Io e mia moglie, attratti dal passaparola e da quanto visto sul web, abbiamo deciso di provare per la prima volta questo ristorante. Situato in una zona tranquilla di Gallarate, parcheggio facile in strada, la location colpisce subito, una bella villa dove suonare il campanello per accedere al ristorante: ci apre Andrea, il proprietario insieme a sua moglie Lara (la Chef). Pochi coperti, arredamento decisamente di gusto, tavoli particolari e originali. Optiamo per il percorso degustazione da 7 portate con abbinamento di 7 calici. Andrea ci guida nella serata con savoir faire, svolge il ruolo di maitre e di sommelier e ci colpisce subito l'amore con cui esalta in ogni piatto le doti di sua moglie in cucina. A proposito dei vini, la cantina è ben fornita con etichette molto interessanti, e da appassionato conoscitore dell'argomento devo dire che siamo rimasti decisamente soddisfatti dagli abbinamenti proposti da Andrea, tutti azzeccatissimi. Passiamo al cibo: i panificati proposti in apertura sono senza dubbio i più buoni che abbiamo mai mangiato, scopriremo poi che la Chef Lara viene da una famiglia di fornai e questa provenienza si sente tutta. Il menu si snoda tra le radici siciliane della Chef e forti influenze spagnole e orientali, l'equilibrio dei piatti è sempre curato con precisione e l'umami la fa da padrone. Le tecniche di cottura usate sono molteplici ma non diventano le protagoniste dei piatti, le materie prime sono scelte e trattate con cura e attenzione. Andrea ci pone la scelta tra il finire la cena con un dolce o col carrello dei formaggi: optiamo per quest'ultimo e troviamo delle vere chicche, si coglie anche qui la ricerca per proporre ai clienti qualcosa di speciale. A fine serata abbiamo il piacere di scambiare due chiacchiere con la Chef Lara e si dimostra una persona speciale come i suoi piatti. Il prezzo è commisurato al posto, alle materie prime, alla bravura della Chef e alla cura di ogni dettaglio. La cucina non ha nulla da invidiare ad altri ristoranti che abbiamo provato e che hanno poi preso la stella. Scoperta stupenda, torneremo senza...
Read moreRistorante Wood, situato all’interno di una villa liberty arredata con stile minimal sulle sfumature del bianco e del nero, porta a Gallarate (VA) la cucina mediterranea.
Una coppia affiatata, Lara in cucina e Andrea in sala, hanno instaurato un rapporto intenso col territorio seppur l’identità sia chiara fin dall’inizio: si fanno sentire le radici siciliane (isole Eolie per la precisione) e l’amore per la penisola iberica di Lara. Lei è molto determinata, ha una forte personalità che si riflette nei piatti.
Ecco, infatti, che si viene accolti da un amuse bouche di finto pomodoro ripieno di pane cunzato e una fogliolina di origano cubano. Acido e balsamico! Il mare lo si assapora all’interno dello spaghetto cozze e aneto. Qui l’entusiasmo si stabilizza e prosegue dritto verso il secondo per raggiungere picchi di memorabile bontà. La croba arrosto: un pesce dalla polpa soda ed umida, dal sapore dolce e delicato avvolto in una salsa chardonnay all’aneto il cui unico difetto è volerne sempre di più. Le melanzane in tempura conferiscono croccantezza e grassezza al piatto. Da urlo! 😱 Immancabile il passaggio sui formaggi “dal mondo” (non visibili nel reel): Parmigiano 36 mesi, podolico, robiola d’alpeggio 30 mesi 3 latti da Tortona, raclette con senape per raggiungere livelli di amarezza altissimi e Cabrales spagnolo. Il dolce è un vero peccato di gola: una tartelletta, composta di fichi d’india, namelaka al cioccolato bianco, arancia e cannella.
La sala è perfettamente governata da Andrea. Con eleganza e garbo trasporta e racconta questo viaggio attraverso i sapori di terre lontane per usi e tradizioni dalla sua Mantova. Il modo in cui riesce ad entrare in simbiosi con la clientela è un esempio di garbo e raffinatezza, che mi sento di definire come i tratti distintivi di questo ristorante di cui...
Read moreIncuriositi dalle recensioni gagliarde reperibili su TripAdvisor, ci siamo spinti verso il Wood, locale web mooolto carino situato lontano dal centro di Gallarate. Ingresso con campanello. Bella abitudine del proprietario che ti accoglie (+1). Locale piccolo ma effettivamente grazioso e, guarda un po', tutto di legno come suggerisce il nome (+ 0,5, perché nonostante sia bello fa un po' ambientazione Ikea). Il menù è decisamente votato al pesce, tradendo le origini siciliane della cuoca, e molto interessante, ben scritto. Lista dei vini minuta ma con i buoni standard. Come si mangia? Oddio, bene. Bene, ma. Tutto ha un ma. L'antipasto di capesante e prosciutto è promettente ma i due timidi accenni d'asparago sembrano più dei becchini, mentre il prosciutto crudo, scottato, credo sia una delle punizioni divine più convincenti, ed il vero defunto del piatto. Se madre natura lo produce crudo (nota: CRUDO) perchè lo cuocete? La rivisitazione della catalana, buona. Buona, ma perchè non la metti nella ciotola e abbondi di cipolla; e questo polipo, cotto molto bene, ma cosa ci fa in una catalana. Rivisitazione ok, ma ci sono dei canoni. Secondi buoni "ma" anche loro. Solo tre cose non sono "ma" e sanno invece di convinzione: la tarte tatin meno tatin ma più buona che abbia mai mangiato, l'allegra cortesia e gentilezza dei proprietari ed il conto, un 15% più alto di quello che dovrebbe. Io comunque ci credo e ci tornerò, "ma" con calma. Darò prima il tempo ai due ragazzi di farsi un po'...
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