Santuario della Beata Vergine del Carmelo
A una trentina di chilometri da Milano e da Como e una ventina da Lecco, il Santuario di Montevecchia si raggiunge attraverso l’unica strada panoramica che, dalla Como-Bergamo, si inerpica sino alla piazzuola “Agnesi”, davanti all’omonima villa che ospitò la famosa matematica settecentesca negli ultimi suoi anni. Lasciata l'auto nel parcheggio a pagamento ( caro 0,50€ per mezz'ora). Si sale per la fresca scalinata di centottanta gradini ( sigh!! ) fiancheggiata da tigli e ligustro. Arrivati in cima lo sguardo può spaziare sui degradanti pianori sottostanti, sui campanili dei paesi vicini, e, giù giù, sulla pianura lombarda fino a Milano, con i svettanti grattacieli e nascosto il duomo e la sua Madonnina. Oddio solo nei giorni ventosi quando la foschia viene dispersa. Anticamente la chiesetta duecentesca era una semplice cappellanìa e pare che sia stata “appoggiata” ad un’antica torre-vedetta medievale, trasformata poi nell’attuale torre campanaria, donde la probabile originale etimologia del nome Monte-vecchia, da Mons Vigiliae ovvero monte della vedetta, trasformatosi poi in Monteveglia, Montevegghia, Montevecchia. Tra il XVI e XVII secolo fu costruito, forse sulle rovine della precedente chiesetta danneggiata da un incendio, l’attuale tempio, sempre come chiesa parrocchiale dedicata a S. Giovanni Decollato; compatrona la Beata Vergine del Monte Carmelo. Architettonicamente il Santuario è di stile barocco antico, a unica navata, di cinque campate rettangolari coperte da volte a crociera, con archi a tre centri.
Pure il presbiterio si presenta con volta a crociera a pianta quadrata; mentre l’abside è semicircolare ad arco ribassato.
In perfetto stile, sulla sinistra entrando dal fondo, c’è la cappella della confraternita, con volta a botte e arco ribassato e piccola abside a crociera. La sacrestia ha invece la volta a padiglione. Entrando sulla sinistra c'è la Cappella S. Francesco Ex battistero. Il seicentesco gruppo scultoreo in legno rappresenta "L’estasi del serafico sostenuto da un angelo, mentre riceve le stimmate". Questa scultura proviene dalla chiesetta S. Francesco che esisteva in via Palazzetto (ex villa Palazzetto).
Di fronte all’effige del santo, sempre nella cappellina, infisso in un ceppo si può ammirare un bel Crocifisso processionale cinquecentesco in legno. Più avanti la Cappella S. Antonio. E‘ la seconda sul lato sinistro. Risale al primo seicento, completata nel 1697 probabilmente a ricordo di un defunto sepolto, forse un bambino. Gli affreschi settecenteschi riproducono episodi della vita di Sant' Antonio e la gloria del Santo, con l’iscrizione “Si quaeris miracula, venerare Antonium” (se cerchi i miracoli, venera Antonio) sulla calotta.
La statua del Santo con il bambino, in legno d’epoca, è collocata nell’apposita nicchia della parete di fondo, tra gli ornamenti di marmo scuro. Invece la Cappella S. Bernardo. E’ l’ultima a sinistra entrando.Cappella S. bernardo
Originariamente fu dedicata alla B. Vergine del Carmelo, la cui statua rimase in questa cappella fino agli anni 1928-1930, come compatrona.
Gli affreschi nella navata
I principali sono quattro.
I due sulla parete del presbiterio rappresentano rispettivamente la Raccolta della manna, a destra guardando e l’Ultima Cena, a sinistra. Sulle pareti centrali della navata si trovano invece la Natività, a sinistra e la Crocifissione , a destra. Autore è Pietro Gariboldi. Allo stesso Gariboldi pare si debbano attribuire anche gli affreschi minori di cui si è già accennato. In fondo Il presbiterio comprende: l’altare, le balaustre e il tempietto in marmo policromo barocco; la statua della B. Vergine del Carmelo in legno dipinto il seggio presbiterale e una cassapanca in noce; il paliotto in scagliola; l’architrave con Croce trionfale e sculture lignee (putti con in mano gli strumenti della Passione) . Uscendo dalla chiesa sulla sinistra si accede al campanile e alla strepitosa vista che spazia nella vallata fino a Milano...tempo permettendo.