Fabbrica Fiorucci dismessa e attualmente occupata da molte famiglie ROM e di altre etnie. Interamente gestita da volontari è una situazione strutturalmente fatiscente ma di ottimi propositi. La struttura, ovvero quel che ne rimane della fabbrica, di grandi spazi costituita, è totalmente decorata da installazioni di vario genere offerte gratuitamente dagli artisti volontari. L'ingresso è libero, aperto al pubblico solo il sabato, la mattina potreste trovare chi vi guida e vi spiega tutto, compreso tale Giorgio de Finis che gestisce tutto il progetto. Non si capisce molto dal web, il sito è oscurato, poche indicazioni qui su google, sicuramente dovrebbero farci migliore pubblicità. Tuttavia tramite passaparola risulta molto rinomato e lo consigliano in molti, vivamente, per la parte artistica. Leggo qui altre recensioni particolarmente imbarazzanti, purtroppo però bisogna vederlo prima di poter decidere, la circostanza di occupazione e la fatiscenza della struttura industria effettivamente è preoccupante circa l'igiene e la sicurezza di ogni locale. I volontari sono molto cordiali, così come gli abitanti. È presente una cucina generale con una bella sala ricreativa riccamente decorata, che offre da mangiare a chiunque si presenti a fronte di un'offerta. Segnalo la presenza di feste debitamente organizzate dagli artisti che avvengono puntualmente ogni solstizio...
Read moreQuasi tre lustri...dal 2012 per essere precisi...di lotte e di conquiste, di richieste e di negazioni...e oggi finalmente qualcosa si muove e presto - si fa per dire, siamo sempre a Roma eh - dovrebbero essere realizzati qua accanto oltre 140 alloggi popolari, senza intaccare questo luogo della memoria e dell'impegno. Quali? Semplici...quelli del diritto ad abitare, a convivere e a vivere. In un ex stabilimento della Fiorucci, sulla Prenestina, un luogo fatiscente e poco raccomandabile, nel 2009 su iniziativa di un collettivo proletario venne avviata una occupazione e un esperimento di vita multiculturale chiamato Metropoliz....il museo, o quello che dovrebbe essere definito museo vissuto, nascerà qualche anno più tardi fino ad ospitare più di 500 opere, frutto del lavoro di circa 400 autori internazionali che hanno vissuto nello spazio per un periodo in modo da riuscire a raccontare l’anima autentica di quel luogo. Una specie di fortezza aperte e fruibile, almeno questo nelle intenzioni del fondatore che è anche il cuore pulsante dell'aspetto culturale di questa occupazione e che da modo di fare delle visite guidate il sabato. Esperienza forte che inizia con un po' di disagio ma finisce sempre con entusiasmo e che consiglio. Utili informazioni? Allora lasciate un like e guardate le altre recensioni fatte su...
Read moreCome il razzo di Space Metropoliz, il Museo è un dipositivo. Dotandosi di un nome altisonante, che subito lo pone accanto e in concorrenza con le grandi istituzioni museali italiane e della capitale (il MAXXI e il MACRO), fa della sua perifericità, della sua a-economicità, della sua non asetticità (il MAAM è contaminato dalla vita) il suo punto di forza. Il MAAM sarà la macchina che spinta al massimo regime trasformerà l’intera fabbrica in un oggetto e un soggetto d’arte collettiva. Gli artisti sono invitati a dare il loro contributo gratuitamente, interagendo con lo spazio e con gli abitanti. L’invito ad intervenire (che suonerà come una vera chiamata alle armi) avverrà per passaparola e si avvarrà dell’aiuto di associazioni, università, gallerie, curatori indipendenti, e di quanti altri vorranno aderire all’iniziativa. Avviando un nuovo virtuoso rapporto tra arte e città e tra arte e vita, il Metropoliz si doterà anche di una pelle preziosa, e di una collezione, che l’aiuterà a proteggersi dalla minaccia sempre incombente dello...
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