La Torre di Montesarchio è senza dubbio uno dei simboli più riconoscibili della Valle Caudina e dell’intera provincia di Benevento. Collocata in posizione dominante sulla cima di una collina che sovrasta l’abitato di Montesarchio, la torre ha origini antiche e misteriose, risalenti con tutta probabilità all’epoca longobarda o normanna. Nei secoli successivi venne ampliata e rafforzata, assumendo l’aspetto attuale di poderosa torre cilindrica a doppio anello: una struttura studiata per resistere alle nuove armi da fuoco e agli assedi, come si usava nel pieno medioevo. Il suo profilo massiccio, ben visibile anche a distanza, è stato per secoli un punto di riferimento per chiunque attraversasse la valle o risalisse i sentieri del Taburno.
Nel corso della storia, la Torre di Montesarchio non fu solo una roccaforte militare: nei secoli fu integrata nel più ampio complesso del castello, assumendo anche la funzione di carcere. È celebre per aver ospitato tra le sue mura il patriota risorgimentale Carlo Poerio, che vi fu imprigionato nel 1849 per la sua opposizione al regime borbonico. Le celle della torre, ancora visitabili, trasmettono una forte suggestione e raccontano pagine dolorose della storia d’Italia. Oggi la torre e il castello ospitano il Museo Archeologico Nazionale del Sannio Caudino, inaugurato nel 2007, che custodisce preziosi reperti sanniti, tra cui il celebre vaso di Assteas, autentico capolavoro dell’arte greca antica.
Dalla sommità della torre si gode un panorama mozzafiato sulla Valle Caudina, sui paesi circostanti e sul massiccio del Taburno, rendendo la visita non solo un viaggio nella storia ma anche un’esperienza paesaggistica unica. Il sito è meta di turisti, studiosi e appassionati di archeologia, che qui trovano una perfetta sintesi tra bellezza architettonica, memoria storica e cultura. La Torre di Montesarchio rappresenta così un ponte tra passato e presente, un luogo che invita alla riflessione sulle radici profonde del territorio e sul valore...
Read moreIl castello di Montesarchio è sorto quasi sicuramente sotto il dominio dei longobardi. In principio era molto più piccolo della struttura che vediamo oggi: per quanto ne sappiamo, all’epoca la fortezza si limitava al corpo poligonale posteriore. Con l’arrivo dei normanni, i castelli del sud italia furono irrobustiti e ampliati, in particolare sotto il dominio di federico ii di svevia (1211-1250), il quale temeva dei possibili attacchi delle truppe papali. secondo recenti ipotesi, il perimetro del castello di montesarchio aumentò notevolmente proprio in questa fase. Agli svevi succedettero gli angioini: la valle caudina divenne progressivamente feudo dei della leonessa, che ottenero prima Montesarchio e Airola (1278), poi gli altri paesi. Nel 1480, Montesarchioio passa ai Carafa, una potente famiglia della nobiltà napoletana. sono anni particolarmente importanti per la torre e il castello: è in questo periodo che Francesco di Giorgio Martini, artista senese, progetta l’ampliamento di entrambe le costruzioni. risale quindi alla fine del ‘400 o agli inizi del secolo seguente la parte esterna del castello, in buona parte ancora ben visibile. Ma questo non fu l’ultimo rimaneggiamento della struttura: divenuta sempre meno importante, grazie allo spostamento a valle sia dei feudatari (i d’Avalos) che della vita economica del paese, la fortezza venne utilizzata come carcere. risalgono a quest’epoca dei corpi di fabbrica in tufo e pietra, costruiti per finalità pratiche. Nel novecento la struttura venne utilizzata come orfanotrofio. Infine, in seguito a riparazioni e ammodernamenti che hanno segnato ulteriormente il suo aspetto, il castello è divenuto sede del museo archeologico nazionale del sannio caudino, inaugurato il 30...
Read moreIl Castello domina l'intera Valle Caudina, e fu realizzato, su preesistente edificio, nell'VIII secolo per scopi militari e difensivi. Già molti secoli prima queste terre montuose era strategiche e furono abitate dai Sanniti, che erano un popolo fiero e libero e che riuscirono anche a sconfiggere i Romani, umiliandoli e facendoli passare attraverso le forche caudine.
Il Castello ospita oggi il bellissimo Museo Nazionale del Sannio Caudino e ne è diventato un tutt'uno. Al suo interno sono esposti ritrovamenti rinvenuti in tutta la zona, che danno una lettura della Storia locale, attraverso un viaggio tra reperti, che parte sin dalla Preistoria. Una menzione a parte va fatta per i Crateri, di produzione attica e italiota, anfore che servivano a mischiare il vino con l'acqua, e che poi, nelle sepolture di una certa importanza, venivano poste ai piedi dei defunti. Davvero molto coinvolgente la spiegazione di molti Crateri, fatta con audio, luci ed immagini, con una modalità di esposizione, che fa risaltare i vari disegni, dando poi vita alla lettura della Storia di ogni singolo pezzo (la mostra multimediale ha un bellissimo titolo: “Rosso immaginario”).
Tra i Crateri spicca il Ratto di Europa o Vaso di Assteas. ceramografo greco antico attivo a Paestum. Il suo ritrovamento e il successivo viaggio negli Stati Uniti (Museo di Paul Getty) e ritorno, ci é stato raccontata da uno dei fantastici volontari (Sentinelle della Torre), che si occupano anche della visita alla attigua Torre.
Parcheggio gratuito a due passi e costo davvero esiguo per questo viaggio nella Cultura, rendono la visita stupenda e da consigliare....
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