Avevo dato un giudizio di * ma ora leggo una risposta chilometrica e poi leggendo altre rece vedo che il titolare si irrita tutte le volte che non gli danno *** e risponde non accettando la piu piccola critica e cerca di svalutare il giudizio del cliente (anche di quelli come me che han detto che il posto puo' andare). Il Nick THE ISPETTORE e' una scelta. Un "Giovanni Bianchi" che racconta l'esperienza al Paladino e' un pinco pallino qualunque. The Ispettore e' uno che sa. Il titolare del Paladino cerca di svalutarne la credibilita' ma casca male. La competenza dell'Ispettore e' fuori discussione. Dalla foto a fianco del nick si vede che ha in mano una bottiglia di Ardbeg 17 years: lo sa cos'e'? Dalle altre info offerte vedra' che l'Ispettore se beve, beve ad es Carricante APuddara e Falanghina CrunaDeLago, tutte le annate con punteggi 94/96 sulle migliori guide. TOVAGLIATO: viene confermato dal titolare che non e' il classico di stoffa. ACQUA: chi l'ha mai contestata? Ho scritto ottima. VELOCITA' DEL SERVIZIO: chi l'ha mai contestata? Ho scritto media, il che vuol dire normale. MENU CORTO: e' un fatto oggettivo, le motivazioni non importano. QUALITA DEL CIBO: scritto buona. Sembra una lamentela? QUANTITA DELLE PORZIONI: topic complesso, personale, va valutato rispetto al costo del piatto, ma quanto scritto non era una stroncatura totale. CARTA DEI VINI: un ristorante degno di questo nome deve averla, se non ce l'ha, oltre ad essersi da solo automaticamente declassato a location di serie B consente le peggiori illazioni sul perche' nonostante le richieste non la voglia fare. Il titolare dice che la carta dei vini è "vivente": "sono io che racconto e consiglio i vini in base al piatto scelto" ed e' una scelta imprenditoriale. Troppo facile. Con questa scelta si preclude la clientela che i suoi consigli non li gradisce, non ne ha bisogno, vuole vedere nero su bianco e dell'atmosfera fintamente famigliare se ne frega. Diamo per scontato che sia una minoranza, forse il 10% e allora? Questa clientela sempre scegliera' un locale piu' tradizionale, mentre quella che gli dira' "portami mezzo litro di rosso" (il 90%) l'avra' sempre. Senza CDV questa clientela la perdera' ma di che cosa si preoccupa, gli rimane quel 90% si accontenti, non si puo' sempre avere tutto. Vuole fidelizzare anche questa clientela? E allora faccia questa benedetta CDV, ci metta dentro bottiglie valide (e conosciute) di vario prezzo (non e' difficile, compri una buona guida ) con ricarichi ragionevoli e il gioco e' fatto. Perche' anche e soprattutto dalla carta dei vini si capisce il livello di un ristorante: come si presenta fisicamente, come e' scritta, che etichette propone, che prezzi fa, che ricarichi applica. Vada a vedere la CDV del bistrot di Novara di Cannavacciuolo (si trova su internet) per vederne una magistrale. E se lo desidera posso anche fargli un regalo, suggerirgli io il canovaccio di una elementare carta. Concludo precisando che nel nostro caso poi il prezzo della bottiglia che ci ha portato lo abbiamo saputo solo al pagamento del conto. Spiace in definitiva che il titolare perda tempo attaccando persone (clienti che lo han pagato per quanto ha chiesto e che pur han detto che il posto va bene anche se non e' eccezionale) invece che studiare come adottare alcune semplici migliorie che potrebbero far salire di qualita' il locale. Il problema e' che questo posto e' perennemente in bilico tra due immagini che non possono coesistere: troppo spartano per essere considerato un "vero" ristorante mentre va bene cosi' com'e' se si vuole dichiarare una "trattoria" ma in questo caso deve fare attenzione ai prezzi perche' sono da ristorante in un contesto da trattoria. Suggeriamo noi alcune possibili varianti se si vuole mantenere la formula "trattoria" attuale e conquistare quel 10% di avventori che qui per i motivi sopra detti non ritorna. -Consentire a chi vuole di portarsi le proprie bottiglie pagando il "diritto di tappo". -Diminuire leggermente i prezzi. Contraccambio gli auguri...
Read moreSono stato al “Paladino” da solo in una serata infrasettimanale, ho cenato all’interno del locale vista la calura che ha colpito Alessandria in un ambiente gradevole grazie all’aria condizionata. Il simpaticissimo titolare mi ha proposto un antipastino di acciughe impanate, fuori menù, che sono risultate ottime e abbondanti. Ho saltato il primo piatto anche se la gola mi chiamava a forte voce gli gnocchi oppure gli agnolotti per passare direttamente al secondo, il piatto forte del locale: le orecchie d’elefante. Le orecchie sono un’enorme cotoletta impanata, con carne tenerissima, leggera e appetitosa. Pur essendo un mangiatore che non lascia nulla nel piatto questa volta mi sono dovuto arrendere, a metà strada ho detto basta anche se la voglia di finire questo gustosissimo piatto c’era, ma nessun problema la parte rimasta mi è stata impacchettata e il giorno dopo riscaldata in padella con un ricciolo di burro è risultata ottima come la sera prima. Il tutto innaffiato da un buon vinello sfuso, prosecco, ma non chiedetemi la cantina di provenienza che mi è stata annunciata ma non ho prestato attenzione, un fatto degna di nota che non tutti fanno è stata quella di portare il vino in caraffa in un cestello di ghiaccio cosi il vino si è mantenuto fresco per tutta la durata del pasto. La carta dei dolci era molto invitante ma non ne ho approfittato perché il medico mi ha vietato i dolciumi ma visto quello che veniva servito nei tavoli vicini ho fatto fatica a resistere alla tentazione. Ho concluso con un buon caffè e pagato il conto che per la qualità dei prodotti offerti è stato giusto. Concludo con un’altra nota positiva è l’ambiente dove sono stato ricevuto, familiare ma cortese in un locale in cui si nota subito la forte personalità. Promosso...
Read moreDurante uno dei miei viaggi di lavoro, ho avuto il piacere di scoprire la Trattoria Il Paladino ad Alessandria, un vero gioiello della tradizione gastronomica italiana. Fin dal primo momento, l’accoglienza è stata calorosa e genuina, segno distintivo di un locale che mette al centro il cliente e la qualità del servizio.
Il titolare, Piero, è un ristoratore di altissimo livello, non solo per la sua esperienza e competenza nel settore, ma anche per la sua straordinaria umanità. È raro trovare persone così appassionate e attente a ogni dettaglio, capaci di trasmettere ai clienti il vero senso dell’ospitalità.
La cucina è un omaggio alla tradizione, con piatti preparati con ingredienti di prima scelta e ricette che rispettano il territorio e la stagionalità. Ogni portata racconta una storia di sapori autentici e passione culinaria. Il servizio è impeccabile: i camerieri sono professionali, attenti e sempre sorridenti, rendendo l’esperienza ancora più piacevole.
Posso dire con certezza che la Trattoria Il Paladino è un punto di riferimento per chi desidera mangiare bene ad Alessandria. Consiglio vivamente a tutti di provarla, non solo per il cibo eccellente, ma anche per sostenere un locale che rappresenta il meglio della ristorazione locale.
Complimenti a Piero e a tutto lo staff:...
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