Finalmente ho avuto occasione di provare la nuova sede di Latina del celebre franchising “Da Michele”, approdato anche nella nostra città. La prenotazione, effettuata comodamente tramite il link disponibile sul profilo Facebook del locale, è stata semplice ed efficiente.
A Latina, fino a oggi, abbiamo conosciuto prevalentemente la pizza napoletana “contemporanea”, quella dai cornicioni alti e ariosi. L’arrivo della celebre “rot e carrett”, più sottile, larga e storicamente fedele alla tradizione partenopea, è quindi una novità assoluta per molti — ed è un bene che inizi a farsi conoscere anche qui.
Servizio ottimo, davvero impeccabile. Dall’accoglienza fino al servizio in sala, lo staff si distingue per cordialità, gentilezza e attenzione al cliente. Giovani professionisti sorridenti e ben preparati, che rendono l’esperienza piacevole sin dal primo momento.
Menu ampio e variegato, con proposte in grado di accontentare gusti diversi, dai puristi della margherita a chi ama le varianti più ricche. Una differenza significativa rispetto alla sede storica di Napoli, dove la scelta è più limitata. Forse meno "filosofico", ma sicuramente più accessibile.
Locale moderno, luminoso, curato. Non è immediato associare l’ambiente a quello della storica sede di Napoli, se non per alcune foto d’epoca alle pareti. Ma l’identità del marchio è comunque ben riconoscibile, anche in questa veste più contemporanea.
Pizza – senza voto, ma con considerazioni Qui, purtroppo, l’esperienza è stata meno convincente. Avendo provato più volte la pizza di Michele sia a Napoli che nella sede di Roma, non ho ritrovato in quella servita a Latina la stessa scioglievolezza dell’impasto: mancava quel caratteristico equilibrio tra morbidezza e struttura. Anche la mozzarella mi è parsa diversa: più anonima, meno consistente al morso. In particolare, mi è mancata quella piacevole cremosità che altrove ho sempre riscontrato. Segnalo inoltre l’assenza dell’olio sulla mia pizza (che, seppur di semi, fa parte dell’identità gustativa della loro margherita) — e in questo caso, la mancanza si avvertiva. La cottura, infine, non è stata uniforme: la mia pizza era leggermente indietro, mentre quella di mio figlio era perfetta. Forse il forno, essendo già tardi (intorno alle 22), non era più al pieno della sua potenza.
In definitiva, la pizza era buona, ma non riconoscibile come “quella di Michele”, se non per la forma e le dimensioni. Per gusto e ingredienti, l’esperienza è stata diversa da ciò che il marchio rappresenta altrove.
Prezzi, questo è forse l’aspetto più delicato. 9,50 € per una margherita, a cui si aggiungono 2 € di coperto, iniziano a essere difficili da giustificare — soprattutto considerando la prossimità geografica a Napoli, dove molte pizzerie locali si riforniscono direttamente “dal Sud” senza far lievitare così i costi. 10 € per una porzione di parmigiana, e 4 € per una frittatina di pasta, sono prezzi che rischiano di essere percepiti come eccessivi nel lungo periodo, passata l’euforia dell’apertura.
La nuova sede di “Da Michele” a Latina ha sicuramente il merito di portare un pezzo di autentica Napoli in città. Il servizio è eccellente, il locale piacevole, e il menu ben strutturato. Tuttavia, sul piano della pizza — che è il cuore dell’esperienza — c’è ancora qualcosa da rivedere, in particolare nella fedeltà alla ricetta originale e nella qualità percepita degli ingredienti. Anche la politica dei prezzi, per il contesto, potrebbe richiedere un ripensamento.
Mi auguro che con il tempo si riesca a consolidare non solo il nome, ma anche la riconoscibilità del prodotto, in linea con le aspettative di chi conosce e ama la storica...
Read moreAMBIENTE: L’Antica Pizzeria da Michele a Latina è situata in Via Don Luigi Sturzo,31. Giorni fa ho deciso di andare a provare questa pizzeria che ha aperto da poco tempo a Latina. Una volta arrivato, mi è subito balzata allo sguardo l’insegna luminosa con su scritto il nome del locale, la pizzeria, infatti, è sitata in un punto strategico e ben visibile, attirando lo sguardo dei passanti. Appena entrato sono stato accolto calorosamente da diversi camerieri, facendomi subito sentire a mio agio. Uno dei camerieri mi ha subito condotto in sala ove, una volta arrivato, ho notato la cura nell’arredo. La sala, infatti, era ampia e ben strutturata, i posti a sedere erano costituiti da spaziosi divanetti di colore azzurro e da sedie girevoli (molto comode) del medesimo colore. Il logo del locale era molto presente in diversi punti del ristorante: sui fazzoletti, sulle bevande e, ovviamente anche sull’insegna. Questo elemento fa notare una cura e una passione per il mestiere e per la storia della stessa pizzeria, per questo motivo, durante la mia esperienza in quel luogo, ho respirato una piacevole aria di cultura e di tradizione. ESPEREINZA: Dopo aver letto attentamente il menù (visionabile sia su un menù cartaceo che online dopo aver scannerizzato il QR Code), ho ordinato come antipasto una frittatina di pasta alla carbonara. Quando mi è stata portata, ho notato la cura nell’impiattamento e nel dettaglio. La frittatina di pasta, infatti, era adagiata su un piatto di forma triangolare, guarnito colorato con del pomodoro ed era ricoperta da una crema al pecorino; i pezzi di guanciale croccante erano posizionati sulla stessa crema. All’interno della frittatina la setosa “Carbocrema” è lentamente scivolata dal suo involucro croccante, seguita da ulteriori pezzi di guanciale. All’assaggio si sperimenta una vera e propria esplosione di gusto che tuttavia non anestetizza il palato, ma lo risveglia e lo stimola. Come secondo antipasto ho ordinato un Don Luigi, ovvero dei nodini fritti con salsa di pomodoro e stracciatella di bufala. I nodini sono di media grandezza, dalla forma simile a quella di un croissant. Il piatto è poi guarnito di due ciotoline, una contenente la salsa di pomodoro e l’altra la stracciatella. La cosa che mi ha piacevolmente colpito è stata quella di dovermi condire da solo il nodino, inserendo a mio piacimento il contenuto delle due ciotoline. Come pizza ho ordinato un calzone al forno ripieno di: ciccioli, salame Napoli, fiordilatte, ricotta di bufala, pepe e pecorino. Una volta portatomi il calzone (di grandi dimensioni) ho notato come il rosso del pomodoro e la mozzarella colorassero incredibilmente il calzone, donandogli un appetitoso rivestimento. Il calzone era gustoso, ben riempito e ben cotto. L’impasto l’ho trovato leggero e ben digeribile. In seguito ho ordinato delle patatine fritte, che mi sono state portate direttamente nel cestello (una scelta originale e molto apprezzata). Le patatine erano croccanti fuori, morbide all’interno e salate al punto giusto. Come dolce ho preso una delizia al limone che ho trovato gustosa e cremosa. Il sapore del limone mi ha ripulito e sgrassato la bocca. La morbidezza dello stesso dolce donava al dessert una piacevole consistenza. Durante il servizio il personale è stato gentile, cortese e ben disponibile. Conto: Il conto l’ho trovato in linea con il servizio e con il...
Read moreSono stato a pranzo presso la Pizzeria Michele di Latina incuriosito dal fatto di conoscere già bene la catena, in particolare il locale di Bologna, dove ho sempre avuto esperienze più che positive. Per questo motivo avevo aspettative alte che, purtroppo, in questa occasione non sono state soddisfatte.
Il locale si presenta molto curato, con un’atmosfera piacevole e rilassante, accompagnata da musica soft jazz di sottofondo. Un dettaglio forse un po’ fuori tema rispetto all’anima napoletana del brand, ma che personalmente ho apprezzato. Il personale è stato gentile e, cosa rara, sinceramente interessato a comprendere le mie osservazioni, con cui abbiamo avuto un confronto costruttivo.
La cucina, tuttavia, lascia ampio margine di miglioramento. I fritti (frittata di pasta e crocchè) avevano una panatura estremamente spessa e dura, che copriva del tutto il sapore dell’interno, rendendo il boccone pesante e poco gradevole. In particolare, la frittata di pasta non ricordava affatto quella napoletana, che dovrebbe avere un equilibrio tra croccantezza esterna e morbidezza interna. Inoltre, si trattava di un prodotto surgelato realizzato da un fornitore esterno, scelta che penalizza l’originalità e l’identità della cucina.
Il primo piatto del giorno, pur indicato in menù, non era disponibile. Il personale ha spiegato che, essendo un’apertura recente, non era ancora stato deciso cosa proporre. Una spiegazione comprensibile, ma lascia comunque perplessi: anche una proposta semplice (es. pasta pomodoro e basilico) e ben eseguita sarebbe stata sufficiente per valorizzare l’offerta e dare un segnale di attenzione al cliente..
La pizza, purtroppo, non ha lasciato il segno. L’impasto è risultato onesto, ma la cottura presentava diverse bruciature, soprattutto sul fondo e lungo la circonferenza, con un’evidente asimmetria tra le due metà. Il risultato è stato più simile a una pizza romana che a una vera napoletana.
In definitiva, credo che si tratti di un locale ancora in fase di rodaggio, e spero che nel tempo possa avvicinarsi maggiormente agli standard qualitativi degli altri punti vendita della catena.
Tornerò? Forse sì, ma non nell’immediato. Preferirei aspettare qualche mese e dare fiducia a una possibile evoluzione.
Con un nome così importante alle spalle, è lecito...
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