La storia dietro il museo, delle persone e dei mestieri che ne hanno rappresentato le basi, è incredibilmente interessante e degna di essere raccontata. Semplicemente, non così. Il museo è "inesistente": una serie di saloni in cui alcuni vecchi pezzi, spesso in roviva o ammonticchiati tra loro sono stati accatastati, senza un ordine particolare e senza alcuna grazia. Barche una sopra l'altra, enormi spazi vuoti, termosifoni scassati... Un paio di video striminziti girano in alcune sale senza sottotitoli (non sia mai che venga qualcuno da fuori eh!). Il cuore della fabbrica, la sala dei fuochi, è un laboratorio in pieno disordine, fa piangere il cuore. Di "vedere" ciò che -con infinita diligenza e simpatia- le giovani guide raccontano, non se ne parla. Anziché mostrato e ricostruito visiamente in un percorso che avrebbe potuto essere veramente denso, logico, multi-sensoriale, l'intera visita è lasciata all'imaginazione: "immaginate che qui c'era questo, immaginate che lì facevano quello". A che serve allora questo museo? Bastava andare a casa di qualcuno che raccontasse com'era. Cartellonistica virtualmente inesistente, un paio di cartine minuscole attaccate alla meno peggio, alcune grandi foto di sfondo che fanno da ricordo di cosa avrebbe potuto essere il museo se la politica locale ci avesse dedicato meno parole e più passione. Fa piangere pensare cosa riescono a realizzare all'estero con temi molto meno interessanti ma molto meglio presentati. Interattività? Figuriamoci. Design dell'informazione? Mai sentito nominare. La scusa che non ci sono soldi verrà sicuramente tirata fuori nelle opportune sedi: si dimentica che i fondi europei servono per quello. All'estero li usano, ovviamente qui no: meglio lamentarsi e lasciare tutto a metà. Il risultato è un mesto ricordo semivuoto di una grande tradizione di lavoro e fatica che avrebbe meritato di essere rivissuta con molta più intensità. Sarà colpa del governo, sicuramente. L'importante è che nessuno si prenda la responsabilità di...
Read moreIn the small, ancient fabric, talented people make pickles frin regional fishes and sea food. You can see staff for catching animals like boats or traps and you can watch a movie (XIXth century) about catching the most valuable animals in this region (kind od snake fish, very long). When I was visiting Marinati di Comacchio, there was no prezentation and in my opinion the...
Read morePosto incantevole che ho avuto la fortuna e possibilità di visitare durante la sagra dell'anguilla. Punto principale per l'assaggio della regina della festa, cucinata alla griglia direttamente dalle griglie sotto ai vecchi camini utilizzati in passato. Possibilità di gustare l'anguilla anche marinata o nel classico brodetto. Proposta anche la frittura mista di pesce e forse qualche primo, oltre al dolce anguilletta (una specie di lungo biscotto a forma di anguilla) e zuppa inglese. Punto in più, come se non bastassero i già molti accumulati, la disposizione dei posti a sedere è molto fantasiosa, si può infatti decidere di pasteggiare sotto a delle verande all'aperto su prato o su ghiaia, all'interno direttamente a fianco della cucina esposta o in una sala ove sono riposti anche i vecchi attrezzi ed imbarcazioni utilizzati per la pesca e cura dell'anguilla. Presente anche un punto vendita dove poter acquistare le varie specialità comacchiesi. Ci tornerò sicuramente...
Read more