovrano. Nelle sale si trovano pannelli da leggere, il cui contenuto è sostanzialmente riproposto da filmati, animazioni e video proiettati. Quasi in tutte le sale sono presenti, ad integrazione di alcuni aspetti tematici, degli schermi touch (di cui purtroppo alcuni non funzionavano affatto o erano difettosi). Credo che sia difficile organizzare un percorso di 16 sale incentrato su un solo personaggio senza scadere nel tono celebrativo o in un'esposizione elencatoria. Qui invece sono riusciti a trasmettere non solo la conoscenza ma anche la comprensione del personaggio. Molto gradita, in una delle ultime sale, una sorta di "intervista impossibile" a Federico II. Alla biglietteria danno come tempo indicativo di visita un'ora e mezza. Io ho impiegato più di tre ore. Regolarsi sulla base dei...
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