Ancient Origins: The Ponte del Toro is an extremely old structure, with its origins tracing back to the pre-Roman era. Some researchers even suggest it predates the Marmore Waterfalls themselves. It's believed to have been constructed from large stone blocks laid without mortar, indicating very ancient building techniques. Function: Despite its name, "bridge," the Ponte del Toro, according to many archaeologists, was likely not intended for roads or carriages. Its width (about 2.4 meters or roughly 7.9 feet) would have been insufficient for this, and one side abuts a cliff face. It was more likely a water regulation structure, part of an ancient hydraulic system. A channel diverting water from the Velino River passed beneath its arch. Discovery: The bridge was discovered in 1819 by engineer Giuseppe Riccardi, who was searching for a new course for the Cervino canal. It was found buried under thick limestone deposits formed by the Velino River. Construction: The bridge features a single arch composed of 10 regular, wedge-shaped stones. It's built from massive, rectangular stone blocks laid one upon the other. The bridge's orientation is angled relative to the Nera River's course, which might suggest a different river flow in the Roman era. Mystery and History: The Ponte del Toro is shrouded in mystery. Its true purpose and who built it remain subjects of ongoing research. Some speculate it may have been constructed by the ancient Naharki people, who inhabited...
Read morePoco prima di arrivare al Belvedere Inferiore della Cascata delle Marmore, lungo la strada Valnerina, un cartello segnala il PONTE del TORO. Il nome incuriosisce, esortando ad andare a scoprirlo. Il ponte del Toro non è un ponte qualsiasi, se non altro per la sua longevità, essendo stato costruito in un periodo tra il I secoloa.C. ed il I secolo d.C.
Quasi “immerso” tra la vegetazione di una porzione di bosco intorno al borgo di Papigno, il ponte (il cui nome ricalca quello della località in cui si trova, vocaboloToro) non sovrasta il fiume Nera, che scorre alla sua sinistra. Il manufatto non apparteneva ad un asse viario(come ad esempio il Ponte di Augusto sulla Via Flaminia) ma era parte di un sistema di drenaggio delle acque dal pianoro di Marmore messo a punto in età romana, qualche secolo dopo i lavori di ingegneria idraulica promossi dal console Curio Dentato e comunque connessa all’opera della Cascata. Infatti sotto l’arcata passava un canale scolmatore emissario del Velino.
Il ponte, costituito da blocchi calcarei senza opera cementizia, fu riportato alla luce nel 1819, dopo che venne ripulito dalle sedimentazioni calcaree del fiume Velino. Un recente restauro ha ridato nuova vita a questa testimonianza di un passato che ancora vive nel presente. Oltre che per la presenza di questo “reperto”, il luogo al limitare di boschi secolari, affascina per la bellezza della natura circostante, tanto che fu una delle mete preferite dei pittori Plenaristi. Oggi è diventato un tassello del “MUSEO DIFFUSO dei PLENARISTI”, itinerario che congiunge i luoghi in cui pittori europei tra la fine del ‘700 e il secolo successivo, dipinsero dal vivo (en plein air) le bellezze del...
Read moreUn angolo di paradiso ai piedi delle cascate delle Marmore. Il punto è raggiungibile a piedi e si trova a pochi metri da un parcheggio libero sulla statale principale. Pochi metri e ci si ritrova in un angolo bellissimo di fronte ai resti di questo antico ponte, sembra costruito da una remota civiltà, che un tempo permetteva di oltrepassare il Nera. Oggi l'alveo del fiume è spostato più a sinistra e offre una vista incantevole del suo passaggio, sicuramente da fotografare. Da vedere....
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