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Abbey of Saint Eustace — Attraction in Nervesa della Battaglia

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Abbey of Saint Eustace
Description
Nearby attractions
Sinapsi Park
Via Castelviero, 2B, 31040 Nervesa della Battaglia TV, Italy
Sacrario Ossario Militare del Montello
Viale degli Eroi, 2, 31040 Nervesa della Battaglia TV, Italy
Nearby restaurants
Bosco Della Serenissima
Via Dei Frati, 1, 31040 Nervesa della Battaglia TV, Italy
Ristorante La Panoramica
Via VIII Armata, 28, 31040 Nervesa della Battaglia TV, Italy
Pizzeria Ristorante Da Ausilia
Via Arditi, 36, 31040 Nervesa della Battaglia TV, Italy
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Abbey of Saint Eustace
ItalyVenetoNervesa della BattagliaAbbey of Saint Eustace

Basic Info

Abbey of Saint Eustace

Via Collalto, 1, 31040 Nervesa della Battaglia TV, Italy
4.6(820)
Closed
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spot

Ratings & Description

Info

Cultural
Scenic
Family friendly
attractions: Sinapsi Park, Sacrario Ossario Militare del Montello, restaurants: Bosco Della Serenissima, Ristorante La Panoramica, Pizzeria Ristorante Da Ausilia
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Phone
+39 348 867 6589
Website
abbaziasanteustachio.com
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Sinapsi Park

Sacrario Ossario Militare del Montello

Sinapsi Park

Sinapsi Park

4.8

(48)

Open 24 hours
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Sacrario Ossario Militare del Montello

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4.6

(324)

Open 24 hours
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Taste prosecco with views
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Fri, Dec 5 • 2:30 PM
31020, Manzana, Veneto, Italy
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Discover the Historic Estate of Prosecco Superiore
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Nearby restaurants of Abbey of Saint Eustace

Bosco Della Serenissima

Ristorante La Panoramica

Pizzeria Ristorante Da Ausilia

Bosco Della Serenissima

Bosco Della Serenissima

4.3

(293)

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Ristorante La Panoramica

Ristorante La Panoramica

4.3

(367)

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Pizzeria Ristorante Da Ausilia

Pizzeria Ristorante Da Ausilia

4.3

(470)

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Marca Trevigiana e Dintorni Luoghi Storia SentieriMarca Trevigiana e Dintorni Luoghi Storia Sentieri
Merita una visita, magari degustando un buon Rosso Giusti Wine nella cantina ristrutturata... L'abbazia di Sant'Eustachio era un monastero benedettino soppresso nel Cinquecento e oggi in rovina. I resti sorgono sulle pendici del Montello, in comune di Nervesa della Battaglia. Nelle immediate vicinanze dell'Abbazia si trova il Sacrario del Montello, monumento dedicato ai caduti della prima guerra mondiale. Come testimonia una bolla di papa Alessandro II del 1062, l'abbazia di Sant'Eustachio fu fondata da Rambaldo III di Collalto e dalla madre Gisla attorno al 1050 su di una preesistente opera fortificata. I Collalto, famiglia di stirpe longobarda, avevano da poco perso la propria influenza su Treviso a favore del vescovo locale, il cui potere si espandeva di anno in anno sia dal punto di vista religioso che temporale. Così facendo, quindi, essi contrapponevano a questa autorità un'istituzione indipendente e direttamente sottoposta al pontefice, il quale pure non vedeva di buon occhio l'espansione dei vescovi trevigiani, sostenitori dell'imperatore. Tra il Cinquecento e il Seicento l'abbazia divenne un importante polo culturale. Qui vennero ospitati, tra gli altri, Pietro Aretino, Giovanni Della Casa (che vi compose il noto Galateo) e Gaspara Stampa. Tra il 1744 e il 1819, il complesso fu guidato dal preposito Vinciguerra VII di Collalto, uomo colto e capace che lo trasformò in un'importante azienda agricola retta da esperti e studiosi. Fu grazie a lui che la prepositura sopravvisse alle soppressioni napoleoniche di inizio Ottocento, che invece colpirono la vicina certosa di San Girolamo. In seguito, tuttavia, le autorità ecclesiastiche giudicarono inutile e obsoleta questa istituzione e, nel 1865, essa venne definitivamente soppressa, trasferendo il titolo di abate al vescovo di Treviso. Dopo la Rotta di Caporetto, l'edificio si ritrovò in prossimità del fronte del Piave e subì pesanti danneggiamenti. Le rovine, lasciate all'incuria, sono state di recente rivalorizzate grazie ai finanziamenti dell'Unione europea. L'abbazia di Sant'Eustachio fu oggetto di due restauri, uno parziale risalente al 1992 e un secondo massiccio restauro nel 2017 a opera della società agricola Giusti-Dal Col tenendo conto dei nuovi rilievi archeologici con il recupero delle pavimentazioni, sepolture e muri riscoperti durante gli scavi. È stata inoltre predisposta la ricostruzione, su fonti documentarie, della torre d'ingresso e l'integrazione, su basi archeologiche, di parte delle strutture conventuali. Il restauro si è concluso a marzo del 2018 L'abbazia benedettina di Sant'Eustacchio è considerato il più antico monumento di Nervesa; l'origine di questo insediamento monastico viene fata risalire alla metà dell'XI secolo. In quell'epoca, Rambaldo III, conte di Treviso e sua moglie Gisella, fondarono e dotarono di ricchi benefici un cenobio di monaci benedettini cassinesi e lo assoggettarono alla sede Apostolica Romana. La storia dell'Abbazia di Nervesa è legata alla situazione politico-religiosa medioevale, quando il potere temporale della Chiesa locale disturbava fortemente i progetti dei nobili. Dopo l'istituzione dell'abbazia da parte della famiglia dei Collalto, segnaliamo una sua prima distruzione durante la Guerra Guelfo-Ghibellina nel 1229 che vide protagonisti Azzo d'Este e Ezzelino da Romano e quella successiva del 1358 nella guerra tra Ungari e Trevisani. Nel 1521, all'epoca della crisi delle istituzioni religiose, il monastero venne sciolto e ridotto in prepositura commendatizia. Con l'avvento del governo napoleonico e il successivo Regno Italico tutti i diritti religiosi passa rono al potere pubblico, decretando l'inizio della fine della storia dell'Abbazia, la quale ricevette il suo colpo di grazia con i bombardamenti della Prima Guerra Mondiale. Dopo secoli di eventi culturali all'insegna di un luogo che ha segnato le scelte politiche ed economiche di quest'area, le splendide architetture divennero cava di materiali da costruzione.
Michele Dell'Osta Bianco CelesteMichele Dell'Osta Bianco Celeste
È dell' XI secolo un primo insediamento monastico proprio sul colle che sovrasta Nervesa. Grazie alle ricche dotazioni di Rambaldo III, signore e conte di Treviso, l'insediamento originario accresce e diviene sede di monaci Benedettini-Cassinesi. Grazie ai Conti di Collalto, il monastero diviene una importantissima Abbazia meta di pellegrinaggi e "ritiri" per i potenti personaggi locali oltre che luogo di fede per le genti del Montello e della pianura. L'abazia subì diverse distruzioni e saccheggi,una delle quali quella del 1229 che vide tra i protagonisti Azzo d'Este ed Ezzelino III da Romano, una seconda distruzione avvenne durante la guerra tra le truppe imperiali Ungare e le armate della signoria Trevigiana nel 1358, ma anche in questo caso gli instancabili monaci non si persero d'animo e ristrutturarono l'abbazia. Poi ci fu un lungo periodo di pace proprio mentre si rafforzava prepotentemente il "dominio di terra" della Serenissima e molti illustri personaggi si ritirarono tra le austere mura monastiche. Fu quello del 1509 l'anno più critico per la Serenissima, una grande crociata, la Lega di Cambrai, devastò il Veneto e s'infranse sulle possenti difese erette a Padova e a Treviso. Anche a seguito di questi avvenimenti, nel 1521 l' abbazia venne soppressa e sciolto il monastero e fu l'inizio del decadimento. Poi nei primi anni del 1800 il colpo di grazia dovuto all'invasione napoleonica. Infine le grandi battaglie della I guerra mondiale, ridussero quel che restava ad un struggente ammasso di rovine. Oggi quello che rimane è stato finemente ristrutturato e per quello che si poteva, si è riusciti a riportare il luogo vicino ai fasti del passato. La passeggiata e lo sguardo tra le rovine meritano una visita.
sandro sbroggiosandro sbroggio
L'abbazia benedettina, costruita nel secolo XI, nel corso della sua storia è stata più volte distrutta e ricostruita, ma il colpo di grazia lo ha ricevuto nei bombardamenti della prima guerra mondiale e in seguito usata come cava per materiale di ricostruzione. Quello che si vede ora sono i ruderi restaurati e consolidati in più fasi dal 1992 al 2017. Nell'ultimo massiccio restaturo è stata inserita nelle mura perimetrali una struttura adibita ad eventi pubblici e privati, forse impropriamente ma perlomeno sarà un motivo per non lasciarla in stato di abbandono. L'apertura al pubblico si ha durante il weekend e il venerdì, suggerisco quest'ultimo giorno per avere la possibilità di visitarla in tranquillità. Ci sono due vie di accesso, una esclusivamente pedonale attraverso un cancello e una bella salita alberata, e una poco più oltre accessibile con l'auto, arriva poco lontano ma con poco posto per il parcheggio. Una volta in cima si può approfittare di una terrazza osservatorio da qui si ha un bel colpo d'occhio sia su ciò che resta dell'abbazia sia sul panorama circostante. in mezzo all'uliveto, e raggiungibile dalla salita pedonale, si trova l'eremo di san Girolamo, uno costruzione circolare a ridosso di una sporgenza rocciosa.
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Merita una visita, magari degustando un buon Rosso Giusti Wine nella cantina ristrutturata... L'abbazia di Sant'Eustachio era un monastero benedettino soppresso nel Cinquecento e oggi in rovina. I resti sorgono sulle pendici del Montello, in comune di Nervesa della Battaglia. Nelle immediate vicinanze dell'Abbazia si trova il Sacrario del Montello, monumento dedicato ai caduti della prima guerra mondiale. Come testimonia una bolla di papa Alessandro II del 1062, l'abbazia di Sant'Eustachio fu fondata da Rambaldo III di Collalto e dalla madre Gisla attorno al 1050 su di una preesistente opera fortificata. I Collalto, famiglia di stirpe longobarda, avevano da poco perso la propria influenza su Treviso a favore del vescovo locale, il cui potere si espandeva di anno in anno sia dal punto di vista religioso che temporale. Così facendo, quindi, essi contrapponevano a questa autorità un'istituzione indipendente e direttamente sottoposta al pontefice, il quale pure non vedeva di buon occhio l'espansione dei vescovi trevigiani, sostenitori dell'imperatore. Tra il Cinquecento e il Seicento l'abbazia divenne un importante polo culturale. Qui vennero ospitati, tra gli altri, Pietro Aretino, Giovanni Della Casa (che vi compose il noto Galateo) e Gaspara Stampa. Tra il 1744 e il 1819, il complesso fu guidato dal preposito Vinciguerra VII di Collalto, uomo colto e capace che lo trasformò in un'importante azienda agricola retta da esperti e studiosi. Fu grazie a lui che la prepositura sopravvisse alle soppressioni napoleoniche di inizio Ottocento, che invece colpirono la vicina certosa di San Girolamo. In seguito, tuttavia, le autorità ecclesiastiche giudicarono inutile e obsoleta questa istituzione e, nel 1865, essa venne definitivamente soppressa, trasferendo il titolo di abate al vescovo di Treviso. Dopo la Rotta di Caporetto, l'edificio si ritrovò in prossimità del fronte del Piave e subì pesanti danneggiamenti. Le rovine, lasciate all'incuria, sono state di recente rivalorizzate grazie ai finanziamenti dell'Unione europea. L'abbazia di Sant'Eustachio fu oggetto di due restauri, uno parziale risalente al 1992 e un secondo massiccio restauro nel 2017 a opera della società agricola Giusti-Dal Col tenendo conto dei nuovi rilievi archeologici con il recupero delle pavimentazioni, sepolture e muri riscoperti durante gli scavi. È stata inoltre predisposta la ricostruzione, su fonti documentarie, della torre d'ingresso e l'integrazione, su basi archeologiche, di parte delle strutture conventuali. Il restauro si è concluso a marzo del 2018 L'abbazia benedettina di Sant'Eustacchio è considerato il più antico monumento di Nervesa; l'origine di questo insediamento monastico viene fata risalire alla metà dell'XI secolo. In quell'epoca, Rambaldo III, conte di Treviso e sua moglie Gisella, fondarono e dotarono di ricchi benefici un cenobio di monaci benedettini cassinesi e lo assoggettarono alla sede Apostolica Romana. La storia dell'Abbazia di Nervesa è legata alla situazione politico-religiosa medioevale, quando il potere temporale della Chiesa locale disturbava fortemente i progetti dei nobili. Dopo l'istituzione dell'abbazia da parte della famiglia dei Collalto, segnaliamo una sua prima distruzione durante la Guerra Guelfo-Ghibellina nel 1229 che vide protagonisti Azzo d'Este e Ezzelino da Romano e quella successiva del 1358 nella guerra tra Ungari e Trevisani. Nel 1521, all'epoca della crisi delle istituzioni religiose, il monastero venne sciolto e ridotto in prepositura commendatizia. Con l'avvento del governo napoleonico e il successivo Regno Italico tutti i diritti religiosi passa rono al potere pubblico, decretando l'inizio della fine della storia dell'Abbazia, la quale ricevette il suo colpo di grazia con i bombardamenti della Prima Guerra Mondiale. Dopo secoli di eventi culturali all'insegna di un luogo che ha segnato le scelte politiche ed economiche di quest'area, le splendide architetture divennero cava di materiali da costruzione.
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L'abbazia benedettina, costruita nel secolo XI, nel corso della sua storia è stata più volte distrutta e ricostruita, ma il colpo di grazia lo ha ricevuto nei bombardamenti della prima guerra mondiale e in seguito usata come cava per materiale di ricostruzione. Quello che si vede ora sono i ruderi restaurati e consolidati in più fasi dal 1992 al 2017. Nell'ultimo massiccio restaturo è stata inserita nelle mura perimetrali una struttura adibita ad eventi pubblici e privati, forse impropriamente ma perlomeno sarà un motivo per non lasciarla in stato di abbandono. L'apertura al pubblico si ha durante il weekend e il venerdì, suggerisco quest'ultimo giorno per avere la possibilità di visitarla in tranquillità. Ci sono due vie di accesso, una esclusivamente pedonale attraverso un cancello e una bella salita alberata, e una poco più oltre accessibile con l'auto, arriva poco lontano ma con poco posto per il parcheggio. Una volta in cima si può approfittare di una terrazza osservatorio da qui si ha un bel colpo d'occhio sia su ciò che resta dell'abbazia sia sul panorama circostante. in mezzo all'uliveto, e raggiungibile dalla salita pedonale, si trova l'eremo di san Girolamo, uno costruzione circolare a ridosso di una sporgenza rocciosa.
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Merita una visita, magari degustando un buon Rosso Giusti Wine nella cantina ristrutturata... L'abbazia di Sant'Eustachio era un monastero benedettino soppresso nel Cinquecento e oggi in rovina. I resti sorgono sulle pendici del Montello, in comune di Nervesa della Battaglia.

Nelle immediate vicinanze dell'Abbazia si trova il Sacrario del Montello, monumento dedicato ai caduti della prima guerra mondiale.

Come testimonia una bolla di papa Alessandro II del 1062, l'abbazia di Sant'Eustachio fu fondata da Rambaldo III di Collalto e dalla madre Gisla attorno al 1050 su di una preesistente opera fortificata. I Collalto, famiglia di stirpe longobarda, avevano da poco perso la propria influenza su Treviso a favore del vescovo locale, il cui potere si espandeva di anno in anno sia dal punto di vista religioso che temporale. Così facendo, quindi, essi contrapponevano a questa autorità un'istituzione indipendente e direttamente sottoposta al pontefice, il quale pure non vedeva di buon occhio l'espansione dei vescovi trevigiani, sostenitori dell'imperatore.

Tra il Cinquecento e il Seicento l'abbazia divenne un importante polo culturale. Qui vennero ospitati, tra gli altri, Pietro Aretino, Giovanni Della Casa (che vi compose il noto Galateo) e Gaspara Stampa.

Tra il 1744 e il 1819, il complesso fu guidato dal preposito Vinciguerra VII di Collalto, uomo colto e capace che lo trasformò in un'importante azienda agricola retta da esperti e studiosi. Fu grazie a lui che la prepositura sopravvisse alle soppressioni napoleoniche di inizio Ottocento, che invece colpirono la vicina certosa di San Girolamo. In seguito, tuttavia, le autorità ecclesiastiche giudicarono inutile e obsoleta questa istituzione e, nel 1865, essa venne definitivamente soppressa, trasferendo il titolo di abate al vescovo di Treviso. Dopo la Rotta di Caporetto, l'edificio si ritrovò in prossimità del fronte del Piave e subì pesanti danneggiamenti. Le rovine, lasciate all'incuria, sono state di recente rivalorizzate grazie ai finanziamenti dell'Unione europea.

L'abbazia di Sant'Eustachio fu oggetto di due restauri, uno parziale risalente al 1992 e un secondo massiccio restauro nel 2017 a opera della società agricola Giusti-Dal Col tenendo conto dei nuovi rilievi archeologici con il recupero delle pavimentazioni, sepolture e muri riscoperti durante gli scavi. È stata inoltre predisposta la ricostruzione, su fonti documentarie, della torre d'ingresso e l'integrazione, su basi archeologiche, di parte delle strutture conventuali. Il restauro si è concluso a marzo del 2018

L'abbazia benedettina di Sant'Eustacchio è considerato il più antico monumento di Nervesa; l'origine di questo insediamento monastico viene fata risalire alla metà dell'XI secolo. In quell'epoca, Rambaldo III, conte di Treviso e sua moglie Gisella, fondarono e dotarono di ricchi benefici un cenobio di monaci benedettini cassinesi e lo assoggettarono alla sede Apostolica Romana. La storia dell'Abbazia di Nervesa è legata alla situazione politico-religiosa medioevale, quando il potere temporale della Chiesa locale disturbava fortemente i progetti dei nobili.

Dopo l'istituzione dell'abbazia da parte della famiglia dei Collalto, segnaliamo una sua prima distruzione durante la Guerra Guelfo-Ghibellina nel 1229 che vide protagonisti Azzo d'Este e Ezzelino da Romano e quella successiva del 1358 nella guerra tra Ungari e Trevisani. Nel 1521, all'epoca della crisi delle istituzioni religiose, il monastero venne sciolto e ridotto in prepositura commendatizia.

Con l'avvento del governo napoleonico e il successivo Regno Italico tutti i diritti religiosi passa rono al potere pubblico, decretando l'inizio della fine della storia dell'Abbazia, la quale ricevette il suo colpo di grazia con i bombardamenti della Prima Guerra Mondiale. Dopo secoli di eventi culturali all'insegna di un luogo che ha segnato le scelte politiche ed economiche di quest'area, le splendide architetture divennero cava di materiali da...

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Vicende d'armi, Storie Amorose e regole di Bon Ton trasudano dalle mura rimaste e dalla fantasia dei visitatori dell'Abbazia di Sant' Eustachio a Nervesa della Battaglia in provincia di Treviso, sulle prime pendici delle colline trevigiane a metà strada fra Treviso e Conegliano. Collaltino, figlio del feudatario Rambaldo III di Collalto, tutto preso da gesta guerresche, rifiutò per ben tre anni, era il 1550 circa, l'amore di Gaspara Stampa, celebrata poetessa padovana cinquecentesca, che a lui dedicò più di 300 versi. L'amore di lei fu così intenso e la delusione così grande, che fu tentata dalla vita monacale. Morì giovane, a 31 anni, quasi sicuramente per mal d'amore... Sorte ben diversa e celebrata ebbe il Galateo, scritto proprio qui da Monsignor Della Casa, siamo nel 1555 circa, che qui a Sant'Eustachio arrivò fuggiasco da Roma, dopo aver perso la protezione del futuro Papa, Paolo III, che era un Farnese, per aver dato protezione a Lorenzino dei Medici, reo di una vita macchiata da delitti e dissolutezze. Un periodo tormentato tra Papato e i Medici. Si giunge alla Abbazia da un sentiero in lieve pendenza, dopo il cancelletto d'ingresso, costeggiato salendo a sinistra da un campo di ulivi. All'interno del punto di ristoro, aperto dal venerdì alla domenica, che si trova nell'abbazia, pure molto ben inserito dal punto di vista architettonico e rispettoso delle mura orginarie, sul muro proprio dietro al bancone, si intravedono tra le pietre, gli occhi di un viso femminile... Che sia la poetessa Stampa che, anche dopo la sua morte e tanti secoli, essendo stata rifiutata, abbia voluto rimanere vicina al suo Collaltino 💕e/o ribadire con forza la sua presenza in Abbazia? Gentilissima e molto informata sulle vicende della Abbazia la signora che gestisce il punto di ristoro. Scambio di informazioni molto interessante....

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4.0
4y

Un luogo di grande bellezza, un breve percorso in salita a piedi, oltrepassando un cancello che ha orari di chiusura, comodo,tra gli alberi, e, in cima alla collina, questa incredibile meraviglia, cui neanche le bombe della grande guerra han potuto portar via la bellezza.

Una descrizione :

In provincia di Treviso vi è un piccolo comune chiamato Nervesa della battaglia. Fino alla Prima guerra Mondiale si chiamava semplicemente Nervesa… ‘della Battaglia' venne aggiunto in seguito alla battaglia del Solstizio o seconda battaglia del Piave, combattuta proprio qui, nel giugno 1918, tra l'esercito Italiano e quello austro-ungarico.

Il paese fu completamente raso al suolo e andò distrutta anche la bellissima Abbazia di Sant'Eustachio, fondata nell'XI secolo dalla nobile famiglia longobarda dei Collalto.

Tra il Cinquecento e il Seicento l'abbazia divenne un importante polo culturale. Qui vennero ospitati, tra gli altri, il celebre scrittore e libellista Pietro Aretino, la poetessa Gaspara Stampa (che dedicò a Collatino da Collalto le sue rime più struggenti) e Giovanni della Casa.

Monsignor della Casa intraprese la vita ecclesiastica e nel 1544 fu nominato nunzio apostolico a Venezia, dove trovò il palco ideale per le sue aspirazioni letterarie o mondane, e il suo palazzetto sul Canal Grande divenne il luogo d'incontro della migliore nobiltà veneziana assieme ad artisti, poeti e letterati.

A Venezia introdusse il tribunale dell'Inquisizione e si occupò dei primi processi contro i Luterani.

Caduto in disgrazia con la morte del suo protettore papa Paolo III Farnese, nel 1549 si ritirò a Nervesa dove probabilmente scrisse il famoso libro Il Galateo overo de' costumi, che dava i dettami rinascimentali e propone una serie di consigli e regole tali da consentire una vita...

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