Please eat in This Place if you are in Bovino. It is a true and authentic tavern where the host does not have a set menu but brings you freshly cooked food of the day, which is according to tradition, always the best the tavern has to offer. The front door is small. It doesn't look like a tavern from the 'outside and that makes it even more curious. As soon as you move the curtain, you find an authentic place with furnishings and cabinets like those of the past.
Saverio, the Oste is the real star of the place. Listening to his story and the origin of the food is the best part to enjoy along with lunch. He brought to our table a blend of his own production. The appetizers a sensory experience: mini bruschetta topped with fantasy,(not to be missed arugula and dried pomodiri of Saverio's own invention) various sott'oli, mini pieces of cheese paired with seasonal fruits or chunks of Selecchia black pork sausages, "all Saverio's own production." First course at least 400 gr of pasta for 2 people. Orecchiette mixed with cicatielli, with pork ragout tomato cooked for "eight hours". To finish Tarallucci caserecci and wine and "the bergamot èlisir made by saverio." Saverio is a special person and a great connoisseur of the monte dauni area true history. He graduate at bocconi university. But he has felt strongly the call of his land and has not been able to live...
Read moreBOVINO, una domenica di fine estate a pranzo da "NDO SAVERIE LU CONTE".
Il menù, definito eccellente dallo chef Saverio, è stato esclusivamente scelto da costui, direi quasi imposto, senza lasciare al cliente alcuna possibilità di interferire su quanto deciso. Quest'ultimo veniva a conoscenza di cosa avrebbe mangiato soltanto quando il piatto era servito a tavola. Il termine di "eccellenza" riferito al cibo lo trovo un pò esagerato, non degno di palati raffinati. Forse sarebbe più opportuno definirlo "caratteristico" di una cucina contadina di oltre un secolo fa. Ancor meno, tale termine, può essere riferito a tutto il resto perché, secondo la mia esperienza, il servizio è stato alquanto deludente ed in alcuni momenti addirittura mancante. L'assenza totale di un menù del giorno, sia perchè non esposto all'esterno e sia perchè non presentato al tavolo, mette in difficoltà il cliente che, giustamente, gradirebbe conoscere prima, cosa gli verrà servito da mangiare e regolarsi di conseguenza. 😳 A più tavoli è stato omesso il cambio del piatto tra portate diverse, tutte servite al centro tavolo. Alla mia richiesta di gradire una spolverata di formaggio sulla pasta al ragù, lo chef Saverio mi ha consegnato un tondo di grattugia con un pezzo di formaggio (provola durissima e secca) preso velocemente da altro tavolo dove era stato già usato manualmente da altri commensali. Il momento del dessert è stato assolutamente negativo. Lo chef Saverio ha pensato bene di offrire a tutti gli "ospiti", alla fine del pranzo, delle appetitose pastarelle fresche della domenica preparando un unico vassoio con un quantitativo di dolcetti più o meno sufficiente per tutti. Al tavolo che arrivava per primo, alla conclusione del pranzo, veniva servito questo vassoio posizionandolo al centro. Ciascuno dei commensali presenti si serviva con le proprie "mani", accaparrandosi i pasticcini più graditi secondo i propri gusti. Purtroppo quel vassoio, con i dolcetti rimasti, veniva lasciato ancora a lungo sul tavolo davanti agli "ospiti" che ancora si intrattenevano conversando e scherzando tra loro seduti. 🫤 Quel vassoio veniva portato via soltanto per riporlo su un altro tavolo che, nel frattempo, era giunto anch'esso al momento del dessert ed, a seguire, su tutti gli altri tavoli. Gli ultimi hanno trovato certamente uno scarso assortimento di dolci ma, l'aspetto più grave ed inquietante, è il pensiero che mi è riaffiorato alla mente ricordando quanto ci fu insegnato qualche annetto fa a proposito delle "droplets", ovvero le famose goccioline emesse involontariamente mentre si parla, perchè quei pasticcini sono rimasti esposti troppo tempo su tutti i tavoli in presenza di commensali che hanno tranquillamente passato il tempo ridendo e scherzando a fine pranzo. 😷😷😷 Prima del conto, ho chiesto una tazzina di caffè. La risposta del padrone di casa è stata decisa e senza esitazioni, tanto da lasciarmi esterrefatto: "In questo locale non sappiamo cosa sia il caffè; provate al Bar di fronte". In cambio, però, ci ha offerto un elisir alle erbe molto delizioso e di buon gusto, degno sostituto di un buon caffè.😋 Al gestore Saverio gioverebbe molto un aiutino in sala per avvicinarsi un pochino di più alla sua tanto ambita aspirazione di "eccellenza". Una sola persona non può badare simultaneamente sia ai fornelli che alle esigenze degli "ospiti" in sala. Ai clienti si deve tutto il rispetto che meritano perchè ogni dettaglio, mal curato, non sfugge a chi alla fine paga un conto completo di tutto, anche del servizio rivelatosi un pò troppo trascurato e latitante. Un'ultima riflessione: il conto non è stato da "osteria", ma da "eccellenza", trenta euro a persona, con richiesta di pagamento per contanti e senza il rilascio di ricevuta...
Read morePremetto che di solito non mi dilungo nello scrivere le recensioni dei locali, ma questa volta ne vale la pena...
Oggi, in una splendida giornata di inizio primavera, abbiamo deciso di andare a visitare Bovino. Cercando su internet un posticino dove poter pranzare mi sono imbattuto in un'osteria che prometteva un'esperienza culinaria fuori dal comune. Non solo proponeva opzioni vegane e vegetariane, ma anche un'atmosfera accogliente che sembrava invitare a entrare e a sentirsi a casa. La curiosità ha avuto la meglio su di me e, senza esitazioni, ho prenotato un tavolo per le 13:30. Al telefono, una voce cordiale e calda, che si presentò come Saverio, mi accolse con entusiasmo, e già da quella breve conversazione, mi sentii come se stessi per incontrare un vecchio amico. Arrivati all'osteria, e leggermente in anticipo, ci siamo ritrovati avvolti dal calore di un salotto di una casa di campagna. Saverio ci ha accolto con un sorriso genuino e un'espressione di felice attesa, con il tavolo già apparecchiato con una selezione di verdure e formaggi, accuratamente disposti su piatti di ceramica che sembravano raccontare una storia tutta loro. Alcune delle pietanze, ci ha spiegato Saverio, erano state coltivate nel suo stesso paese, e alcune addirittura prodotte direttamente dalla sua famiglia, come se avessero voluto trasmetterci la passione e l'amore per le antiche tradizioni tramite i sapori. Il primo piatto è stato un'esplosione di sapori autentici: orecchiette fatte a mano dalla moglie, accompagnate da verdure locali e condite con un eccellente olio extravergine. Ogni boccone era come un viaggio nella tradizione, e il tutto è stato accompagnato da un vino di un color rubino intenso, che sfiorava il bicchiere con la delicatezza del suo sapore fruttato. Anche questo, non a sorpresa, era stato prodotto da Saverio, che sembrava aver trovato il modo di tramutare la sua passione in un'opera d'arte da gustare.
Mentre il vino e la conversazione scorrevano, mi son reso conto che l'osteria di Saverio non è solo un luogo in cui mangiare, ma un luogo in cui vivere un'esperienza. La chiacchierata con Saverio, infatti, non si è limitata solo ai sapori dei piatti o al processo di produzione del vino, ma si è estesa a storie di vita, a ricordi, a sogni. Mi son sentito parte di qualcosa di più grande, come se la semplicità dei gesti e dei sapori mi avesse trasmesso un po' della felicità di chi ha saputo vivere in armonia con la tradizione. Alla fine del pasto, non sono riuscito a trattenere un sorriso soddisfatto, non solo per la bontà dei piatti, ma anche per l'atmosfera familiare che avevo respirato in quell'ora. L'osteria di Saverio non è solo un ristorante, ma un luogo dove la gente può incontrarsi, conoscersi, e godere dei piccoli piaceri della vita. E mentre uscivo, salutando Saverio come un vecchio amico, ho capito che questa esperienza non è stata solo una soddisfazione per i miei sensi, ma anche un'occasione per ricaricare le batterie, per sentirmi parte di qualcosa di autentico e genuino. E, forse, è proprio questo il segreto della felicità: condividere i sapori della vita con persone speciali...
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