We dined at Ristorante Tilia last week and the experience was life changing. By far, one of the best meals and dinning experiences that we’ve had. The atmosphere is cozy, only 5 tables in the entire restaurant. Definitely make a reservation in advance if you’re planning to dine here.
We went with the 5 course surprise menu and wine pairing and I recommend going this route to get the full experience.
I notified the restaurant of my gluten allergy when making the reservation and was extremely impressed with how well I was taken care of. The hostess and server was knowledgeable of my request and the restaurant took my allergy seriously. Modifications were made to my 5 courses as needed to accommodate my dietary restriction and the final product was exquisite— just as good as my partner’s non-gluten free option!
The restaurant has an amazing wine selection and we ended up purchasing a few bottles to take back to America.
Overall, the experience was amazing and I couldn’t recommend this restaurant enough. This meal was the highlight of our trip and we plan to come back to the Dolomites just...
Read morePiccolo ristorante con soli 4 tavoli. Location interessante, si trova all’interno del parco di una dimora storica, adesso divenuto hotel e ostello. In se il ristorante è un cubo di vetro con attorno un piccolo giardino, ricorda una serra. Piacevole. Arriviamo al ristorante in perfetto orario, ma la titolare/somelier/metre etc etc è impegnata a servire un tavolo, il ragazzo che fa da cameriere ci guarda ma non è autorizzato ad accoglierci…quindi aspettiamo li impalati 10 min!
Finalmente, siamo stati condotti a un grande tavolo rotondo, adornato da una statuetta che richiama alla mente le opere di Botero, e dotato di una mise en place minimalista e di classe. Un doveroso accenno va alle poltrone, che, pur ampiamente comode, inducevano a una postura più da divano che da tavola, oltre a provocare una fatidiosa sudorazione alle gambe.
Abbiamo optato per la degustazione più lunga, composta da cinque portate con vino abbinato. Si inizia con un amuse-bouche, seguito da un’eccellente chenelle di ricotta, olio e crema di verdure. Tra i piatti principali, una spuma di formaggio con orzo e tartufo, un gambero siciliano con caviale e tarassaco—il piatto di punta della serata, con un abbinamento di vino impeccabile—un alibut con carciofi grigliati, delicato ma anonimo, e infine una terrina di pollo con un misero contorno di verdure. L’ultimo piatto è stato un gelato di mascarpone”?”con barbabietola e lamponi, buono ma privo di particolari meriti.
Essendoci stato fatto notare che avevamo terminato la degustazione di vino—non una goccia in più dei cinque calici previsti, qui si rispettano le regole!—ho scelto di abbinare una sorta di sidro di mele invecchiato suggerito dalla sommelier. Lasciato lì accanto al dolce quasi intonso. A seguire, una piccola pasticceria e una carrellata di zuccheri dal mondo, molto interessanti, ma il caffè lo preferisco amaro .
Conclusione: Questo ristorante stellato si distingue solo per il suo prezzo: 550 euro per una cena che ne valeva la metà. Siamo arrivati al nostro ventesimo ristorante stellato, e qui sperimentiamo quella tipica sensazione di una stella poco meritata e di una serata con un menù sottotono. I piatti erano presentati con molta cura, lo chef è venuto al tavolo due volte, portando i piatti ed elencando gli ingredienti per poi fuggire via con sollecitudine. Anche la presentazione dei vini ci è sembrata affrettata e poco raffinata. Se spendo €190 di degustazione, voglio essere coinvolto ed edotto….non puoi farmi vedere l’etichetta e amen! Sebbene i piatti fossero ben presentati…. con materie prime di qualità, avrei preferito assaggiare di più del territorio (gambero di Sicilia, alibut e pollo non sono propriamente autoctoni). La cena è stata buona, ma non all’altezza di una...
Read moreFine dining in the Dolomites. Splendida location nel centro di Dobbiaco nelle adiacenze della struttura dell'ex Grand Hotel. Piccolo complesso architettonico di fascino e design moderno, declinato in un cubo di vetro con visuale praticamente a 360 gradi. Quattro tavoli, gestiti con cura, passione e dedizione all'ospite. Servizio attento e presente, ma mai invadente. All'ingresso del locale e nella testata del menù, precise indicazioni/richieste sul non-uso degli smartphone per foto, video e telefonate in tutti gli ambienti. Il tutto come parte di una filosofia di rispetto tra commensali e di creazione di un clima di convivialità elegante e soffice, pur non ingessata. Menù che varia con frequenza molto serrata, in base alla creatività dello chef. Materie prime con scelta di elezione sul km0 e i prodotti locali, assemblati con mix di sapori, temperature e consistenze sempre bilanciati, non banali, ricercati ma non estremi e ispirati a innescare la consapevolezza costante che la storia gastronomica che ti viene proposta è verace e frutto della mano sapiente dello chef, mai artefatta o con ingredienti posizionati fuor di logica o per mero effetto wow. Carta vini ricchissima di territorio, con grandi nomi e profondità d'annate sulla selezione Alto Adige. Sono ovviamente rappresentati anche i principali terroir internazionali, dalla champagne alla Borgogna, da bordeaux al rodano, dai supertuscany alle Langhe. Qui però la ricerca non è così spinta, né molto trasversale. Ci si trovano ottime bottiglie, ma in generale la scelta è un po' didascalia e non si strizza molto l'occhio alle nuove tendenze di enoproduzione a basso interventismo, condivisa da sempre più vigneron su scala globale. Questo per molti può rappresentare un plus, in quanto ci si muove dentro una comfort zone di tradizione. A mio avviso, un po' di coraggio in più nel dare spazio in carta a piccole realtà produttive che lavorano in chiave più modernista e non interventista, potrebbe far fare quell'ultimo salto di qualità con destinazione eccellenza. Esperienza nel complesso meritevole di essere vissuta, e sicuramente rivissuta. Bel...
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