Merita una visita, magari degustando un buon Rosso Giusti Wine nella cantina ristrutturata... L'abbazia di Sant'Eustachio era un monastero benedettino soppresso nel Cinquecento e oggi in rovina. I resti sorgono sulle pendici del Montello, in comune di Nervesa della Battaglia.
Nelle immediate vicinanze dell'Abbazia si trova il Sacrario del Montello, monumento dedicato ai caduti della prima guerra mondiale.
Come testimonia una bolla di papa Alessandro II del 1062, l'abbazia di Sant'Eustachio fu fondata da Rambaldo III di Collalto e dalla madre Gisla attorno al 1050 su di una preesistente opera fortificata. I Collalto, famiglia di stirpe longobarda, avevano da poco perso la propria influenza su Treviso a favore del vescovo locale, il cui potere si espandeva di anno in anno sia dal punto di vista religioso che temporale. Così facendo, quindi, essi contrapponevano a questa autorità un'istituzione indipendente e direttamente sottoposta al pontefice, il quale pure non vedeva di buon occhio l'espansione dei vescovi trevigiani, sostenitori dell'imperatore.
Tra il Cinquecento e il Seicento l'abbazia divenne un importante polo culturale. Qui vennero ospitati, tra gli altri, Pietro Aretino, Giovanni Della Casa (che vi compose il noto Galateo) e Gaspara Stampa.
Tra il 1744 e il 1819, il complesso fu guidato dal preposito Vinciguerra VII di Collalto, uomo colto e capace che lo trasformò in un'importante azienda agricola retta da esperti e studiosi. Fu grazie a lui che la prepositura sopravvisse alle soppressioni napoleoniche di inizio Ottocento, che invece colpirono la vicina certosa di San Girolamo. In seguito, tuttavia, le autorità ecclesiastiche giudicarono inutile e obsoleta questa istituzione e, nel 1865, essa venne definitivamente soppressa, trasferendo il titolo di abate al vescovo di Treviso. Dopo la Rotta di Caporetto, l'edificio si ritrovò in prossimità del fronte del Piave e subì pesanti danneggiamenti. Le rovine, lasciate all'incuria, sono state di recente rivalorizzate grazie ai finanziamenti dell'Unione europea.
L'abbazia di Sant'Eustachio fu oggetto di due restauri, uno parziale risalente al 1992 e un secondo massiccio restauro nel 2017 a opera della società agricola Giusti-Dal Col tenendo conto dei nuovi rilievi archeologici con il recupero delle pavimentazioni, sepolture e muri riscoperti durante gli scavi. È stata inoltre predisposta la ricostruzione, su fonti documentarie, della torre d'ingresso e l'integrazione, su basi archeologiche, di parte delle strutture conventuali. Il restauro si è concluso a marzo del 2018
L'abbazia benedettina di Sant'Eustacchio è considerato il più antico monumento di Nervesa; l'origine di questo insediamento monastico viene fata risalire alla metà dell'XI secolo. In quell'epoca, Rambaldo III, conte di Treviso e sua moglie Gisella, fondarono e dotarono di ricchi benefici un cenobio di monaci benedettini cassinesi e lo assoggettarono alla sede Apostolica Romana. La storia dell'Abbazia di Nervesa è legata alla situazione politico-religiosa medioevale, quando il potere temporale della Chiesa locale disturbava fortemente i progetti dei nobili.
Dopo l'istituzione dell'abbazia da parte della famiglia dei Collalto, segnaliamo una sua prima distruzione durante la Guerra Guelfo-Ghibellina nel 1229 che vide protagonisti Azzo d'Este e Ezzelino da Romano e quella successiva del 1358 nella guerra tra Ungari e Trevisani. Nel 1521, all'epoca della crisi delle istituzioni religiose, il monastero venne sciolto e ridotto in prepositura commendatizia.
Con l'avvento del governo napoleonico e il successivo Regno Italico tutti i diritti religiosi passa rono al potere pubblico, decretando l'inizio della fine della storia dell'Abbazia, la quale ricevette il suo colpo di grazia con i bombardamenti della Prima Guerra Mondiale. Dopo secoli di eventi culturali all'insegna di un luogo che ha segnato le scelte politiche ed economiche di quest'area, le splendide architetture divennero cava di materiali da...
Read moreVicende d'armi, Storie Amorose e regole di Bon Ton trasudano dalle mura rimaste e dalla fantasia dei visitatori dell'Abbazia di Sant' Eustachio a Nervesa della Battaglia in provincia di Treviso, sulle prime pendici delle colline trevigiane a metà strada fra Treviso e Conegliano. Collaltino, figlio del feudatario Rambaldo III di Collalto, tutto preso da gesta guerresche, rifiutò per ben tre anni, era il 1550 circa, l'amore di Gaspara Stampa, celebrata poetessa padovana cinquecentesca, che a lui dedicò più di 300 versi. L'amore di lei fu così intenso e la delusione così grande, che fu tentata dalla vita monacale. Morì giovane, a 31 anni, quasi sicuramente per mal d'amore... Sorte ben diversa e celebrata ebbe il Galateo, scritto proprio qui da Monsignor Della Casa, siamo nel 1555 circa, che qui a Sant'Eustachio arrivò fuggiasco da Roma, dopo aver perso la protezione del futuro Papa, Paolo III, che era un Farnese, per aver dato protezione a Lorenzino dei Medici, reo di una vita macchiata da delitti e dissolutezze. Un periodo tormentato tra Papato e i Medici. Si giunge alla Abbazia da un sentiero in lieve pendenza, dopo il cancelletto d'ingresso, costeggiato salendo a sinistra da un campo di ulivi. All'interno del punto di ristoro, aperto dal venerdì alla domenica, che si trova nell'abbazia, pure molto ben inserito dal punto di vista architettonico e rispettoso delle mura orginarie, sul muro proprio dietro al bancone, si intravedono tra le pietre, gli occhi di un viso femminile... Che sia la poetessa Stampa che, anche dopo la sua morte e tanti secoli, essendo stata rifiutata, abbia voluto rimanere vicina al suo Collaltino 💕e/o ribadire con forza la sua presenza in Abbazia? Gentilissima e molto informata sulle vicende della Abbazia la signora che gestisce il punto di ristoro. Scambio di informazioni molto interessante....
Read moreUn luogo di grande bellezza, un breve percorso in salita a piedi, oltrepassando un cancello che ha orari di chiusura, comodo,tra gli alberi, e, in cima alla collina, questa incredibile meraviglia, cui neanche le bombe della grande guerra han potuto portar via la bellezza.
Una descrizione :
In provincia di Treviso vi è un piccolo comune chiamato Nervesa della battaglia. Fino alla Prima guerra Mondiale si chiamava semplicemente Nervesa… ‘della Battaglia' venne aggiunto in seguito alla battaglia del Solstizio o seconda battaglia del Piave, combattuta proprio qui, nel giugno 1918, tra l'esercito Italiano e quello austro-ungarico.
Il paese fu completamente raso al suolo e andò distrutta anche la bellissima Abbazia di Sant'Eustachio, fondata nell'XI secolo dalla nobile famiglia longobarda dei Collalto.
Tra il Cinquecento e il Seicento l'abbazia divenne un importante polo culturale. Qui vennero ospitati, tra gli altri, il celebre scrittore e libellista Pietro Aretino, la poetessa Gaspara Stampa (che dedicò a Collatino da Collalto le sue rime più struggenti) e Giovanni della Casa.
Monsignor della Casa intraprese la vita ecclesiastica e nel 1544 fu nominato nunzio apostolico a Venezia, dove trovò il palco ideale per le sue aspirazioni letterarie o mondane, e il suo palazzetto sul Canal Grande divenne il luogo d'incontro della migliore nobiltà veneziana assieme ad artisti, poeti e letterati.
A Venezia introdusse il tribunale dell'Inquisizione e si occupò dei primi processi contro i Luterani.
Caduto in disgrazia con la morte del suo protettore papa Paolo III Farnese, nel 1549 si ritirò a Nervesa dove probabilmente scrisse il famoso libro Il Galateo overo de' costumi, che dava i dettami rinascimentali e propone una serie di consigli e regole tali da consentire una vita...
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