Nel territorio di Arzachena, a soli 15 km da Porto Cervo, si trova Capriccioli. In dialetto gallurese significa “caprette” e deve il suo nome a una serie di massi granitici levigati dal mare che separano i lembi della spiaggia, dividendola in piccole calette di scogli e sabbia finissima, molto suggestive: la Celvia, il tratto principale con fondali bassi e sabbiosi, presa di mira da turisti e famiglie con bambini, la cala detta “del Pirata”, con un piccolo porticciolo di attracco, e una lingua di terra chiamata “spiaggetta delle Tartarughe”, dove, protette dagli scogli di granito rosa e dalle dune di sabbia e fitti ginepri, si ritrovano ogni anno a nidificare le tartarughe di mare.

Le calette di per sé sono molto belle, ma in alta stagione andarci è un vero incubo: difficilissimo trovare posto nel parcheggio (a pagamento, 7,50€ la giornata), file interminabili all'unico parcometro disponibile e il disagio una volta finalmente arrivati in spiaggia nel constatare che è difficile trovare anche solo un centimetro quadrato dove stendere l'asciugamano, impossibile raggiungere gli scogli o le dune, letteralmente monopolizzate da turisti, pseudo-influencer dell'ultima ora e wannabes abbarbicati alle rocce in cerca del selfie perfetto e ultima (ma non meno fastidiosa) la presenza veramente disturbante e costante di decine e decine di ambulanti chiassosi e insistenti che battono sistematicamente il litorale avanti e indietro con la loro chincaglieria: nel giro di dieci minuti siamo stati letteralmente assediati da cinque di loro quasi contemporaneamente che hanno cercato di venderci di tutto e di più.

Segnalo anche l'inciviltà generale (probabilmente dovuta alla noncuranza del turismo di massa) che regna sovrana: nonostante sia presente un'apposita area fumatori e una zona per il conferimento dei rifiuti differenziati per tutelare il patrimonio naturale e la quiete dei villeggianti, la gran parte dei presenti puntualmente fumava ovunque e gettava mozziconi nella sabbia abbandonando cartacce e residui di cibo, senza calcolare quello che è possibile trovare nelle dune retrostanti la caletta, un vero scempio tra fazzolettini sporchi, incartamenti non meglio precisati e deiezioni umane e canine.. una vergogna!