Il Pepe Nero di Capodimonte è un gioiello affacciato sul lago dove ogni dettaglio racconta cura, eleganza e passione per la buona cucina. La location è semplicemente impareggiabile: grandi vetrate si aprono sulle acque tranquille, mentre gli arredi – un perfetto connubio fra minimalismo contemporaneo e richiami rustici – creano un’atmosfera raffinata e al tempo stesso accogliente. Varcare la soglia del Pepe Nero significa affidarsi a un’esperienza gastronomica di alto livello. Qui la ricerca sul prodotto è evidente in ogni piatto: lo chef fonde sapientemente i migliori ingredienti del territorio con tecniche moderne, valorizzando ogni sapore senza mai eccedere. La presentazione affidata al personale di sala è curata e stimolante: descrizioni precise, suggestioni sul bilanciamento degli aromi e piccoli consigli sull’abbinamento rendono ogni portata un momento di scoperta. L’offerta enologica è ampia e variegata, con etichette locali e internazionali selezionate per esaltare profumi e consistenze. Noi abbiamo scelto la formula “Il viaggio del gusto” (50 €), un menù degustazione flessibile con quattro portate a scelta dalla carta, in cui abbiamo incluso "Catalana di polpo", un antipasto fresco e lievemente agrumato dove la morbidezza del polpo sposa perfettamente note di sedano e agrumi risvegliando il palato con equilibrio; come primo piatto "Assoluto di Gambero", un vero capolavoro dalla consistenza vellutata, sapore concentrato e un tocco di acidità che ne esalta la naturale dolcezza: di secondo "Pescato alla brace", nel nostro caso un ombrina, semplice nella concezione ma impeccabile nell’esecuzione con la brace che avvolge il pesce con una lieve affumicatura, conservandone succosità e freschezza; per finire "Terra di Tuscia", un dessert incredibilmente sorprendente che omaggia tutti i profumi della regione, dalla nocciola ai funghi, dall'olio di oliva al finocchio. Ogni portata è un piccolo viaggio: i prodotti sono freschissimi, le cotture perfette e gli equilibri fra consistenze e sapori raggiungono un’intesa rara. La tecnica in cucina è di livello stellare, capace di far emergere sfumature diverse nello stesso ingrediente. Lo staff, poi, completa il quadro con eleganza e discrezione: tempi di servizio calibrati, spiegazioni puntuali e sempre un sorriso pronto. A mio avviso il Pepe Nero meriterebbe a pieno titolo una menzione nella Guida Michelin: è un luogo dove tradizione locale e creatività contemporanea convivono in armonia, regalando un’esperienza culinaria di classe. Se cercate alta cucina in riva al lago, il Pepe Nero saprà regalarvi emozioni autentiche e...
Read moreSpinti da una positivissima esperienza avvenuta circa due mesi fa ci rechiamo ieri sera nuovamente in questo ristorante. La location é molto bella e suggestiva affacciata sul lago, il cibo é buono e ricercato. Però c' é un pero'! Purtroppo ieri le cose non sono andate cosí bene. Ci sediamo intorno alle 21:00 e solo per ricevere i menù cartacei sono passati 40 minuti. L' ordinazione dei piatti é avvenuta 50 minuti dopo il nostro arrivo (intollerabile aver dovuto aspettare quasi un' ora per ordinare!). Eravamo in 5 commensali tra cui una donna in gravidanza. É stato esposto al cameriere l' esigenza di non avere verdure crude chiedendo se fosse possibile eliminare dai ravioli del plin un ingrediente ovvero il tartufo. Il cameriere ci risponde semplicemente che non era possibile e che il tartufo era un componente importante nel piatto. La nostra richiesta é stata effettuata per un motivo concreto e non per un capriccio e non sono stati capaci neanche di trovare una soluzione. Ci hanno liquidato con un secco no e la donna in questione ha praticamente mangiato un trancio di Melanzana alla parmigiana e UNA patata al forno. Capiamo perfettamente la vostra filosofia, che ogni piatto ed ingrediente é studiato in modo meticoloso per creare un' esperienza. Ma la nostra era una richiesta dettata da una condizione di salute. Il saper fare arte ,perché di questo parliamo, significa anche uscire (solo in casi di necessità come il nostro) dai propri schemi e visioni, significa creare e inventare ( questa é l' essenza dell' arte) senza trincerarsi dietro un deciso No, perché in questo caso tutto diventa omologato e standardizzato. Come dice il detto: "o mangi la minestra o salti dalla finestra". Da un ristorante ricercato ci saremmo aspettati un trattamento diverso. Non c' era mai successo in passate esperienze in ristoranti di livello una tale mancanza di attenzione e sopratutto il non proporre una soluzione a una richiesta lasciando la commensale in questione quasi digiuna. In tutto ciò é stato "esilarante" l' episodio del pane. Arrivati gli antipasti abbiamo richiesto per ben 2 volte il pane che é arrivato dopo 20 minuti ad antipasti conclusi. A fine cena abbiamo esposto il nostro malcontento al cameriere in cassa e ci ha risposto che dovevamo dire prima che la donna aveva delle esigenze particolari, il proprietario dal canto suo si é defilato senza dire una parola. Consiglierei al proprietario di non ignorare i commensali che espongono una criticità. Purtroppo non...
Read moreGentile ristoratore, Mi trovo, mio malgrado, a fare seguito alla recensione negativa già pubblicata dalla mia commensale per la nostra cena in data 26/07/25, poiché nella vostra risposta ho riscontrato inesattezze che desidero chiarire.
La nostra prenotazione era fissata per le ore 21:00. Siamo arrivati al ristorante alle 21:05, come dimostrato dai servizi connessi della mia auto (spenta nel vostro parcheggio a quell’ora, di cui vi allego immagine) e da una foto scattata al tavolo alle 21:10 (metto anche questa immagine per trasparenza). Anche ammesso, per ipotesi, l’orario da voi indicato di 21:25 – che non corrisponde al vero – i menù sono comunque arrivati solo dopo circa 40 minuti e due richieste.
Fin dall’inizio abbiamo comunicato la necessità per la signora di non mangiare cibi o verdure crude, informazione data sia al cameriere che al vostro giovane maître. Non abbiamo ritenuto necessario specificare subito la gravidanza, poiché la motivazione era già evidente dalla richiesta. In fase di ordinazione, ad esempio, abbiamo chiesto se fosse possibile servire i ravioli del plin senza tartufo fresco (non cotto), ma ci è stato risposto che il piatto era “immodificabile”. Lo stesso discorso è valso per altre portate, al punto che la commensale ha potuto ordinare soltanto una patata arrosto.
Durante la serata i camerieri ci hanno chiesto come procedesse la cena; abbiamo risposto “tutto bene” per non rovinare ulteriormente l’atmosfera di una cena tra amici già compromessa (tra l’altro con una persona venuta da Roma proprio per provarvi). Abbiamo espresso il nostro disappunto al momento del conto. Il proprietario, però, ha salutato altri ospiti ignorando chi stava esponendo una criticità, trasmettendo la sensazione di una distinzione tra clienti di serie A e clienti di serie B.
Conosco e stimo lo chef, che quella sera non ha avuto modo di confrontarsi con noi, avendo già provato la sua cucina in passato, sia direttamente che in contesti da lui seguiti come consulente. Per lavoro e diletto frequento ristoranti di alto livello, anche stellati, dove non ho mai trovato questa rigidità: al contrario, in quei contesti la cura del cliente diventa una vera e propria ossessione.
Spero questa esperienza vi possa essere davvero utile per crescere, senza però contro-attaccare la parte lesa con inesattezze, perché ciò non farebbe che peggiorare ulteriormente la vostra...
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