Mi scuso in anticipo per il mio italiano, che raramente esercito. Voglio condividere la mia storia, anche se vedo che un mio amico l'ha già narrata. Io e i miei compagni, solcando il canale chiamato Nicesolo, da un dì ormai, ci trovammo a combatter la sete, la quale assaliva i nostri spiriti come fiera indomita. E così, vedendo sulla riva un luogo che sembrava prometterci ristoro, ci affrettammo a gettare l'ancora e ad attraccare con la speranza di placare l'arsura che ci consumava. Giunti al suolo, ascendendo con passo sicuro, ci accostammo a ad una donna. A lei chiedemmo, con modi cortesi, se fosse possibile avere una bevanda rinfrescante. Ma ahimè, con altrettanta cortesia, ella ci disse che il loco era chiuso e, in verità, che le nostre spoglie spalle, esposte al sole, non si addicevano a quel luogo, che non era un semplice baretto come credevamo, ma un ristorante. Accettammo con umiltà il giusto monito, salutammo e senza tardare ci accingemmo a tornare sui nostri passi, verso la nostra imbarcazione.
Ma mentre attraversavamo il pontile, pronti a riprendere il mare, udimmo un grido: "Giovani! Giovanotti!" Ci volgemmo e vedemmo un uomo e una donna. L'uomo a giudicare dal tono, doveva essere il padrone del loco. Invece di parole di commiato, fummo accolti da un'invettiva aspra e sferzante, poiché le nostre magliette mancanti offendevano il loro decoro.
"Noi comprendiamo," rispondemmo con misura, "e già stavamo allontanandoci." Ma il moralizzatore continuava ad intrattenerci con la lezione di vita, che terrò per sempre annotata nel mio taccuino insieme alla frase che mi disse un mio vecchio compagno di viaggio, cuoco di professione: "Un buon locale non si fa solo con delle buone pietanze, ma anche dalla cordialità delle persone che ci lavorano."
Molti viaggi avevamo compiuto, e mai una stella avevamo segnato su alcun libro di recensioni.
Finalmente, giungemmo in un umile bar nella città di Caorle, dove, ci fu offerta la tanto desiderata bevanda, senza che alcuno si curasse della nostra mancanza di vesti. Alla nostra domanda, se fosse necessario indossare una mise, risposero con una risata e ci...
Read moreUn'esperienza che consiglio a chiunque voglia immergersi nella vera tradizione di Caorle. Questo casone è gestito da settant'anni da questa famiglia, che ha tramandato la passione della pesca e dell'accoglienza turistica di padre in figlio. Qui è come sentirsi a casa, il personale è cortese e gentile e dopo poco tempo ci si sente come persone di famiglia. Il menù è fisso: due antipasti (gambero rosa di laguna con polenta e sarde in saor), pasta alla scoglio con cozze, vongole e calamari e poi frittura mista. Ma qui la frittura è una cosa seria, perché oltre ai calamari ed ai gamberi ti friggono anche ombrina, sarde e sogliola. Il menù costa 40 € a persone, escluso il bere, e li vale tutti. C'è un'ampia scelta di vini del territorio, noi abbiamo puntato per la cantina Ornella Bellia di Pramaggiore, per andare a colpo sicuro. Personalmente ritengo che tutti gli "pseudo" ristoranti di pesce super costosi e pretenziosi di cui si è popolata Caorle nell'ultimo decennio non valgano un decimo del Casone Grottolo. Sono anni che veniamo a Caorle, dove vediamo un costante innalzamento dei prezzi dei ristoranti a fronte di una qualità che diventa sempre più discutibile. La fame di guadagno ha colpito anche qui. Il Casone Grottolo è un'eccezione. Non ti regalano niente, per carità, ed è giusto così, ma l'accoglienza, la location e la qualità dei cibi vale...
Read moreLeider wurden wir enttäuscht. Bin extra, durch die Erfahrungen anderer vorgewarnt, am Samstag morgen hingefahren, um einen Tisch für abends zu reservieren. Laut Bedienung war der Samstagabend leider schon ausgebucht. Wir könnten aber gerne zum Lunch kommen, ob sie uns einen Tisch reservieren sollte? Ja, natürlich gerne, aber dann erst morgen am Sonntag (wäre zu kurzfristig gewesen, innerhalb von ein / zwei Stunden). Haben alles verabredet, Tisch für zwei am Sonntag um 12:00h auf der Barke (Schiff), haben auch extra noch einmal die Telefonnummern ausgetauscht, falls etwas dazwischen kommt. Am Sonntag um zwölf standen wir vor einem verschlossenen Tor, geschlossene Gesellschaft. Konnten auf uns aufmerksam machen, die Bedienung behauptete wir hätten Samstag abgemacht. Kein Wort der Entschuldigung oder des Bedauerns oder dass es vielleicht ein Missverständnis war. Auf dem Rückweg trafen wir eine Reihe anderer Gäste, die ebenfalls auf der Suche nach einer Möglichkeit für ein schönes Mittagessen waren, sie standen auch vor der verschlossenen Tür.... Man kann mal Fehler machen, zum Beispiel vergessen, dass man eine geschlossene Gesellschaft hat, dann sollte man aber auch Größe zeigen oder...
Read more