Personalmente, ho consumato i seguenti piatti e non sono rimasto deluso, ma nemmeno particolarmente colpito: Culurgiones (in bianco con pecorino); Ravioli sardi (ricotta e spinaci); Malloreddus alla Campidanese (pasta secca pomodoro e salsiccia). Per onestà intellettuale nei vostri confronti, non posso esimermi da esprimere la mia opinione sincera sul cibo che ho mangiato. I culurgiones non erano male, anche se io li avrei preferiti con un sugo di pomodoro leggero. Altresì, avrei preferito distinguere meglio i sapori del ripieno (patate, pecorino e menta) che, seppur tutti insieme non risultavano sgradevoli al palato, però non lasciavano percepire la loro singola peculiarità olfattiva e gustosa. Sui ravioli sardi (ricotta e spinaci) non erano niente di diverso da tutti quelli che mangi in giro per l’Italia. Non vi era nessun condimento specifico che riportasse alla Sardegna. In un territorio di Ravioli (appunto, il Piemonte) mi sembra una proposta azzardata e poco efficace rispetto alla concorrenza degli altri ristoranti locali. Io studierei qualcosa di diverso (condimento) o sostituirei il piatto con dei “ravioli di mare” alla Sarda. I malloreddus alla Campidanese non hanno lasciato il segno in me come avrebbero dovuto fare. Il sugo era sicuramente stato preparato con una passata di basso livello (si doveva almeno utilizzare la Mutti) e la salsiccia non ha rilasciato quei sapori e quegli aromi che si sarebbero dovuti sentire nel condimento stesso. Tutto sommato, la pasta (fresca o secca) era buona e la cottura perfetta. Ora, passiamo alla vera nota dolente di questa cena (veloce). Mi riferisco al “VINO” (che in un territorio come Alba è una vera e propria bestemmia!). Personalmente, trovo assurdo che in un locale, dove vi è una dicitura sull’insegna che recita “TRATTORIA”, non vi sia il vino “della casa” (o sfuso) come valida alternativa a bottiglie più costose e/o pregiate. La trattoria non è un bistrot e un bistrot non sarà mai una trattoria. Se si vuole alzare il livello del proprio servizio di ristorazione e definirsi come “gourmet”, bisogna prima di tutto servire in tavola le migliori eccellenze enogastronomiche italiane e, soprattutto, cucinate alla perfezione (o quasi). Se, nonostante tutto, si vuole servire del vino al calice, bisogna rispettare dei principi cardini della ristorazione, oltre che il cliente stesso. Non puoi far pagare un calice di Vermentino di Sardegna (DOC Gallura 2021) la bellezza di 6 Euro (Etichetta: Cala delle Farfalle – costo medio della bottiglia 5 Euro in enoteca o su internet) e, oltretutto, ne metti un centimetro misurato (il mio dito – in orizzontale – era più spesso). E, per non farsi mancare proprio nulla, la cameriera si è presentata al tavolo per versarmelo con una bottiglia già aperta (e vabbè) e con restanti 2 dita di vino (le stesse che poi sono finite nel mio bicchiere). Ora, non è dato sapere da quanto fosse aperta quella bottiglia, ma certo è che non si fa proprio così in Italia. A mio parere, quella bottiglia era aperta almeno da 2/3 giorni e l’ho percepito proprio bevendo il vino stesso. Era scialbo, non aveva carattere, in quanto aveva perso quasi tutte le sue caratteristiche organolettiche. Ho fatto fatica a percepire i sentori di frutta fresca e agrumi tipici del vermentino di quelle zone. Il servizio è attento e lo staff è ospitale e cordiale. Il locale non è molto ampio, ma è luminoso e, soprattutto, è molto ben pulito. Non è assolutamente chiassoso. Si mangia in totale relax. L’ambiente è informale e la clientela è composta perlopiù da coppie, amici e amiche, famiglie e da turisti (spesso stranieri). Vi ricordo che per la recensione completa di questo locale (compresa la galleria fotografica), potete visitare il mio sito internet (l'indirizzo lo trovate nel...
Read moreDespite we reserved our table days in advance, we unfortunately arrived 15minutes late (due to several incumbencies) and they freely decided to offer the table to other people; they did so without even inform us with a phonecall, once we arrived we figured out everything. The sad thing was that there were 3 children with us and we struggled in finding a new place (during the weekends the city is much crowded). Don’t know about the food, but certainly the service worth a...
Read moreChe dire… non posso che parlare bene di questo rinomato e stupendo locale.. ovviamente si scherza. Sono claudio garis noto imperatore di alba.. e nulla un paio di sere fa mi sono imbattuto nel vostro localino e il mio stomaco mi consiglió di entrare… Mi misi al mio tavolo e ordinai alcuni piatti.. dopo poco giunse al tavolo il mio bel primo, IL POLPO FRITTO: Polpo che tutt’ora non capisco se chiamarlo polpo o Cruditè per la sua consistenza… mi sto ancora chiedendo se al tavolo lo avete portato voi o se fosse arrivato gattonando sui tentacoli vabbe il primo dai e andato speriamo nel secondo… DIO STRACAN… è giunta l’ora.. vedo planare un piatto sotto il mio lungo naso, si erano loro..tajarin. Formaggi raccattati dal culo di un caprone non so se magrebino o friulano.. penso la prima, piu grossi dei miei coglioni dopo la NNN Challenge.. ne mangi uno e gli altri li porti a casa in tasca perche ci fai cena dalla befana a capodanno e mangiano pure i cani.
Ma gia meglio del primo… andiamo a vanti DIO LUPACCHIOTTO.
Ora giunge il momento della tortina ina ina alle noccioline.. tralasciamolo va avete già capito, questa e stata il colpo forte che mi ha intuppato tutto il finale dell’intestino crasso… anzi la ragione per la quale tutt’oggi mi trovo su una cosa chiamata cesso a defecare, anzi scusate non sto defecando… sto orinando dal sederino per non essere scortese amori miei… frenata nei boxer bianchi appena uscito dal vostro...
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