Il Ponte fu eretto nel punto in cui la via Nomentana superava il fiume Aniene ai piedi della collina del Monte Sacro, luogo attraversato dal passaggio delle mandrie transumanti sin dall’antichità. Oggi si presenta con un grande arco di travertino, sormontato da una fortificazione merlata medievale, e due archetti di rampa laterali su ciascun versante. Originariamente il ponte scavalcava il fiume Aniene con una duplice arcata, della quale si conserva solo quella sul versante del Monte Sacro. Più volte distrutto e restaurato nel corso dei secoli, è caratterizzato da una varietà di materiali e tecniche costruttive che si estendono lungo un ampio arco cronologico, dall’età antica a quella medievale e moderna. Gli studi hanno evidenziato che, per i materiali impiegati, il ponte originario è databile tra la fine del II e l’inizio del I secolo a.C. La struttura presenta massicci interventi di rifacimento: al VIII secolo sono attribuibili gli archetti laterali costruiti in opera cementizia con materiale di spoglio (marmo, laterizio, selce, blocchi in tufo); la struttura merlata a castello è invece pertinente ai lavori eseguiti sotto il papa Niccolò V (1447-1455), dei quali rimane lo stemma papale sulla fronte di accesso sul versante a valle. Il pontefice ne infatti ordinò il restauro dopo i danni subiti al tempo dei Goti e dei Bizantini. Solo una delle torri merlate destinata ai corpi di guardia sul versante a valle, che proteggevano le porte di accesso al ponte, si conserva ancora oggi. La tradizione vuole che su questo ponte il pontefice Leone III incontrò Carlo Magno, disceso a Roma per essere incoronato imperatore del Sacro Romano Impero, nell’800 d.C. A ridosso del Ponte Nomentano presso la collina del Monte Sacro inoltre, ebbe luogo la ribellione della plebe (345 a.C.), sedata dal famoso apologo di Menenio Agrippa e dalla concessione del Tribunato. Di recente è stato eseguito un intervento di consolidamento e di restauro conservativo di tutta la struttura, a cura...
Read moreInsieme al ponte Milvio e a ponte Salario era, nell'antica Roma, uno dei ponti extraurbani più importanti.
In origine fu costruito con blocchi squadrati di tufo, eccetto gli archivolti in travertino, ed era a 3 arcate: la centrale, più grande delle altre 2, sovrastava l'affluente del Tevere.
Nell'VIII secolo, sotto il pontificato di Adriano I, il ponte venne fortificato con due torri, a loro volta rinforzate con muri nel XII-XIII secolo e innalzate sotto Niccolò V.
La prima costruzione risale all'età repubblicana e il ponte fu ricostruito dopo l'invasione barbarica di Totila.
Una tradizione locale vuole un incontro su questo ponte nell'800 tra Carlo Magno e Leone III.
Nel X secolo fu del monastero di San Silvestro in Capite, poi, dal 1205, fu pertinenza della chiesa di San Lorenzo in Lucina, poi del convento di San Pietro in Vincoli insieme alla chiesa di Sant'Agnese fuori le mura. Nel 1433 il ponte fu occupato da Niccolò Fortebraccio della Stella e da Antonio conte di Pontedera, mentre nel 1485 il ponte fu conquistato da Paolo Orsini. In seguito dovette subire restauri e vari aggiustamenti.
Al periodo della Congiura dei Pazzi il ponte fu detto "Iuxta Casale de' Pazzis" e compreso come possedimento di questa famiglia.
Indi subì vari passaggi di proprietà fino a quando divenne dogana di città nel 1532, prima di subire nuovi interventi di restauro e di modifica.
Nel 1849 durante l'invasione francese subì distruzioni. Sette anni più tardi, tali distruzioni vennero riparate.
Fino al 1924, anno della costruzione del vicino ponte Tazio (che unisce via Nomentana Nuova con corso Sempione), costituì via di collegamento obbligata tra Roma e le zone a nord della città. Nel 1997, nel timore di lesioni alla struttura, il ponte venne chiuso al traffico automobilistico diventando, da allora, un percorso esclusivamente pedonale. Restaurato nel 2002, è occasionalmente aperto al pubblico, che può così visitarne le...
Read moreChe te devo di' del Ponte vecchio? Io ce so nata! Che è più bello de quello di Firenze? Mentirei. Ma mica più de tanto... Nun ce credi? Vieni a vedello e ppoi me lo dirai!
Il ponte Nomentano, o ponte Vecchio per gli abitanti del quartiere, insieme a ponte Milvio era, nell'antica Roma, uno dei ponti extraurbani più importanti. La prima costruzione risale all'età repubblicana e il ponte fu ricostruito dopo l'invasione barbarica di Totila. Una tradizione locale vuole un incontro su questo ponte nell'800 tra Carlo Magno e Leone III. Divenne DOGANA di città nel 1532, prima di subire interventi di restauro e di modifica. Nel 1849 durante l'invasione francese subì distruzioni che 7 anni più tardi vennero riparate. Fino al 1924, anno della costruzione del vicino ponte Tazio (che unisce via Nomentana Nuova con corso Sempione), costituì via di collegamento obbligata tra Roma e le zone a nord della città. Nel 1997, nel timore di lesioni alla struttura, il ponte venne CHIUSO al traffico automobilistico diventando, da allora, un percorso ESCLUSIVAMENTE pedonale. Restaurato nel 2002, è occasionalmente aperto al pubblico, che può così visitarne le strutture interne. Il ponte sovrasta il fiume Aniene con una monumentale arcata a tutto sesto.
Il Ponte Nomentano è stato sempre meta di pittori ed artisti attratti dal paesaggio bucolico in cui era immerso (un esempio? niente popò di meno che Gabriele D'Annunzio, che si ispirò al Ponte Vecchio per scrivere una parte del suo romanzo "il Piacere": ...il ponte era da presso, rossastro, nell'illuminazione...
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