Bellissima abbazia di cui ho perso le fotografie insieme al cellulare che mi hanno sottratto un Sabato ,mentre ero preso a raccogliere castagne sui monti ...il risvolto positivo di questa antipatica storia e' che mi vedo costretto a tornare in tanti bei posti visti in passato ,tra i quali questa abbazia per ridocumentarla con un bel reportage fotografico,Dio piacendo sempre!⛪👍😀✋☀️
A Dio e' piaciuto..e detto e fatto, sono tornato nel giorno di Pasquetta 2022,in questa bella Abbazia cistercense: le occasioni in cui il Signore mi stupisce sono ormai talmente tante che non sto' più qui a soffermarmi...sarebbe una mancanza di rispetto e testimonianza di poca fede nel Dio con noi, che provvede a tutto, dalle più piccole alle più grandi necessità della nostra vita;i segni ci sono sempre e basta accorgersene, evidentemente!
L’abbazia Santa Maria di Chiaravalle di Fiastra costituisce uno dei monumenti più pregevoli e meglio conservati in Italia dell'architettura cistercense e rappresenta la più alta testimonianza della presenza nelle Marche dei Cistercensi, che vi arrivarono nel 1142 dal monastero di Chiaravalle di Milano. I monaci portarono con sè i libri liturgici e gli arnesi da lavoro. Per la costruzione dell’abbazia, iniziata l’anno del loro arrivo in terra marchigiana, furono seguite le indicazioni di San Bernardo e si ricorse ad architetti-monaci francesi che si avvalsero di stilemi tipici dell’architettura cistercense.
L’interno della chiesa è a tre navate, di cui la centrale è altissima, a volte ogivali, con caratteristici pilastri cruciformi coronati da capitelli romanici, scolpiti dai monaci stessi con materiali provenienti dai ruderi della vicina Urbs Salvia, città romana che fu distrutta da Alarico tra il 408 e il 410. Oltre a costruire la chiesa, i monaci si dedicarono alla bonifica di tutta la zona, caratterizzata soprattutto da boschi ed estese paludi. Tra gli affreschi che si conservano nell’abbazia, notevoli sono quelli della seconda cappella a destra, dedicata a San Benedetto, risalenti al secolo XV e attribuiti alla scuola camerinese.
A lato dell’edificio sorge il monastero che racchiude il grande chiostro in laterizio con bassi pilastri, archi ribassati e copertura a capriate. Dell’antico monastero, abbandonato dai Cistercensi nel 1422 in seguito ad un saccheggio e successivamente affidato a cardinali commendatari, ai Gesuiti e infine passato in proprietà alla famiglia Giustiniani-Bandini di Camerino, si conservano la Sala del Capitolo, il refettorio e il dormitorio dei conversi, la sala delle oliere e altri locali. L'abbazia, per più di trecento anni, fu economicamente florida; il suo territorio, suddiviso in sei grance (aziende agricole), favorì lo sviluppo non solo economico ma anche sociale e religioso. Giunse a controllare trentatré chiese e monasteri.
Nei locali delle cantine dell'Abbazia, con accesso dal chiostro, è stato allestito il Museo del vino che espone strumenti e oggetti usati nel passato per la lavorazione delle uve. È anche presente il Museo della civiltà contadina, che raccoglie oggetti e strumenti di uso domestico-rurale. La foresteria dispone di sei camere, una cucina e un'ampia sala, in grado di accogliere gruppi e singoli. Oggi l’abbazia è inclusa nella Riserva naturale omonima, che copre un territorio di 1.800 ettari, tra i comuni di Urbisaglia e Tolentino, ad una decina di chilometri da Macerata.
Ecco le...
Read moreAndare all'Abbazia di Fiastra è un'esperienza fantastica nel cuore della storia delle Marche, ed è una cosa da non perdere per chi ama l'arte, la spiritualità e la natura. Fondata nel 1142 dai monaci cistercensi arrivati dall'Abbazia di Chiaravalle di Milano, l'abbazia è stata costruita usando, con intelligenza e rispetto per il passato, anche i materiali presi dall'antica città romana di Urbs Salvia, distrutta dai Visigoti secoli prima. Questo dettaglio ci dice non solo della povertà e dell'essenzialità voluta dai cistercensi, ma anche della loro capacità incredibile di trasformare un posto incolto, boscoso e paludoso in un centro di fede e lavoro. I monaci hanno fatto un'opera non solo religiosa, ma anche sociale ed economica: hanno bonificato il territorio, organizzato la campagna in sei grange (aziende agricole cistercensi) e hanno fatto dell'abbazia una delle più importanti d'Italia nel XIII secolo, arrivando a gestire ben 33 chiese e monasteri e diventando il centro di mercati e attività artigianali nella zona. L'abbazia, costruita da architetti-monaci francesi, è un bellissimo esempio di architettura romanico-gotica, basata sugli ideali di semplicità e austerità. Nei secoli la struttura ha avuto momenti no troppo belli: è stata saccheggiata, ha subito danni e trasformazioni; una parte dei suoi ambienti è stata demolita nell'Ottocento per costruire la residenza nobiliare Bandini, mentre alcune sale hanno conservato i pilastri e i capitelli romani presi da Urbs Salvia. Tutto il complesso è stato restaurato più volte e oggi è uno dei meglio conservati in Italia, anche se negli ultimi anni ha dovuto affrontare anche danni importanti causati dai terremoti e la sfida continua della manutenzione. Consiglio di prendere del tempo per immergersi nel silenzio e nella bellezza di questo posto: qui si sente la forza di chi, partendo dalla fede e dal lavoro, ha lasciato in eredità non solo mura millenarie ma anche un modo di vedere e vivere la bellezza e il...
Read moreL’Abbazia di Chiaravalle di Fiastra rappresenta il più importante edificio monastico delle Marche, e si trova immerso nella riserva naturale di Abbadia di Fiastra. All'ingresso sulla destra prima di arrivare alla biglietteria si può ammirare da una finestrella l'antico refertorio dei monaci cistercensi. Una volta fatto il biglietto di ingresso che costa 5 euro a persona, si entra nel chiostro; eravamo gli unici visitatori quel giorno ed abbiamo potuto visitare questo luogho con calma e nel silenzio mistico di questo posto. Il chiostro era il luogo dove i monaci meditavano e leggevano oggi è adornato da tanti vasi con piante officinali e con al centro un grande pozzo che serviva per raccogliere l'acqua piovana che poi veniva raccolta nel grande serbatoio sottostante il pozzo. La nostra visita è cominciata qui dal chiostro che è il collegamento tra tutti i locali del complesso.Proseguendo sulla destra si entra nella prima stanza del palazzo Giustiniani Bandini (una parte non è visitabile) qui si trovano dei resti rinvenuti nel parco romano di Urbisaglia, si prosegue in un'altra stanza tutta affrescata che poi porta sul giardino tipico all'inglese con una gran varietà di alberi tra cui anche un bellissima quercia da sughero. Molto interessanti sono anche le grotte e le cantine di questo monastero dove un tempo i monaci producevano il vino, infatti oggi è diventato il museo del vino con grandi botti, tini e torchi. Nelle grotte invece i monaci erano soliti conservare l'olio sempre da loro prodotto, oggi è un museo con esposti ritrovamenti sempre del parco di Urbisaglia. Un luogo davvero interessante e sicuramente anche molto fresco d'estate. Usciti dall'abbazia è possibile fare delle belle passeggiate tutto intorno nel parco riserva naturale....
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