Uno spettacolo di cena, questa è l’essenza della serata passata al Tanishka, ristorante cingalese situato a fianco di CARGO in zona Crescenzago Un viaggio nei sapori, profumi, ingredienti e preparazioni che lo chef Milan Tanishka fa fare ai suoi ospiti. Io e la mia famiglia abbiamo davvero apprezzato pienamente tutta l’esperienza a 360° gradi. Dalla location, elegante, raffinata, ma non affettata e che decisamente mette a proprio agio; alla mis en place con tavole molto spaziose dove io e la mia famiglia abbiamo potuto godere comodamente di questa serata; fino ovviamente alla parte enogastronomica. Sì anche l’offerta dei vini ha decisamente una marcia in più: marcia in più garantita dalla sapiente mano di Fabio Scarpitti che fornisce il locale e dal raffinato gusto della maitre di sala che ci ha guidato in modo magistrale tra le varie proposte del menù rispondendo a tutte le nostre curiosità e consigliandoci per il meglio. Il menù è ovviamente il vero protagonista e si basa su una cucina di netta impronta cingalese, ma con sconfinamenti nel nostro belpaese dove alcuni ingredienti diventano degni accompagnatori dei piatti asiatici. Io, la mia compagna e i miei due figli ci siamo sbizzarriti scegliendo 2 antipasti a testa ed un piatto principale. Ho potuto gustare in particolare il Bitthara: Polpette di pesce, cuore d'uovo e spezie impanate e servite con anans saltata agropiccante che ho trovato deliziose e gustosissime, molto ben preparate e di un’armonia nei sapori unica. Eccellenti anche i Mas Roti, dei triangolini ripieni di manzo speziato che ho trovato perfetti abbinati ad una salsa piccante di jalapeno e limeche ci hanno servito a parte. Ottimo anche i Banis: una sorta di fagottini morbidi ripieni di macinato di maiale serviti con cipolla di Tropea caramellata agropiccante. Come piatto principale mi sono gustato un fantastico Batmule: preparazione a base di Riso basmati aromatizzato alla curcuma, rampe, cannella, cardamomo verde servito con spezzatino piccante di gamberi al cocco, anacardi saltati, curry di jackfruit melanzane moju, manioca al cocco, ortaggi di stagione, friggitelli e papaya verde in acciaru e papadan. La complessita delle preparazioni, si va dal soffiato al fritto al fermentato, i contrasti dei sapori e il gioco delle consistenze era perfetto. La chiave di questo piatto è sicuramente l’equilibrio e sembra strano dirlo, ma un piatto così spinto ha come elemento sublimante l’eleganza. Questa eleganza è un leit motiv di tutta la proposta dello chef che ho potuto apprezzare durante la serata. Anche i miei figli, buone forchette, hanno promosso appieno il ristorante che ci vedrà sicuramente ancora ospiti per completare il nostro viaggio in questa fantastica cucina. Chiudo dicendo che la serata è stata accompagnata da un fantastico Francangelo di Punta Aria 2022, una Malvasia di Vulcano in purezza che letteralmente ti...
Read moreNon è la prima volta che io e la mia fidanzata andiamo in questo ristorante. La qualità del cibo? Discreta, niente di memorabile; comodo il grande parcheggio in cui è situato il locale. Il servizio, però, è sempre stato poco simpatico e vagamente giudicante. Sabato sera, in compagnia di amici e dei loro figli (4 anni e 4 mesi), abbiamo finalmente raggiunto il gran finale: il teatro dell’assurdo. Non mi soffermerò sul conto, che era piuttosto salato, ma di certo mi aspettavo che alla cifra corrispondesse un minimo di disponibilità e cordialità. Trovare una soluzione per far mangiare un bambino di 4 anni spetta allo staff, non ai genitori. La caposala ci ha espressamente detto che non ci avrebbero fatto del riso in bianco, e per rincarare la dose, ci ha detto che è colpa nostra se il bambino non mangia piccante, perché tutti gli altri lo fanno. Un membro dello staff ci ha poi sottolineato che noi due "dovevamo sapere" che NON è UN RISTORANTE PER BAMBINI. Totalmente spiazzante.
Ed è stato inevitabile che, a fine serata, i toni si siano alzati dopo che il figlio dei miei amici è rimasto senza cena. È comprensibile che un genitore si arrabbi ed alzi la voce. Ora si stanno rivolgendo a noi come a un gruppo di barbari, un'orda volgare e aggressiva, dei mostri che hanno invaso i loro confini. Noi, le 4 volpi che minacciano un intero pollaio (che a quell'ora passava il tempo a bere dei bianchi dietro il bancone, mantenendo sempre uno sguardo fisso e scandalizzato sulle nostre povere figure). Dei pericolosi criminali che spingono una carrozzina, invitati ad uscire dalla sicurezza. Hanno cercato di dipingere un quadro che, ahimè, ha poco a che fare con la realtà. Un ultimo consiglio: non intrattenetevi troppo con la titolare dai capelli albini, potrebbe inventarsi che siete dei narcotrafficanti piuttosto che chiedere allo chef un riso bianco...
Read moreAppena varcata la soglia mi sono ritrovata subito nel mirino della titolare. Nemmeno un benvenuto o un sorriso. Il motivo? Non aver specificato al telefono che al tavolo ci sarebbe stato un bambino di 4 anni figlio di amici. Perché è vietato portare i bambini a quanto ci fanno intendere. L'accoglienza sgarbata ha immediatamente dato il tono a quella che si sarebbe rivelata una serata davvero memorabile – ma non nel senso positivo del termine. Il servizio, è stato reso ancora più spiacevole dalla presenza della titolare, che si aggirava per il locale con un’aria di superiorità tale da far dimenticare che, in fin dei conti, ci trovavamo in un parcheggio di periferia. Ma evidentemente è il contesto ideale per atteggiarsi a maître di un ristorante stellato. Il cibo? Prezzi alti. Per fare un confronto, ho pagato meno in ristoranti che figurano nella guida Michelin. La costante sensazione di non essere graditi hanno reso l’esperienza gastronomica del tutto irrilevante. Alla fine, chi ha voglia di apprezzare un piatto, anche se fosse eccezionale, quando ti senti trattato con sufficienza? Una serata da dimenticare – o meglio, da raccontare, ma solo per evitare agli altri la stessa delusione. E un consiglio: se avete amici con bambini (una vera sciagura per loro), evitate questo posto.Dopo aver passato minuti a rivedere il menù per non disturbare, alla fine abbiamo dovuto trovare noi una soluzione: un semplice riso in bianco. Ma, naturalmente, è intervenuta la super titolare, che ci ha fatto capire che la colpa era nostra per aver portato un bambino in questo tempio della gastronomia. In conclusione: nessun riso in bianco e nessuna altra proposta per venirci incontro. Ah e non azzardatevi a dire che il limoncello è un amaro perché l’umiliazione è...
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