La parrocchiale di S. Pantaleo sorge in uno spazio di rispetto nell’abitato di Dolianova, Nel corso di un restauro del S. Pantaleo, lo scavo del presbiterio riportò in luce un fonte battesimale a vasca emisferica (V-VI sec.), un pilastrino marmoreo ornato con nastro intrecciato e girali fitomorfi, proveniente da un’iconostasi mediobizantina (seconda metà X sec.), frammenti di lastre scultoree a decoro geometrico e due altari di età romanica. La sequenza dei livelli evidenziava la preesistenza di una chiesa altomedioevale, elevata al rango di cattedrale con l’istituzione della diocesi di Dolia. La fabbrica romanica, in cantoni di arenaria con inserti marmorei, è frutto di due tempi edilizi. Alla seconda metà del XII secolo risalgono l’impianto trinavato con abside a sudest, i tre pilastri cruciformi dei setti divisori, lo zoccolo a scarpa (sia dell’aula, sia del campanile affiancato a settentrione) e il tratto basale del fianco meridionale, fino all’altezza dell’iscrizione funeraria di Maria pisana, datata 1170. Al momento finale dei lavori, condotti secondo norma pisana, va riferita l’attività di un magister Bonanus (fine XII sec.), la cui epigrafe è affiorata in un concio scultoreo riutilizzato all’interno della chiesa. L’ultimazione della fabbrica, fu operata tra il 1261 e il 1289. Nell’aula, la robustezza dei sostegni cruciformi o polistili contrasta con l’esilità dei muri divisori ad arcate e rivela un pentimento, rispetto al progetto di scandire con archi-diaframma la navata mediana (coperta in legno con capriate) e voltare a crociera le navatelle, che ebbero invece tetto ligneo a tavolato. A destra dell’ingresso principale, il primo pilastro è un fascio di otto colonne; il capitello ha foglie gotiche modellate a “crochets” e figure zoo-antropomorfe. Sul presbiterio sopraelevato basa l’ultima coppia di pilastri; quello a destra ha fascio di otto colonne con capitello a “crochets” e scena della Natività, l’altro di quattro, ognuna con capitello fitomorfo. Hanno ornati simili i capitelli gotici sovrapposti ai preesistenti pilastri cruciformi, perché raggiungano l’altezza degli altri sostegni, e la mensola sulla parasta a destra dell’ingresso principale, con l’Adorazione dei Magi. La facciata è divisa in due ordini; in quello inferiore, scandito da piatte lesene su cui s’impostano arcatelle con ghiera lobata, si aprono i tre portali architravati e lunettati, con arco di scarico sopraccigliato. L’ordine superiore, partito in tre specchi da lesene a “soffietto”, è concluso dal frontone, fittamente ritmato in verticale da semicolonne, raccordate da archetti che si aprono al colmo con un minuscolo lobo. Nel paramento dell’ordine inferiore sono tessuti numerosi conci con figurazione scultorea: aquila, leoni affrontati, forse Adamo ed Eva e personaggi di problematica identificazione, in quanto quasi illeggibili per l’erosione della pietra tufacea. Il telaio strutturale dei fianchi è dato da larghe paraste d’angolo e da archetti con lobo; solo i muri delle navatelle sono partiti in specchi da lesene. Le sfilate monofore a doppio strombo hanno centina ogivale modanata. Nel fianco nordest si ammorsa un monumento funerario a edicola e si apre un portale, attorniato da conci scultorei fra cui una donna con serpenti. Il monumento funerario è assemblato con largo uso di materiali marmorei di reimpiego; una coppia di corti fusti di colonne romane regge un sarcofago con fronte strigilata, sul quale basano i pilastrini a sezione ottagonale, sormontati dai capitelli per l’imposta dell’archivolto parietale a sesto acuto. Lungo il terminale sia delle navatelle, sia dei muri della navata mediana, archetti e peducci sono abbondantemente decorati, i primi con caleidoscopica variazione d’incisioni e intagli geometrici (circoli, stelle, linee ondulate, zigzag), i secondi con ampia gamma di modanature e animali mitologici, esseri onirici, protomi umane e vari altri temi fito-zoo-antropomorfi. Il prospetto absidale presenta un partito analogo a quello...
Read moreUna visita a questa chiesa non dovrebbe mancare...qualche chilometro in più da dove ci si trova vale tutto il viaggio!!
DOLIANOVA CHIESA ROMANICA DI SAN PANTALEO
La concattedrale di San Pantaleo è uno dei principali monumenti romanici della Sardegna. Si trova a Dolianova, centro della provincia del Sud Sardegna, di cui è una delle due sedi parrocchiali. Già cattedrale dell'antica diocesi di Dolia, la chiesa è concattedrale dell'arcidiocesi di Cagliari Il luogo dove si trova la chiesa era legato al culto cristiano già nel VI secolo, come testimonia la vasca battesimale di epoca paleocristiana, oggi conservata sotto il presbiterio. L'esistenza della diocesi di Dolia (attuale Dolianova) è attestata da fonti documentarie dal 1089 fino al 1503, anno in cui venne soppressa e inglobata nell'arcidiocesi di Cagliari. La cattedrale, dedicata a san Pantaleo, venne innalzata tra il XII e il XIII secolo. La concattedrale si trova nel centro storico di Dolianova, in un piazzale a cui si accede tramite un arco dalla via Vescovado. La chiesa si presenta edificata in pietra arenaria, in stile romanico con alcune concessioni al gotico, risalenti all'ultima fase costruttiva (fine del XIII secolo). La facciata, i fianchi, l'abside a il campanile sono ornati da lesene e archetti pensili, lavorati con una grande varietà di decori scultorei, raffiguranti motivi geometrici, motivi antropomorfi e animali mitologici. Sul lato nord a fianco all'ingresso principale è presente una sorta di edicola o di protiro che probabilmente era anteposto ad un ingresso (attualmente murato). Questo elemento è costituito da due colonne che sorreggono un sarcofago di epoca romana sul quale a sua volta si elevano due colonnette che sorreggono una volta a sesto acuto. L'interno è a tre navate, divise da pilastri cruciformi e polistili, i secondi in stile gotico; interessanti i capitelli scolpiti, dove sono rappresentate scene evangeliche, tra cui l'Adorazione dei magi e...
Read moreLa Cattedrale di San Pantaleo si trova nella zona periferica nord-ovest di Dolianova. È una Chiesa Romanica del XII secolo. Costruita su precedenti edifici di epoca romana, di cui sono stati riutilizzati numerosi conci e manufatti, come un bel sarcofago strigilato della prima età cristiana. Numerosi sono i peduci degli archetti decorativi esterni, a forma antropomorfa e zoomorfa. Nella bellissima facciata spicca un architrave rettangolare in calcare bianco dove in bassorilievo e stato scolpito un grosso serpente di Esculapiana memoria, un collegamento esiste con San Pantaleo, infatti egli fu un medico. All'interno della struttura, si notano tre navate, la centrale più grande e le laterali più piccole scandite dai bellissimi pilastri che presentano dei capitelli decorati con figure umane rappresentanti sia la comitenza, che volle la chiesa, sia i regnanti dell'epoca, ossia i Giudici, tra cui spicca Mariano II di Arborea. Nelle pareti si conservano tracce di pitture originali come un Cristo crocifisso sull'albero della vita. Inoltre da lustro un magnifico retablo del 1500 che racconta il martirio del santo, nel periodo Dioclezianeo . Nel pavimento si notano delle grate e una piccola scala che scende verso una cripta? Questo edificio ha subito dei restauri evidenti, soprattutto nella parete a sud, ma complessivamente, anche dopo i quasi mille anni di esistenza, si erge con grande dignità e bellezza. Se si ama l'epoca medievale e il romanico, non si può non visitare la...
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