Una visita in esclusiva per i soci e gli amici del Tci. Ad Apice, visita del castello,recentemente restaurato, del Borgo di Apice vecchia, un museo a cielo aperto, e dei resti di un ponte romano su cui passava la via Appia: il Ponte Rotto. A Calvi visita del palazzo di Federico II di Svevia, probabilmente l’ultima residenza dell’Imperatore nel sud Italia. Apice. Situato nella valle del Calore (19 km ad est di Benevento e 50 m s.l.m.), circondato dai monti Calvano, S. Lucia e Rocchetta, il territorio di Apice è lambito da tre corsi d’acqua, il Calore, il Miscano, l’Ufita e confina con i comuni di S. Giorgio del Sannio e Calvi. L’origine etimologica del nome Apice deriverebbe da apex in riferimento alla collocazione sulla sommità di un colle. Il ponte romano situato nella contrada Morroni, denominato “Ponte Rotto”, e facente parte della via Appia - la regina viarum - testimonia inoltre la centralità dell’insediamento, nella coltura della vite, dell’olivo e degli ortaggi, fin dall’epoca romana. In età medievale Apice apparteneva alla contea di Ariano Irpino e ospitava ben sette castelli (i cui resti sono tra l’altro visibili nelle località Tignano e Fiego) tra cui, il più importante, il Castello dell’Ettore: essendo un punto nevralgico per l’esercizio del potere intorno ad esso si era sviluppato il vero e proprio borgo di Apice, soprattutto nel corso dell’XI sec. La storia del paese, però, è segnata indelebilmente dal terremoto del 21 agosto 1962 quando, in seguito a due scosse del sesto e settimo grado della Scala Mercalli, gli abitanti furono fatti evacuare in un sito ritenuto geologicamente più stabile, sul versante opposto della collina. Il nuovo centro è rimasto parzialmente disabitato finché il violento terremoto del 1980 non ha decretato l’inesorabile inaccessibilità dell’antico borgo, causando il totale trasferimento della popolazione nel nuovo insediamento. Oggi il Comune (che è parte della Comunità Montana del Fortore) conta circa 6.000 abitanti ed ha un’estensione di 49 kmq, presenta una struttura insediativa a case sparse distribuite su ventiquattro contrade. Crocevia tra la Campania e la Puglia e situato al confine con la provincia di Avellino, Apice si attesta come uno dei principali centri del Beneventano. Viceversa, il centro storico di Apice è diventato un museo a cielo aperto che però offre tuttora la possibilità di riconoscere la vita di un tempo e di riscoprire le specificità del patrimonio paesaggistico dell’area, tra cui i numerosi immobili ancora ben onservati. Caratterizzati da una struttura “a conchiglia”, quale esempio dell’architettura rurale medievale in pietra, questi edifici si presentano come gruppi di case a due piani con cortili interni e mantengono un assetto viario orientato al castello: è possibile, inoltre, riconoscere immobili nobiliari del XVIII e XIX secolo e abitazioni dell’inizio del Novecento. In proposito, dal 1980, dopo il totale abbandono di Apice Vecchia, si sono susseguiti numerosi progetti orientati al recupero del centro storico, con il coinvolgimento di attori pubblici. Oltre ai partenariati istituzionali, nel 2012 è stato proposto uno studio di fattibilità volto alla “riqualificazione urbana del Centro Storico”, nel quale erano previsti il ripristino topologico in chiave di sostenibilità architetturale ed energetica tramite un coinvolgimento dell’imprenditoria privata. Nonostante sia ancora per molti aspetti in fieri e sia condizionata da una limitata responsività da parte del tessuto imprenditoriale locale, l’agenda associata al ripristino del borgo è sembrata finalmente decollare nell’ultimo biennio con una risposta positiva alle procedure di aggiudicazione dei due appalti per il rimpiego del Castello e degli immobili adiacenti. Il succitato Castello dell’Ettore, costruito sul punto più alto della collina e dominante la media valle del Calore, disponeva di tre baluardi (oggi ne è visibile soltanto uno) era caratterizzato da ambienti affrescati e da una cappella votiva. In seguito agli interventi strutturali il Castello è stato inaugurato nel...
Read morePer procedere alla recensione sono obbligata a mettere una stella, ma non merita nemmeno quella. Non mi piace recensire negativamente, ma credo che questa volta bisogna essere un po' realisti e avvertire le persone che fanno tanta strada per arrivare fin qui e che si sottopongono a lunghe file al freddo e al gelo (soprattutto per chi ci porta i bimbi). Organizzazione più medioevale del castello... è una lotteria per la benificenza, la maggior parte degli stand espone oggetti scadenti, di manifuttura artigianale mediocre. L'area parcheggio è immensa: è qui che bisogna fare la prima fila per accedere ad un abitacolo dove si acquista il ticket a/r per la navetta al costo di 2€, per poi fare la seconda fila, all'aperto, per salire sul bus. Arrivati ai piedi del castello terza fila per acquistare il biglietto €5, per poi dirigersi verso l'ingresso e fare la quarta fila che è costante fino alla fine del percorso per mancanza di doppi sensi ed elementi direzionali. Il Castello, il paesino fantasma e lo scenario naturalistico sono molto suggestivi, il paese di Apice ha un grande potenziale, mal gestito. Spero che con i soldi che stanno raccimolando investiranno in un'organizzazione migliore e inviteranno ad esporre artisti di livello e proporranno qualche leccornia e qualche prodotto tipico in più e soprattutto vorrei ricreassero un'atmosfera Natalizia e recuperassero gli angoli del castello in maniera meno virtuale, più ricercata e...
Read morePreciso subito che non mi riferisco ai ricevimenti e alla gestione per gli eventi, che senza dubbio la vedo una cosa positiva, dal mio modestissimo punto di vista, per il semplice fatto che contribuisce a tener viva ed agibile una struttura, altrimenti "morta" . Invece, descrivo l'esperienza in base alla mia passione.... il trekking. Mi aspettavo percorsi urbani più fruibili, ma mi rendo conto che le amministrazioni comunali del meridione non sono attenzionate abbastanza da quelle centrali che, per il principio della sussidiarietà, dovrebbero elargire fondi e "lasciar fare" al connubbio pubblico-privato locale, per una riqualificazione sfruttabile anche dal punto di vista lavorativo: un po' di sana "rete" sarebbe la salvezza di questi luoghi portando, perché no, anche ricchezza da turismo. Apice Vecchio è un paese abbandonato dai residenti dopo un devastante terremoto del 1962 ed è rimasto così da allora. Si può visitare la parte autorizzata del paese ed il Castello, che alcuni studiosi fanno risalire al sec. XI, ma è facilmente intuibile che la fortezza dell'Ettore sia stata edificata su rovine osco/sannite, ma non metto bocca perché non ho elementi e competenze specifiche per proseguire le ricerche storiche! Complimenti ai Licciardi per gli eventi di sicura gradevolezza, che riescono a produrre. E complimenti agli imprenditori locali che hanno il coraggio di fare impresa in questi posti fuori dagli itinerari...
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