Valle de Mogán Restaurante — Restaurant in Mogán

We were at this restaurant in May. What I would like to say is it is such a shame that at a great island with a perfect climate to grow lots of fruits, veggies, herbs and greens, Gran Canaria was full of miserable places to eat. I would not expected that to be this HARD to find somewhere to eat in a Spanish local island. Everything was shaped for tourists coming from Nordic countries; fast foods, fried stuff and lots of cheap sauces. SHAME. However, that was a bad culinary experience in Gran Canaria until our last day at this restaurant. I do not only mention their purely innovative menu but also the location was completely spectacular; between the mountain area with a local architectural small village-like restaurant and unusually perfect to break the taboos like eating next to ocean is a perfect idea in this island. For the food, it is the best place that you can eat perfect food in the island. However, I was expecting MORE SEAFOOD varieties in the menu instead of red meat choices, because it is the culinary of the island, as I see. They have great seafood. What I can say is they created an amazing ambiance from the place to the unique plates and foods but it was not actually a...

I‘m really disappointed with what we have encountered at this restaurant. We went here last year and it was incredible. Felt at home, really good food, attentive service. This year? The food was definitely very tasty. Although it was exactly the same menu as one year ago. Also the wine pairing was impeccable. But we asked twice for the steak to be medium rare. The first time it was done. The second time it was rare and they didn’t even put all the ingredients on the plate. We did get a „sorry“, but we didn’t get any compensation. Also the aperitivo that they told us would be included in the price was put extra on the bill. And then we asked them to call a cab. We were waiting there for 20 minutes. Outside, cold, while the staff passed us and left, including the arrogant owner that didn’t even say goodbye while passing us with his roaring car. His colleague, who was last, was super rude to us when we asked if the taxi is coming. He just left us there. Lucky enough the taxi came soon. Will never go here again. That’s not the service you would expect for 150€ per person on...

Ho mangiato tutto, nonostante tutto. Comprendo l’esplorazione, la ricerca, l’invenzione e l’intenzione, ma il viaggio e la scoperta devono avere un fine chiaro, la sorpresa e l’appagamento. In un viaggio che comprende l’arrivo nella valle, in un luogo dalle livree bianche e l’anima campestre, ti aspetti questo, il sogno che viaggia tra i sapori che qualcuno, in cucina, ha studiato per te. Al Valle l’aspetto è di primaria importanza, il percorso del menù degustazione è fatto di attese, che una volta svelate devono portare a un compendio fatto di equilibri che, purtroppo, non no trovato. I piatti si susseguono preparati come le scene di una commedia, che resta incompiuta, piatta e senza sorprese. In poche parole, i sapori non trovano l’armonia, pensati per portarti in un altro luogo, lasciandoti lì dove sei, in preda allo sconcerto. Il servizio è basico, a volte inesatto, come nella richiesta semplice di togliere il Foie dal filetto, risolto in corsa, poco male, se c’è il resto. L’aperitivo al vermut include gusti contrastanti, i profumi non si amalgamano, restano distanti. I blini con il caviale Beluga, hanno una base buona, ma il caviale raschia il palato con un sapore troppo forte, da rivedere. L’ostrica con sfere di frutto della passione, elemento notevole del menù, ti dice di dare fiducia alla cucina, meravigliosa. L’astice generoso dalla polpa morbida, viene purtroppo coperto dalla panna e i funghi, che mascherano e nascondono quello che di buono prometteva, peccato. (Ho mangiato una cosa del genere solo in Cina e mi lasció interdetto anche allora, dieci anni fa.) Il filetto (corretto senza foie d’oca) lascia un sapore dubbio alla carne, cotta al punto giusto ma accompagnata da una salsa assolutamente fuori luogo, acida, amara e pungente. Alla richiesta doppia di cosa fosse, la risposta è stata "riduzione di vino". Ho mangiato carni con riduzione di vino in molte parti del mondo, e nessuna ha mai avuto quel sapore. Nella mia testa, se era vino, c’era dentro del tuno indio, prodotto endemico difficile, soprattutto nei piatti salati. Preparazione terribile, vicino a un filetto dubbio. Piatto da dimenticare. Il menù termina con un dolce al cioccolato e croccante di frutti secchi e fragole, gradevole, guarnito di panna al triple sec, deludente. Le fragole erano decisamente buone. Ora, avrei capito e gradito il triple sec nel cioccolato, nella panna risulta inutile e sbagliato. Di vino, un Godello La Duda che non può sbagliare, e a rinforzo un bicchiere (due) di rosso peninsulare offerto dalla casa. Buono. Ora, in quattro, considerato il menù da 95 euro, più vino, fa 456 euro. Per quella cifra mi aspetto un livello di gusti decisamente diverso, non posso credere che a qualcuno in cucina piacciano. Avrei potuto dirlo? Forse, ma non avrebbe cambiato il fine, se la scelta della cucina è quella, non posso portarla io dove non vuole andare. Esperienza deludente, fatta per palati che non conoscono i sapori, gli equilibri e le chimica in cucina. Non sono un cuoco e come ho detto, ho mangiato (e pagato) quello che mi è stato servito, ma ho mangiato e viaggiato e gustato tanto, per ogni dove, cercavo la sorpresa, ho avuto una delusione. Succede, le scelte portano insegnamenti, l’importante è non...