Difficile commentare qualcosa di meraviglioso che ha quasi 3000 anni, non è un caso che i Romani chiamarono Campania Felix questi luoghi della nostra meravigliosa terra, prima ancora di loro colonizzata dai Greci. C'è qualcosa da aggiungere a commento di uno dei più grandi acquedotti romani nel mondo (rivaleggia solo con quello di Istanbul reso celeberrimo da Dan Brown in Inferno, solo che loro, i turchi, ne hanno fatto luogo di spettacoli musicali al Solstizio d'Estate celebrati da chi ama l'Arte e le antiche vestigia romane ed elleniche nel mondo, noi fino a pochi mesi addietro tenevamo chiuso tale capolavoro) che portava acqua potabile alle navi da guerra della potentissima flotta Romana ancorata nel porto militare di Baia, dalle foci del Serino lungo un percorso di ca 149 km. e che passava tra tante città del Nolano e dei Campi Flegrei fino all'antico Arco Felice (pochissimo distante dalla Piscina Mirabilis)? Credo di no, ma vorrei invece parlarvi della bellissima esperienza che potrete vivere visitando questa meravigliosa 'Cisterna' che quando vi entrerete vi darà l'impressione di trovarvi in una maestosa Cattedrale sotterranea. Se, come me, avrete la grande fortuna di imbattervi in Gino la magnifica guida della meravigliosa Cooperativa che gestisce da pochi mesi tale straordinaria vestigia del passato (prima era un luogo pressocché chiuso, accessibile chiedendo al custode se si poteva visitare...) e che per una manciata di € vi guiderà all'interno di questo luogo magico, vi chiederete, come ho fatto io napoletano verace, perché mai i nostri capolavori li mettiamo così spesso al servizio dell'umanità gratis o quasi mentre in tutti gli altri luoghi in Italia e nel mondo si fanno pagare carissimo perfino l'accesso a luoghi di culto come Chiese e Cattedrali. Bah ardua è la risposta. Non voglio anticiparvi niente, Gino, o sono sicuro anche qualche altro suo collega della cooperativa, saranno assai più bravi di me a parlarvi del perché delle straordinarie cromìe che testimoniano l' incedere dei secoli e le imperizie (si poteva mai dubitarne?) delle Conservatorie dei Beni Archeologici moderne. Ne cito una a caso altrimenti ci vorrebbero pagine per descrivere tutto. Le grate, sovrastanti le navate (le bocche da cui i Romani attingevano con carrucole di 1 ruota orizzontale ed una verticale anziché moderne e sofisticate pompe idrauliche bisognose di costose manutenzioni e dalla vita alquanto breve, misurabile al massimo in anni non certo in secoli) sono appunto...grate...forate!!! Non coperte da vetri che avrebbero impedito alle acque piovane penetrate all'interno, di determinare le muffe e gli scrostamenti dei sofisticati intonaci posti dai Romani a protezione della muratura in tufo o della Pozzolana utilizzata per colonne e mura perimetrali. Gino vi spiegherà nei dettagli come solo un appassionato che ci mette il cuore nel proprio lavoro, sà fare, come la perfetta simmetria tra superficie edificata e superficie libera, abbia consentito la conservazione nei secoli di questa straordinaria 'vasca' di acqua, repetita iuvant, POTABILE!!!! Vi spiegherà anche perché quasi tremila anni fa le basi delle colonne fossero non ad angolo retto bensì seguendo una curva per facilitarne la pulizia data dalla non stagnazione di sedimenti (se ci farete caso la stessa tecnica è obbligatoria ma con del volgarissimo linoleum nelle pavimentazioni di tutti i luoghi sanitari come ospedali, cliniche e camere operatorie nel mondo, peccato che i Romani inventarono tale espediente tremila anni prima.....).Ma moltissime altre cose vi dirà questa esperta ed appassionata guida, anche perché all'esterno della Piscina, incredibile ma vero, non vi è una insegna!!! Nè una indicazione di dove sia l'ingresso!!!! Se gli sarete simpatici vi confesserà che la Conservatoria e la ineffabile burocrazia coi suoi mille permessi.....non lo ha ancora PERMESSO!!!!! Dunque non perdetevi un' ora di pura Mirabilis MIRABILIA!!! Imperdibile. UN GRAZIE INFINITO a Gino ed alla Cooperativa di cui fa parte per permetterci di vedere...
Read moreThe site is wonderful, if you can get in. Trying to book an appointment is quite ridiculous as the key is held by a private individual. We called her (she only speaks Italian btw) on Friday and asked if we could visit, we were told it was probably ok but we should call back on Saturday. On Saturday we were told to drive to Bacoli and call from the main square at 12 the next day. When we called on Sunday, we were finally given the instructions of where to meet. As it turned out, the time we'd been given coincided with a large Italian group, which is probably the only reason we were allowed to visit. I've spoken to a lot of people who have tried to book a visit but we're told that only groups are allowed in, which is really sad. The site should be opened to the public at fixed times, even if it's just a couple of times a week instead being held hostage...
Read moreAllo sguardo di chi entra si presenta un vuoto, profondo come un edificio di tre piani, invaso da una selva di piloni, sui quali poggiano archi e volte. La luce piove dall’alto, prima debolmente poi quando la vista si abitua alla differente luminosità . Quarantotto piloni in tufo a pianta cruciforme dividono lo spazio scavato nel tufo in cinque navate longitudinali e tredici trasversali. Le due navate sui lati lunghi, più esterne, sono coperte da volte a botte longitudinali; sulle altre tre, interne, le volte a botte sono disposte in senso trasversale, con effetto stabilizzante dell’intera struttura. Il piano della navata centrale trasversale è ribassato di circa un metro e mezzo in modo da formare una vasca limaria, per la decantazione e rimozione dei detriti dopo lo svuotamento. L’azione del tempo in più punti ha scarificato le superfici murarie mettendone a vista la consistenza composita in più strati: lo scavo nel banco di tufo, i tufelli squadrati, la griglia dell’opus reticolatum, l’intonaco e il pavimento in signino. Camminando tra i piloni, sotto gli archi e le volte traforate dalla luce si può perdere l’orientamento per qualche attimo e vagare in ogni direzione, sentendosi come trasportati in una dimensione onirica. Le membrature dalle dimensioni grandiose si ripetono ossessivamente, la luce è irreale, i suoni, i rumori, le voci che si riflettono sulle pareti e sulle volte, rivestite degli antichi intonaci impermeabili in cocciopesto, producono echi sordi, modificando continuamente la percezione dello spazio.
L’antica struttura, una cisterna realizzata in età augustea probabilmente per l’approvvigionamento di acqua potabile della flotta romana di stanza nel vicino porto di Miseno, lunga oltre settanta metri per oltre venticinque di larghezza, poteva contenere diverse migliaia di metri cubi di acqua proveniente dalle fonti del Serino, distanti un centinaio di chilometri. Esaurita la sua funzione originaria il manufatto è diventato secoli dopo fruibile, abitabile. Oggi ci muoviamo dentro questo spazio, lo attraversiamo, come fecero solo i suoi costruttori (e naturalmente i manutentori), prima che il volume fosse...
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